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Cillian Murphy: la versatilità dell’angelo sociopatico

In quasi 30 anni di lavoro, Cillian Murphy è riuscito a raggiungere un ineccepibile livello artistico fino a diventare uno degli attori più duttili, senza mai farsi troppo notare. Ora cavalca l'onda di un meritato successo.

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Considerato come uno dei più grandi attori irlandesi, Cillian Murphy è noto al pubblico di tutto il mondo in primis per il ruolo di Thomas Shelby nella serie televisiva Peaky Blinders. La definitiva consacrazione nell’albo degli Oscar avviene grazie all’interpretazione di J. Robert Oppenheimer nell’epopea biografica Oppenheimer (2023), per la quale vince la statuetta come “miglior attore protagonista“.

Peaky Blinders: da bookmakers di Birmingham a un impero criminale

Cillian Murphy: teatrante e bassista alternative rock

Cillian Murphy (si pronuncia “Kill-ian”) nasce il 25 maggio 1976 a Cork, capoluogo dell’omonima contea irlandese. Figlio di un’insegnante di francese, di origine scandinava, e di un ispettore scolastico statunitense, cresce con la famiglia nel paese di Ballintemple, nella stessa contea del suo paese natale. Trascorre la sua infanzia assieme ai fratelli Arci e Páidi e alle sorelle Sile e Orla.

“Ho sempre odiato gli sport di squadra. Mi piace guardarli ma ero pessimo. Il sistema scolastico classico non andava bene per me, emotivamente e psicologicamente. Però almeno mi dava qualcosa contro cui lottare”.

Nonostante la sua popolazione relativamente poco numerosa, la vita culturale della verdeggiante Cork è incredibilmente prolifica. Musica, teatro, danza e cinema giocano un ruolo molto importante. Sin dai tempi del liceo, Cillian si appassiona alla musica suonando il basso in un gruppo alt-rock locale.

Frequenta il Presentation Brothers College, dove decide quindi di studiare teatro. Nel 1996 diventa famoso nell’Isola di Smeraldo grazie all’interpretazione di Pig nello spettacolo teatrale Disco Pigs, vincitore del Best Fringe Show al Dublin Theatre Festival e del Fringe First Award all’Edinbourgh Festival.

“Mi è capitato tutto in un mese, nell’agosto del ’96: ci hanno offerto un contratto discografico, sono stato bocciato agli esami di legge, ho avuto la parte in Disco Pigs e ho conosciuto mia moglie”.

Cillian Murphy in ‘Disco Pigs’ (2001).

Un giovane volto da angelo-alieno debutta sul grande schermo

Dopo aver portato in tournée lo spettacolo Disco Pigs nel Regno Unito, in Canada e in Australia, Cillian Murphy entra nel cast di un serial per la BBC dal nome The Way We Live Now (2001). Esordisce come chitarrista rock in diverse band, ma è il cinema però a tentarlo. Grazie anche ai suoi lineamenti particolari riesce ad ottenere piccole parti in progetti indipendenti, come nel comic-short Quando (1997) di Declan Recks.

Cillian interpreta alcune parti minori in diverse pellicole mai distribuite in Italia, tra le quali l’adattamento cinematografico dello stesso Disco Pigs per la regia di Kirsten Sheridan e On the Edge (2001), entrambe produzioni irlandesi. A lui spetta il ruolo di “ragazzo problematico”, una parte che gli calza perfettamente grazie anche alle sue predisposizioni fisiche: basso, di bel aspetto e con un carattere tagliente e glaciale.

“Sociopatico è una parola che è diventata una specie di scorciatoia per psicopatico e c’è una netta differenza, è interessante se la cerchi. Il profilo di un sociopatico è quello di persone estremamente intelligenti che sono anche bugiardi patologici, non hanno una struttura morale ne compassione o empatia per le altre persone”.

Nel 2001 finalmente le cose iniziano a girare per il verso giusto e Murphy viene scelto per interpretare un ruolo consistente in Come Harry divenne un albero di Goran Paskaljevic, presentato in concorso a Venezia. Al suo fianco figurano anche Colm Meaney e Adrian Dunbar.

Cavalcando le paure di fine millennio con 28 giorni dopo

Il salto di qualità nella carriera di Cillian Murphy coincide con l’anno 2002. Danny Boyle (Trainspotting, The Millionaire) sta lavorando al suo prossimo progetto dopo la cocente delusione della sua precedente pellicola: The Beach (2000). Dopo un breve ritorno al piccolo schermo per due film TV con la BBC e qualche documentario musicale, è ora pronto per il ritorno in grande stile. Gli manca solo una cosa: un protagonista.

