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Irish Film Festa

‘Lie of the Land’ il thriller in concorso all’ Irish Filmfesta

Un film avvincente, già migliore opera prima irlandese al Galway Film Fleadh 2023

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lie of the land

In concorso all’ Irish Filmfesta, Lie of the land per la Regia di John Carlin e la sceneggiatura di Tara Hegarty.

Nel cast Nigel O’Neill, Ali White, Barry John Kinsella, Abe Smyth, Paddy Jenkins.

Il film ha vinto il Premio per la migliore opera prima irlandese al Galway Film Fleadh 2023.

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Lie of the land la trama

Dopo la morte della madre di lei, l’anziana coppia di agricoltori Kath e Matthew decide di fuggire da una situazione finanziaria disastrosa, con un pesante debito che grava sulla loro piccola proprietà, per tentare una nuova vita altrove. L’occasione arriva tramite Shepherd, un misterioso sconosciuto che promette, dietro compenso, di allontanarli da tutti i loro problemi. Ma il giorno della partenza, la coppia cambia idea. Shepherd, infuriato, diventa violento e scatena una caccia mortale intorno alla fattoria.

Il regista

John Carlin lavora come regista nell’industria televisiva da 20 anni. Nel corso della sua carriera ha realizzato film e video per BBC, Channel 4, RTE e Netflix. Ha inoltre diretto i cortometraggi horror Exposure e 6 Feet Under e i premiati cortometraggi The Way Back e Echoes. Lie of the Land è il suo primo lungometraggio.

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Lie of the land la recensione

Perchè la ‘menzogna della terra’ ? Per le promesse non mantenute? Se letteralmente il termine descrive la topografia fisica di un luogo o di un’area specifica (ad esempio, se comprendere la conformazione del terreno ti aiuta a navigare in base al terreno e all’altitudine), figurativamente lie of the land si estende al particolare stato o condizione di qualcosa.

Come esiste o si è sviluppata la situazione prima di fare delle scelte. Quindi, prima di investire in un ‘mercato’, è prudente capire la menzogna del terreno. L’affidabilità.

Qui, anche in senso figurato, ovviamente.

Nel film di John Carlin il paesaggio non è affatto attraente e la situazione è cupa: i contadini hanno sempre più difficoltà a guadagnarsi da vivere. C’è però sicuramente un altro significato fra le parole del titolo: la bugia, la menzogna che si annida nell’anima delle persone (la coppia cade preda di uno spietato truffatore).

Ambientato a Ballymena, nel cuore della campagna irlandese, il film non ha scenari particolari. Si apre prima dell’alba, con un’ illuminazione cupa, grigia e incolore. Un’aura deprimente circonda ogni cosa, una cupezza che ben si adatta allo stato d’animo dei Ward, Mathew (Nigel O’Neill) e Kath (Ali White), preoccupati di dover vendere tutto il loro bestiame, e che accompagnerà un po’ tutto il film fino alla fine.

I Ward disperati per i debiti accumulati, non sanno come superare la crisi, ma Gabriel Shepherd (Barry John Kinsella) offre una soluzione insolita anche se illegale. Nuove identità, una nuova esistenza altrove in un paese in cui non possono mai essere rintracciati. Come spesso accade, se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, di solito è falso, e quando Shepherd insiste per prendere i fondi del Ward, ma tornare a prenderli in un secondo momento, la coppia teme l’inganno e annulla l’affare. Shepherd, tuttavia, non accetta un “no” come risposta e mette la coppia sotto assedio nella propria casa fino a quando il pagamento non viene effettuato.

Con solo quattro personaggi, si mantiene comunque la suspense con l’instaurarsi di una vera e propria guerra, anche psicologica, di logoramento fra personaggi feriti ma sopravvissuti.

La vera suspense nasce proprio dalla coppia che cerca di superare l’atteggiamento disfattista che hanno sviluppato nel corso degli anni,  costringendosi a reagire finalmente. La loro timidezza e la fragilità legata all’età sono ostacoli da fronteggiare e superare.

L’autrice Tara Hegarty aggiunge al film un chiaro fondo di riflessione sociale.

Oltre alla disperata situazione finanziaria di agricoltori come i Ward, l’ambiguità morale dei personaggi di contorno è evidente, con il cattivo che osserva come fosse un peccato che in passato non ci fosse nessuno come lui ad aiutare le ragazze che rimanevano incinte fuori dal matrimonio.

Il regista John Carlin sfrutta tutti i metodi tradizionali per creare suspense. Il film è girato in penombra con un umorismo nero che cresce man mano che la storia procede. Domina un triste senso di rammarico accentuato dall”assenza di bambini. Un thriller elettrizzante.

Lie of the Land

  • Durata: 80'
  • Genere: thriller