Nata a La Plata, Argentina, nel 1981, Laura Citarella è attualmente una delle voci più autorevoli e autoriali del Nuovo Cinema Argentino. Oltre ad insegnare all’Universidad Nacional de La Plata, la sua carriera registra la direzione di diversi cortometraggi e quattro lungometraggi, tra cui Ostende (2011), La mujer de los perros (2015), Las poetas visitan a Juana Bignozzi (2019) e Trenque Lauquen (2022), quest’ultimo presentato in competizione nella sezione Orizzonti della prestigiosa Mostra Internazionale d’arte Cinematografica di Venezia nel 2022. Citarella ha acquisito anche fama come produttrice indipendente, contribuendo a progetti come Historias extraordinarias (2008) e La Flor (2018) di Mariano Llinás, e Castro (2009), El loro y el cisne (2013), El escarabajo de oro (2014) e Por el dinero (2019) di Alejo Moguillansky.
Il gusto per l’esplorazione dell’avventura nella vastità della Pampa argentina, l’attrazione per il mistero e la capacità di creare uno spazio unico caratterizzano i ritratti delle donne indipendenti e controcorrente che sono al centro della sua filmografia. La poesia e la musica fungono da elementi essenziali in una ricerca cinematografica che pone l’immagine, la narrazione e l’amore per il racconto come simboli di una libertà artistica e produttiva ricercata e rivendicata. La collaborazione di Citarella con attrici come Laura Paredes e Verónica Llinás, figure di spicco del cinema argentino contemporaneo, rappresenta il frutto di un’esperienza ventennale, coesa e imprescindibile per chiunque sia interessato al cinema contemporaneo.
El Pampero Cine
Attraverso i suoi vasti panorami che si estendono all’infinito, l’Argentina si è trasformata in un palcoscenico per racconti epici nel suo panorama cinematografico nazionale. Da La Flor (che con i suoi 868 minuti di durata detiene attualmente il record per il film argentino più lungo della storia) al coinvolgente thriller Los Delincuentes (Rodrigo Moreno, 2023), i registi argentini stanno sempre più esplorando l’uso della durata come dispositivo per sfidare le convenzioni di genere consolidate, sfruttando appieno le sue potenzialità suggestive.
Il fulcro di questo movimento in crescita è rappresentato dal collettivo cinematografico El Pampero Cine, un’organizzazione radicale fondata nel 2002 da Mariano Llinás, Agustín Mendilaharzu, Alejo Moguillansky e Laura Citarella.

Da sinistra: Alejo Moguillansky, Laura Citarella, Mariano Llinás, Agustín Mendilaharzu
Pur essendo tutti registi affermati, i membri fondatori si impegnano anche in sceneggiatura, produzione, montaggio, recitazione e fotografia nei progetti dei loro colleghi, evitando così i canali tradizionali di finanziamento e distribuzione. Questa libertà artistica e collaborativa ha dato vita a film che sfidano le convenzioni mainstream.
«La prima volta che ho incontrato Mariano Llinás, che era mio professore all’università, mi ha colpito il suo approccio casereccio e sfrenato di pensare alla produzione. I film del Pampero Cine devono la loro esistenza al modo in cui vengono prodotti, che è quasi l’unica maniera che conosciamo di fare cinema. Il grado di avventura e sfrontatezza, lo schema rizomatico per cui tutto si espande e si apre da ogni lato non sarebbe possibile se non li producessimo con questa idea di “compagnia”, di gruppo, che ci caratterizza. Se si parte dall’idea che gli oggetti cinematografici non sono merci, se non li si considera come qualcosa da cui trarre profitto, vengono meno moltissimi obblighi e faccende commerciali; e quando non sei in debito con nessuno puoi lavorare con gli attori che vuoi e far durare i film quanto devono durare.»
ha dichiarato recentemente Citarella durante un’intervista per Il manifesto. L’ultima creazione di questo stimolante modello sperimentale è Trenque Lauquen, acclamato come il miglior film del 2023 dai critici dei Cahiers du Cinéma, notoriamente esigenti. Si tratta di un’opera divisa in due parti che mescola al suo interno mistero epistolare, giallo, thriller e mostri, sfidando ogni tentativo di categorizzazione. Il risultato è una sorta di matrioska cinematografica, intessuta di elisioni strutturali e ispirata all’ossessione letteraria, un’epopea borgesiana che intreccia storie con altre storie fino a ottenere un amalgama ludico ed estatico.
In occasione dell’uscita su Mubi della rassegna dedicata all’ultima fatica di Citarella, ripercorriamo insieme alcune tappe fondamentali della sua carriera registica.
Ostende (2011)

