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In Sala

‘The Opera! Arie per un’eclissi’ un viaggio metafisico tra cinema e teatro

Un'opera crossmediale che intreccia cinema e teatro nella rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice. In sala dal 20 Gennaio

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The Opera! Arie per un’eclissi, è un’operazione che non lascia certo indifferenti.

Presentata nel corso della Festa del Cinema di Roma, l’opera prima, almeno su grande schermo, del noto regista teatrale David Livermore e del produttore discografico Paolo Gep Cucco, si presenta come una lettera d’amore al mondo della lirica, utilizzando il mito di Orfeo ed Euridice come base per costruire una discesa metafisica negli Inferi del dolore umano.

Al Cinema dal 20 Gennaio con Adler Entertainment.

Protagoniste indiscusse delle vere e proprie stelle della lirica, il tenore Valentino Buzza, la soprano Mariam Battistelli e il basso Erwin Schrott, contornate da interpreti del calibro di Vincent Cassel, Fanny Ardant, Caterina Murino, Rossy de Palma, Angela Finocchiaro, Linda Gennari, Charlotte Gentile e Sergio Bernal.

Opera su schermo

In questa originale rilettura del mito di Orfeo ed Euridice, l’amore viene messo alla prova in un ambiente moderno e insieme atemporale, che fonde elementi mitologici con iconografie contemporanee.

Non un serpente, questa volta, ma uno sparo mortale che porta via Euridice (Battistelli) alla vigilia delle nozze dà il via a una discesa negli inferi non convenzionale: il tassista Caronte (Cassel), irriverente e cinico, guida Orfeo (Buzza) verso un Ade stilizzato come un imponente hotel, un simbolo di fredda eternità senza speranza.

Mentre si avventura tra le stanze dell’Ade, Orfeo si rivela essere una maschera di Alfredo, mentre allo stesso tempo, Euridice lo è di Mimì.

Questo gioco di maschere, unito all’ interpretazione delle celebri arie delle opere più amate e famose al mondo, da La Bohème fino a Turandot e a La Traviata, scandisce il viaggio di Orfeo/Alfredo nel suo dolore e nei traumi passati, nella fatica di tenere viva l’immagine dell’amata, fino all’ultima, definitiva prova d’amore.

Un viaggio plastico e metafisico

Dal punto di vista visivo, The Opera! trasporta lo spettatore in un mondo metafisico, in cui i personaggi si muovono tra veri e propri quadri in movimento che richiamano a un’estetica insieme pop e barocca, restituendo l’immagine di una narrazione indefinita e senza tempo, popolata da personaggi grotteschi, caricaturali e voluttuosi.

Tuttavia, qualcosa stride.

Il linguaggio ibrido e crossmediale rappresenta una frontiera artistica sempre più ricca di potenzialità, ma in The Opera! l’enfasi dal gusto tutto teatrale, probabilmente voluta e cercata dalla regia, non sempre funziona al meglio.

Nelle scene d’amore tra i due protagonisti, per esempio, emerge un effetto plastico che deriva principalmente da due fattori.

Da un lato, l’esecuzione delle arie liriche, pur potente, risulta spesso in contrasto con la vicinanza intima della telecamera. Mentre la lirica tende a enfatizzare i sentimenti, la ripresa ravvicinata esige una delicatezza più naturale ed emotiva. Questa discordanza rende difficile per il pubblico percepire una connessione reale e intensa tra i personaggi.

Dall’altro, la scelta di inserire frammenti di passato, utilizzati per richiamare momenti chiave della storia tra Alfredo e Mimì, appare più come un espediente estetico che non come uno strumento narrativo. Questi flashback non approfondiscono la relazione o i sentimenti dei personaggi, ma sembrano piuttosto costruiti per aggiungere un tocco visivo che rafforzi l’atmosfera complessiva.

Nonostante l’abilità degli interpreti, sia nel canto che nella recitazione, risulta quindi difficile per lo spettatore connettersi emotivamente con la tragedia rappresentata, resa distante da una messinscena simbolica e sontuosa.

Alcune sequenze, tuttavia, spiccano: il ballo sotto la pioggia e la scena nella lavanderia incarnano perfettamente l’aspirazione estetica degli autori, fondendo poesia, eccentricità e stravaganza per trasmettere quel mondo sospeso tra realtà e finzione che è l’essenza stessa del teatro.

Nel limbo

Il finale riporta lo spettatore alla realtà, svelando il significato di quelle piccole stranezze che The Opera! aveva seminato durante tutta la visione: il telefono che continua a squillare, la voce fredda che serpeggia all’orecchio di Orfeo attraverso la cornetta, portatrice di cattive notizie; o ancora il ruolo della lavanderia, fino al limbo in cui Mimì/Euridice è sospesa, tra la vita e la morte, in un eterno ricordo.

Purtroppo, però, un’ulteriore spiegazione finale interrompe la magia che si era creata tra spettacolo e spettatore.

Mentre quest’ultimo, intrigato, intreccia da solo i fili della trama, ecco che The Opera! sceglie un ridondante “spiegone” conclusivo, in cui tutto ciò che era stato raccontato attraverso metafore, sogni e simboli viene ricapitolato in modo fin troppo esplicito.

La narrazione perde così la sua potenza allegorica e trascina lo spettatore lontano dal potere immaginativo del trauma e della sua elaborazione, riducendolo alla logica esplicita del quotidiano in una chiarezza espositiva che in fondo non serviva.

In conclusione, la scintilla non è scoccata del tutto con The Opera!, ma questo non è e non deve essere un deterrente alla visione.

Un plauso agli autori per aver creduto nella propria, personale visione di cinema crossmediale, facendo convergere su schermo la potenza delle immagini con l’eleganza senza tempo del teatro, e per aver fatto conoscere lo straordinario talento di Mariam Battistelli, Valentino Buzza e Erwin Schrott.

Ci auguriamo che il cinema si popoli sempre di più di film in grado di unire, al loro interno, la bellezza di tutte le arti.

The Opera! Arie per un'eclissi

  • Anno: 2023
  • Distribuzione: Adler Entertainment
  • Genere: musicale
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: David Livermore, Paolo Gep Cucco
  • Data di uscita: 20-January-2025

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