Cillian ottiene la parte. Il suo ruolo è quello di Jim, un corriere che, risvegliatosi dal coma, si accorge che la maggior parte degli esseri umani si è trasformata in cannibali mutanti, in seguito alla propagazione di un virus micidiale. Il film apre su una Londra deserta, inquietante e irreale. Per Boyle infatti la prospettiva del mondo che ci circonda è terrificante quando la paura non viene da fuori ma da dentro, da qualcosa che si conosce e si ama.

In un primo momento critica e pubblico rimangono delusi, aspettandosi un film post-apocalittico che parlasse di zombie. 28 giorni dopo incarna negli sviluppi e nei personaggi il concetto di paura della malattia incurabile, dell’infezione, dell’epidemia, attraverso soprattutto rumori, urla e situazioni inquietanti.

Girato con poco più di 5 milioni di dollari, la pellicola incassa 18 volte tanto. Le scene nella Londra post-apocalittica non sono state riprese ricostruendo il tutto con effetti digitali o miniature, ma girate alle 5 del mattino con la città ancora dormiente. Sulla scia dei film di George Romero e di La cosa di Carpenter, 28 giorni dopo è oggi considerato un film cult tra gli amanti del genere.

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Cillian Murphy in ’28 giorni dopo’ (2002).

L’approdo alla mecca del cinema: Hollywood

Il passo successivo per Cillian Murphy è l’arrivo ad Hollywood. Qui si trova a prendere parte in diverse pellicole con ruoli poco rilevanti. Tra queste spiccano Ritorno a Cold Mountain (2003), vincitore dell’Oscar per la “miglior attrice non protagonista” (Renée Zellweger) e La ragazza con l’orecchino di perla, accanto ad una giovanissima star in ascesa come Scarlett Johansson. Per cimentarsi meglio nelle vesti del macellaio Pietre, Cillian, pur essendo vegetariano, impara ad affettare la carne di bue.

“Le mie uniche due costanti sono: mettermi alla prova e cercare di non ripetermi”.

Murphy fa ben presto ritorno in terra natale per partecipare alla pellicola Intermission (2003), che lo vede recitare nella parte di un giovane romantico accanto a Colin Farrell. Per i ruoli da villain il giovane irlandese sembra particolarmente portato. La riprova viene fornita dalla sua performance nel thriller aereo Red Eye (2005), regia di Wes Craven (saga di Scream).

Nel 2005 riscuote grande plauso da parte della critica la sua interpretazione in Breakfast on Pluto di Neil Jordan, il quale gli affida il ruolo del travestito Patrick Braden, abbandonato in culla e deciso a ritrovare sua madre. Ruolo che Cillian riveste di dolcezza e malinconia, realizzando in assoluto una delle sue migliori performance, per la quale viene nominato al Golden Globe.

“Amerò sempre il cinema, il romanticismo che ti pervade quando sei seduto in una stanza buia con estranei a guardare una storia che rimarrà sempre, senza essere erosa dalla televisione”.

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Cillian Murphy in ‘Breakfast on Pluto’ (2005).

Da un set all’altro… prima astronauta poi impiegato di banca

Tra il 2006 e il 2008 Cillian Murphy partecipa a svariate produzioni che lo vedono quasi sempre al lavoro tra un set e l’altro. In Il vento che accarezza l’erba lo vediamo combattere in prima fila per la libertà dell’Irlanda durante la guerra d’indipendenza. Il film si aggiudica la Palma D’Oro al Festival di Cannes.

Impressionato da tanta stoffa e da quell’etereo magnetismo, Danny Boyle lo ingaggia di nuovo, stavolta, nello sci-fi Sunshine (2007). L’attore si cala nelle vesti di un astronauta che deve riaccendere il sole agonizzante, prima che la vita sulla terra venga completamente distrutta. Presto lo ritroviamo nella comedy I Love Movies (2007) e nel biografico The Edge of Love (2008). Danny Boyle, a proposito della loro collaborazione, dichiara:

“Il teatro è la chiave di Cillian. Si tratta della capacità, datagli dal teatro, di percorrere la grande distanza di un arco caratteriale estremo. Tutti parlano dei suoi occhi sognanti alla Paul Newman. Naturalmente va a suo vantaggio, perchè dietro c’è la sua capacità, la forza di un’energia vulcanica”.