Laura (Laura Paredes) arriva nell’esclusivo hotel sulla spiaggia alcuni giorni prima del suo compagno, vincitore di una vacanza per due. La spiaggia battuta dal vento risulta poco invitante per una donna sola, e l’attenzione di Laura si concentra sull’osservazione di un uomo distinto dai capelli bianchi (Julio Citarella), che sembra condividere la sua stanza con due giovani donne attraenti. Un giorno, seguendoli, Laura assiste a una lite. Si tratta di qualcosa di sospetto?
Con una narrazione tranquilla ma densa di atmosfera, Ostende si configura come un thriller ambientato in un resort turistico fuori stagione dove si celano possibili eventi misteriosi. Tutto si dipana nella mente della giovane protagonista che, similmente a quanto avviene ne La Finestra sul Cortile (Rear Window, Alfred Hitchcock, 1954), osserva gli altri ospiti e fantastica su un crimine potenziale, sebbene improbabile. Diretto con eleganza e una notevole cura per i dettagli dalla regista esordiente Laura Citarella, questo film d’arte di dimensioni contenute potrebbe trovare apprezzamento nei circuiti festivalieri, pur non possedendo la forza dirompente per un successo più ampio.
La mujer de los perros (2015)

Una donna (Veronica Llinas) vive in esilio con un branco di cani ai margini di Buenos Aires. Trascorre le sue giornate riparando la sua baracca, cercando cibo e vivendo in comunione con la natura.
Nessun dettaglio biografico o di background è fornito sulla “Dog Lady” senza nome che vive con una dozzina di cani randagi devoti nella sua dimora improvvisata. Presentato come una serie di episodi che occasionalmente sembrano dirigersi verso una trama più convenzionale ma poi non lo fanno mai, la sceneggiatura essenziale di Citarella e Llinas presenta la sua protagonista come un essere quasi spettrale, distaccato dal mondo ordinario, che trova conforto soltanto nella comunione con la natura. La colonna sonora di Juana Molina, con i suoi stili elettronici basati sul basso, arricchisce ulteriormente l’atmosfera del film.
Las poetas visitan a Juana Bignozzi (2019)

Una poetessa muore. Un’altra, più giovane, riceve come eredità il mandato di far conoscere la sua opera. A questo compito si unisce una squadra di donne del cinema. Questo strano connubio mette in moto questo film che, curiosamente, non assume la forma di un’indagine ma di un quadro ancora più complesso e sottile. Com’era prevedibile, sorgono domande, ma anche rivelazioni, riaffiorano segreti e una persistente incertezza che finisce per diventare un traguardo. Attraverso queste strategie laterali, la poetessa Juana Bignozzi (1937-2015) emerge nel film in tutto il suo splendore. In questo documentario/video-essay ci sono più domande che risposte (come filmare la poesia, come ricostruire la storia di una scrittrice), molti tentativi ed errori, e la ricerca continua, i dubbi interni (che vengono resi espliciti tutto il tempo) divengono essenziale del film stesso.
Trenque Lauquen (2022)

Una donna (Laura Paredes) scompare. Due uomini si mettono in viaggio per cercarla: entrambi la amano. Perché se n’è andata? Con questo interrogativo, che ne costituisce anche il fulcro, inizia Trenque Lauquen, lungometraggio complesso e stratificato, diviso in due parti e suddiviso in dodici vari capitoli. La prima parte del film esplora la ricerca di lettere e misteri nascosti nei libri antichi, mentre la seconda parte si spinge nella fantascienza, richiamando echi del cinema di Antonioni.
Nonostante la complessità, il film risulta estremamente coinvolgente, arricchito da musiche suggestive e ottime performance attoriali. El Pampero Cine offre ancora una volta una lezione di cinema e vita, dimostrando che le oltre 4 ore di durata del film non sono mai un peso, ma un’esperienza da vivere fino in fondo, immersi in un universo che crede nel potere dei grandi racconti e dei miti.
La recensione completa di Trenque Lauquen. Il film è attualmente disponibile su Mubi.