Domenica sera di Matteo Tortone, scritto dallo stesso regista in collaborazione con Zelia Zbogar, è un cortometraggio prodotto da EiE Film, Imago VFX e Malfé Film presentato alla 39ª Settimana della Critica, rassegna collaterale alla Mostra del Cinema di Venezia.
La periferia di una grande città fa da sfondo a una mancata storia d’amore
Una Torino notturna, invernale e periferica, fa da sfondo alla breve storia di Alex (Tommaso Gaglianone), ultrà della curva e Nemy (Noemi Giuseppina Muoio), giovane rapper che si esibisce nelle cantine trasformate in palcoscenici.
Dopo essersi incontrati a una battle rap alla quale partecipa anche il rapper torinese Rico Mendossa – che firma le musiche del film – i due si dirigono in auto verso il carcere delle Vallette, dove è rinchiuso il padre del ragazzo.
Nell’auto ferma ai bordi di un prato, con sullo sfondo le luci inquietanti della struttura carceraria, Alex e Nemy si sentono attratti ma, ben presto, le loro solitudini torneranno a prendere il sopravvento.
In pochi minuti Matteo Tortone è bravo a tratteggiare i ritratti, scarni ma efficaci, di due ragazzi non ancora maggiorenni, raccontando poche ore della loro vita trascorse in una periferia spersonalizzante di una grande città ed evidenziando, attraverso l’uso di dialoghi volutamente semplici, le loro fragilità e la loro solitudine.
L’incapacità di comprendere cosa significa amare
Il film di Tortone diventa, così, uno studio degli opposti caratteri dei due protagonisti e della loro diversa consapevolezza di ciò che significa amare. Il solitario e introverso Alex, che vive ai margini spacciando psicofarmaci e frequentando le gradinate dello stadio, sembra trovare l’amore di una ragazza che, al contrario, è estroversa e si esibisce come rapper nella Torino underground.
L’incapacità nell’attendere che un sentimento più definito cresca lentamente, consolidandosi in un rapporto più concreto di un semplice flirt, denota tutta l’immaturità di Alex. Al contrario Nemy, nonostante la sua giovane età, è ben cosciente dei limiti oltre i quali non è intenzionata a spingersi, dimostrando così maturità e consapevolezza di sé.
Domenica sera è un ottimo lavoro che si avvale, fra l’altro, della bella fotografia di Patrick Tresch in grado di rappresentare una Torino fredda e grigia, sfondo ideale per una storia come quella raccontata, nonché delle prove dei due protagonisti, entrambi attori non professionisti, capaci di rendere al meglio i loro personaggi.