Segue in rapida successione lo spassoso Perrier’s Bounty (2009), una produzione irlandese diretta da Ian Fitzgibbon. Nel thriller Peacock (2010), Cillian è John/Emma Skillpa, un “riservato, timido e non classificabile impiegato di banca” che conduce una doppia vita come Emma, il suo alter ego femminile.

Cillian Murphy e Pádraic Delaney in ‘Il vento che accarezza l’erba’ (2006).

Cillian Murphy e Christopher Nolan: un duo infallibile

Tutto inizia con un provino. Cillian Murphy si presenta infatti nella sala prove dove il regista Christopher Nolan sta svolgendo provini da ore e ore. L’attore irlandese, come tanti altri, si è candidato per la parte del personaggio DC creato da Bob Kane: Batman.

La prova attoriale però non convince Nolan che decide a posteriori di affidargli un ruolo più nelle sue corde, ossia quello dell’antagonista Dott. Jonathan Crane, detto “lo Spaventapasseri“. Un sadico, squilibrato e manipolatore psichiatra del manicomio di Arkham, che indossa la maschera da spaventapasseri solo quando fa esperimenti sui suoi stessi pazienti.

“Ha recitato per la prima volta nei panni di Bruce Wayne e la troupe si è fermata a guardare in un modo mai visto prima, e da allora mai più rivisto. C’era un’elettricità che si sprigionava da quell’uomo. Così, in qualità di regista (Nolan), gli ho affidato il ruolo di Spaventapasseri. All’epoca i cattivi erano stati interpretati solo da grandi star, quali Nicholson e Schwarzenegger. E’ una prova del suo puro talento”.

Con Batman Begins (2005) nasce un sodalizio artistico e un’assidua amicizia che segna la storia del cinema. Vengono abbandonate le atmosfere grottesche di Tim Burton e quelle più leggere di Joel Schumacher. La nuova reinterpretazione del regista dell'”Uomo-Pipistrello” e del mondo che ruota attorno alla città di Gotham ottiene il successo sperato, sia di pubblico che di critica.

Dopo un piccolo cameo nel sequel Il cavaliere oscuro (2008), Murphy ritorna nella parte che lo ha reso celebre nel successivo Il cavaliere oscuro – Il ritorno (2012), in cui il Dott. Jonathan Crane abbandona il suo alter ego e rende un giusto epilogo al suo personaggio.

Cillian Murphy in ‘Batman Begins’ (2005).

L’instancabile lavoro degli anni 2010

La collaborazione con Nolan riprende due anni più tardi con Inception (2010), una pellicola tra le più rappresentative della cinematografia del regista britannico. Ispirato parzialmente al film d’animazione giapponese Paprika – Sognando un sogno (2006), Nolan si interroga sulla potenza dei sogni e soprattutto dei ricordi della memoria. In questo thriller pluri premiato agli Oscar, Cillian lavora al fianco di Leonardo di Caprio e Joseph Gordon-Levitt.

“Le cose stanno come ha affermato Joanne Woodward. Recitare assomiglia al sesso: fallo, non parlarne”.

Nel 2011 interpreta “il custode del tempo” Raymond Leon nella pellicola fantascientifica In Time, ambientata in una futuristica Los Angeles. E’ poi il protagonista di Retreat (2011), Red Lights del regista spagnolo Rodrigo Cortés (2012), Broken di Rufus Norris (2012) e Transcendence, diretto da Wally Pfister, al suo esordio alla regia.

Nel 2014 è co-protagonista, con Jennifer Connelly e Mélanie Laurent, del film drammatico Il volo del falco della regista peruviana Claudia Llosa, dove interpreta il tormentato e malinconico Ivan Ephron. Nel 2015 ricopre il ruolo di Matthew Joy, marinaio di una nave baleniera, diretto da Ron Howard nella pellicola Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick.

“Amo il caos e la casualità. Amo la bellezza dell’inatteso”.

Cillian Murphy in ‘Inception’ (2010).

Peaky Blinders e il personaggio di Thomas Shelby

Distaccato, calcolatore e spietato, ma con un grande amore per la famiglia, la cosa più importante che possiede. Sarà sempre e solo per la sua famiglia, gli Shelby, che Tommy intraprende una scalata al potere dai bassifondi della fredda Birmingham verso i vertici della politica e del potere. L’epopea di un personaggio che è partito dal nulla per diventare qualcuno.

