Affettuosamente caldeggiato dal pubblico in sala, che applaude ancor prima che inizi la proiezione, Broken rage di Takeshi Kitano segna il ritorno del regista in un luogo a lui caro. Quando nel 1997 vinse il Leone d’oro alla Mostra cinematografica veneziana con il suo incantevole Hana-bi fiori di fuoco, il cineasta divenne conosciuto ovunque nel mondo e portò il Giappone fuori da un’oscurità durata quasi vent’anni. Poi raddoppiò il conto, aggiudicandosi nel 2003 il Leone d’argento alla miglior regia per Zatoichi.
A distanza di un solo anno dall’uscita del film precedente Kubi, adattamento del suo omonimo romanzo, Broken rage, della durata di soli 62 minuti, è il tentativo brillante e ben riuscito di esplorare «gli elementi della commedia all’interno di un film violento», con Beat Takeshi (lo stesso Kitano quando interpreta ruoli comici) nelle vesti di un sicario. Nel resto del cast ricorrono vecchie conoscenze di Kitano, come Tadanobu Asano (Zatōichi; Kubi; Shogun) nei panni del detective e Nao Omori (The Outsiders; Dolls; Achilles and the Tortoise; Outrage Coda; Kubi) in quelli dell’investigatore.
Broken rage è scritto, diretto e interpretato da Takeshi Kitano. La pellicola è prodotta da Kitano Agency e distribuita a livello internazionale da Amazon MGM Studios. Rappresenta, per questo, il primo film giapponese, destinato ad una diffusione in streaming, che viene presentato nella selezione ufficiale di un festival. Sarà possibile vederlo in esclusiva su Prime Video nel 2025.
La sinossi ufficiale di Broken Rage
Broken Rage è un film in due parti del leggendario regista Takeshi Kitano. La prima metà è un violento film d’azione che si svolge negli oscuri bassifondi della malavita e ruota attorno a un sicario e alla sua lotta per la sopravvivenza quando si ritrova incastrato tra la polizia e la yakuza. La seconda segue la stessa storia, ma trasformata in commedia, una parodia completa, scena per scena, della prima parte.
Bentornato a “casa”, Takeshi Kitano!
Takeshi Kitano non è soltanto uno degli artisti più stimati worldwide. Il regista, attore, sceneggiatore e pittore giapponese è una leggenda vivente. Con i suoi 35 anni di carriera ha re-inventato il genere yakuza, si è innovato ripetutamente, dando prova di grande versatilità e portando il Giappone fuori dalla sua “zona di comfort”. È quasi morto in un incidente in moto nel 1994 e ha trasformato il dolore e la ripresa in capolavori artistici.
Sornione, irriverente e sobillatore, con Broken rage tira fuori un nuovo coniglio dal cilindro, sempre inaspettato ed entusiasmante, tenendo insieme una critica ilare e scaltra verso se stesso, la propria arte e il Giappone tutto che incanta lo spettatore per acume ed estro, rimarcando il meritato posizionamento tra i più grandi del cinema.
Una pellicola imprevedibile dall’inizio alla fine
Broken rage è un film bizzarro dalle prime sequenze. Sembra prendere una strada e poi immediatamente si trasforma, donando allo spettatore un’esperienza immersiva e totalizzante. È, innanzitutto, il tema del doppio, che si tratti di struttura narrativa, registro espressivo o proprio della duplicità insita nei personaggi, ad indurre la sensazione di un’opera che arriva al pubblico per toccarne i sensi, alternando toni comici a momenti maggiormente drammatici o di tenerezza.
La cifra stilistica di Kitano, nonostante Broken rage sia un esperimento vero e proprio e forse un unicum nella cinematografia del regista, è ben riconoscibile per la maestria nell’uso idel mezzo filmico non solo per raccontare un’idea di cinema, ma anche per trasferire un assetto valoriare che ha a che fare specialmente con il suo anticonformisto o con l’essere sempre coerente e fedele a se stesso. In questo senso, anche Broken rage mira, nonostante la sua leggerezza, ad avanzare una critica nei confronti del processo di occidentalizzazione della società giapponese, potenziandone le derive grottesche ed estranianti.
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