Storie di serial killer, manipolatori e truffatori sono diventate negli ultimi anni oggetto di numerose serie tv, podcast e film. Qua 5 esempi di film True crime da vedere almeno una volta nella vita.
True Crime: 5 film da vedere
1. Zodiac (2007)
Sesto lungometraggio del regista David Fincher (Fight Club, Seven), disponibile per la visione su Now Tv, basato su eventi reali riguardante il famoso killer dello zodiaco, attivo nell’area della Baia di San Francisco alla fine degli anni ‘60 e nei primi anni ‘70. Zodiac è un film che parla di ossessione. I personaggi, in particolare Robert Graysmith (interpretato da Jake Gyllenhaal), sono ossessionati da questa enigmatica figura, che manda ripetutamente lettere criptiche e minacciose ai giornali, includendo messaggi codificati volti a sfidare stampa e polizia.
La regia di Fincher è caratterizzata da una minuziosa e meticolosa attenzione ai dettagli. Le carrellate che il regista fa introducendo gli omicidi sono un chiaro esempio della sua bravura, volte a catturare l’attenzione dello spettatore.
Zodiac è un film che punta molto sulla manipolazione psicologica con scene di suspance alla Hitchcock, ma nel contempo è un dramma procedurale caratterizzato da dialoghi attenti e scene altamente drammatiche.
Vale la pena guardare Zodiac perché è uno dei pochi film True crime in cui non si ha una svolta chiara ed evidente sul finale, il killer non verrà mai condannato alla giustizia, perché mai individuato e questo fa paura.
2. Monster (2003)
Aileen Wuornos, interpretata da Charlize Theron, protagonista di Monster
Tra i 5 esempi di film True crime non si poteva di certo non inserire la pellicola del 2003 scritta e diretta da Patty Jenkins. La pellicola è tratta dalla storia vera della serial killer statunitense Aileen Wuornos, condannata a morte e giustiziata per iniezione letale nell’ottobre 2022, per aver ucciso sette uomini tra il 1989 e il 1990 in Florida.
Monster si concede poche libertà narrative rimandando sempre molto fedele alla trama. Grazie alla sua straordinaria interpretazione Charlize Theron vinse con Monster il suo primo e unico Oscar, poiché non si tenne conto solo della sua capacità interpretativa ma della sua reale trasformazione fisica ed estetica; Theron ingrassò infatti una decina di Kili, inoltre durante le riprese non era ammesso trucco per assomigliare fedelmente alla sofferta figura della protagonista.
Monster è un film che parla di abusi, di violenza fisica e psicologica. La Wuornos, venne infatti affidata ai nonni materni dopo il suicidio del padre, che soffriva di schizofrenia, in prigione. Ma per lei e i suoi fratelli quegli anni tutto furono tranne che sereni. Violentata da un amico di famiglia, la ragazze rimase incinta e fu costretta a mettere al mondo un bambino poi dato in affidamento.
L’abilità del regista sta nel non aver focalizzato l’attenzione solo sulla brutalità delle azioni della protagonista ma di aver indagato il perché sia arrivata a tanto. Cosa spinge una prostituita a uccidere gli uomini che le si concedono?
3. America Murder: La famiglia della porta accanto (2020)
Nonostante America Murder: La famiglia della porta accanto non sia propriamente un film quanto un docu-film vale la pena inserirlo. Girato dal regista Jenny Popplewell si contraddistingue per il fatto di essere un found footage, ovvero un film quasi interamente assemblato con immagini esistenti. Questo lo porta ad essere quasi un unicum nel panorama televisivo attuale.
Tutto inizia il 13 agosto 2018 quando la giovane Shannon Watts scompare dalla sua casa in Colorado senza lasciare traccia, insieme alle due figlie piccole. Mentre la polizia indaga sulla scomparsa, pensando inizialmente ad un allontanamento volontario, i retroscena si fanno via via sempre più inquietanti, imputando presto come primo sospettato il marito.
C’è qualcosa di diverso in questa storia, qualcosa di più inquietante che riguarda tutti noi. Anche grazie alla tecnica del found footage, che ricostruisce la vicenda passo dopo passo, assistiamo allo sgretolamento di un American Dream, alla fine di un’illusione. La finzione dietro ai post sui social network, l’ossessione del marito per la bellezza e per la forma fisica. Diffidiamo quindi da quello che i social vogliono farci credere.
4. Il mostro di Cleveland (2015)
Ariel Castro, il mostro di Cleveland
«Non posso pensare che Joey abbia 22 anni. Ovunque sia, spero che tutti i suoi sogni si stiano realizzando»
Questa storia insegna a noi tutti che i mostri, non quelli che stanno sotto il letto, quelli veri esistono. Quello di questa storia ha un nome: Ariel Castro. Egli ha sequestrato nel giro di un anno e mezzo tre giovani donne tenendole prigioniere per più di un decennio in condizioni igienico sanitarie aberranti, abusando di loro ripetutamente. Grazie a Netflix possiamo conoscerne la storia.
Michelle Knight, Amanda Berry, Georgina DeJesus sono le vittime del mostro, segregate e abusate dal 2004 al 2013. La storia di Amanda Berry si lega inoltre a quella di un’altra vita, sua figlia Jocelyn, nata in seguito a uno dei ripetuti stupri da parte di Ariel. Sarà proprio la bambina ragione di salvezza della madre e delle altre ragazze. La sera del 6 maggio del 2013 il mostro si dimentica di chiudere a chiave la stanza di Amanda: ad accorgersene la piccola Jocelyn, che avvisa la mamma dell’uscita del padre.
La storia del Mostro di Cleveland è stata una delle più seguite ed ha tenuto la nazione con il fiato sospeso per 13 lunghi anni.
5. Il caso Spotlight (2015)
Ultimo ma non ultimo in termine di importanza Il caso Spotlight, pellicola del 2015 diretta da Tom McCarthy che vanta un cast d’eccezione, tra i tanti Michael Keaton, Mark Ruffalo, Rachel McAdams e Stanley Tucci.
La pellicola racconta la storia del team di giornalisti investigativi del Boston Globe, detto Spotlight, che nei primi anni 2000 ha sconvolto l’intera comunità con le rivelazioni sulla copertura da parte della Chiesa Cattolica degli abusi sessuali commessi su minori da parte di numerose eminenze del clero, tra cui sacerdoti locali.
La regia di McCarthy si pone come spartiacque tra film documentaristico e film d’assalto giornalistico. Viene raccontata, sotto forma di pesante denuncia, uno spaccato di storia che forse non tutti conoscono ma che va letto in tutta la sua complessità. La volontà è quella di risvegliare gli animi e le coscienze dell’osservatore, attraverso la vera storia dell’indagine condotta dal Boston Globe nei confronti dell’arcivescovo Bernard Francis Law, il quale coprì ripetutamente abusi su minori.
Per concludere, il panorama attuale è ormai saturo di documentari e film che spaziano dal genere puramente Thriller a quello basato su eventi realmente accaduti. Una cosa però è certa, vale la pena guardarne alcuni, anche se non si è fan sfegatati del genere, per porsi nelle condizioni di poter giudicare con i propri occhi che i mostri esistono, e non sono solo frutto della fantasia.