Nessuno meglio di Cillian Murphy avrebbe potuto impersonare Thomas Shelby. La parte gli viene offerta proprio nel 2013, parallelamente alla crescente importanza delle produzioni televisive. La BBC da fiducia a Steven Night, il quale scrive la storia a partire da una banda di giovani criminali locali noti come “Peaky Blinders“, dall’usanza di nascondere lamette nel risvolto dei cappelli, in modo da poterle utilizzare anche come arma.

Nell’arco di 6 stagioni (2013-2022) la serie televisiva corre parallela agli anni che intercorrono tra le due Grandi Guerre, facendosi specchio delle sofferenza di persone tornate come uomini cambiati (lo stesso Thomas soffre di DPSD). L’accoglienza del pubblico si è rivelata di anno in anno maggiore, elogiando in particolare fotografia, scenografia, prove attoriali… insomma tutt’oggi possiamo considerarla al pari dei migliori film d’autore.

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Cillian Murphy in ‘Peaky Blinders’ (2013-2022).

Tra i nomi più acclamati dello star system hollywoodiano

Nel 2016 Cillian Murphy prende parte alla pellicola di carattere storico Missione Anthropoid, alla regia Sean Ellis. Il film narra i fatti dell’Operazione Anthropoid, durante la Seconda guerra mondiale, che videro l’assassinio del generale delle SS Reinhard Heydrich da parte di militari cecoslovacchi il 27 maggio 1942. Segue Free Fire (2016) e il dramma sentimentale The Party (2017), presentato in concorso alla 67ª edizione del Festival di Berlino, dove si è aggiudicato il Guild Film Prize.

Quinta collaborazione con il regista Christopher Nolan è Dunkirk (2017), altro dramma storico ambientato durante la seconda guerra mondiale, il film racconta dell’evacuazione di Dunkerque nel maggio del 1940. Nolan ha scritto la sceneggiatura per raccontare la vicenda con pochi dialoghi e da tre punti di vista differenti (la terra, l’aria e il mare). L’attore irlandese interpreta un soldato sotto shock, unico sopravvissuto dell’attacco di uno U-Boot e ora in preda a crisi post-traumatiche.

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Nel 2018 è il protagonista di The Delinquent Season, film irlandese scritto e diretto da Mark O’Rowe, qui alla sua opera prima. L’anno successivo lo ritroviamo nel thriller di spionaggio di Luc Besson, Anna, mentre nel 2020 è co-protagonista di A Quiet Place II, alla cui regia troviamo John Krasinski.

“Ho un paio di amici che sono attori, ma la maggior parte delle mie conoscenze non è del settore. Amo restarne fuori. Credo che la ricerca di un attore consista solo nel vivere un’esistenza normale, fare cose quotidiane, avere la possibilità di osservare e appartenere al tanto piacevole flusso dell’umanità”.

Cillian Murphy in ‘Dunkirk’ (2017).

Oppenheimer e la messa in scena di un dramma storico

Il 10 marzo 2024 si tiene la 96ª edizione dei premi OscarCillian Murphy viene insignito della celebre statuetta come “miglior attore protagonista” per la sua interpretazione in Oppenheimer (2023), diventando il primo attore irlandese a raggiungere questo traguardo. A tale riconoscimento seguiranno altri 7 premi nelle diverse categorie tra le quali: “miglior regista” a Christopher Nolan, “miglior attore non protagonista” a Robert Downey Jr., “miglior film“…

La pellicola racconta la vita del fisico teorico statunitense J. Robert Oppenheimer. La storia si concentra prevalentemente sugli studi di Oppenheimer, sulla sua direzione del progetto Manhattan durante la Seconda Guerra mondiale e sulla sua caduta in disgrazia a causa della sua audizione di sicurezza del 1954.

“Per me il dramma è conflitto”.

Nolan, con una scelta coraggiosa, rompe ogni linearità d’azione e intreccia tre linee temporali orizzontali (la scienza, il potere, la redenzione) e due blocchi verticali (divisi dalla bomba come rivelazione di un nuovo ordine mondiale). Si focalizza sulla figura complessa, sfuggente e ambigua del protagonista; brillante studioso disposto a tutto per la scienza ma anche anima lacerata da dilemmi morali, ambizioso ma anche vanitoso ed egoista.

“Non mi interessa la vita di un brav’uomo. Mi interessa la contraddizione”.

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Cillian Murphy in ‘Oppenheimer’ (2023).

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