fbpx
Connect with us

Mubi Film

‘Lions Love… (and lies)’, l’esperimento metacinematografico di Agnès Varda

Il ritratto del triangolo amoroso tra tre artisti nella scena di Hollywood del 1968 si trasforma una riflessione sul confine tra vita e finzione

Pubblicato

il

lions love... (and lies)

É disponibile per la visione su Mubi Lions Love… (and lies), uno dei film meno noti ma più interessanti di Agnès Varda. Il film, non a caso inserito nella rassegna dal titolo “La geometria non é un reato”, racconta del triangolo amoroso tra tre personaggi celebri nella scena artistica statunitense intorno al 1968, mentre discutono di politica, religione e arte. Girato come se fosse un documentario, Lions Love si rivela essere molto di più: un’appassionata e complessa analisi sul rapporto tra finzione cinematografica e realtà. 

Lions Love… (and lies): la trama 

Lions Love… (and lies) é il resoconto dell’incursione di Agnès Varda in una Hollywood animata dallo spirito del Sessantotto, tra rivoluzione sessuale e mutamenti sociali e politici. É emblematico, in questo senso, il triangolo amoroso protagonista del film, formato dall’attrice Vida, celebre star dei film di Andy Warhol, e gli autori del musical di culto Hair, Gerome Ragni (Gerry) e James Rado (Jim). I tre artisti convivono in una grande villa in affitto sulle colline di Los Angeles, dove trascorrono le giornate estive tra atti amorosi e discorsi su politica, religione e arte mentre cercano senza successo di formare una famiglia adottando (temporaneamente) dei bambini. Lions Love é una raccolta di impressioni e sentimenti di un periodo storico irripetibile e di radicali modificazioni, di cui la vita della relazione triangolare protagonista é un simbolo perfetto. 

Ma Varda non si sottrae dal fare cenno a eventi storici sconvolgenti come gli attentati a Robert Kennedy e ad Andy Warhol, che fanno irruzione nella vita dei protagonisti attraverso la televisione, uno dei pochi oggetti reali nella casa dei protagonisti. Quasi tutto all’interno della villa è infatti artificiale, persino le piante, che Viva descrive come “più belle di quelle vere”. I mobili, le pareti e anche le persone sono trasformati in delle opere d’arte. Ed é a partire da qui che la regista si pone una domanda, rivolta anche agli spettatori: fino a che punto quello che vediamo sullo schermo è realtà?

L’operazione metacinematografica di Agnès Varda

Varda ci coinvolge nel suo gioco fin dall’inizio, rendendo palese la sua presenza in una delle prime scene quando urla lo stop agli attori. La regista entra in campo anche fisicamente, apparendo prima nel riflesso di uno specchio (anticipando una delle scene più famose del suo Jane B Par Agnès V.), poi a interpretare il ruolo di un’altra regista, Shirley Clarke. Regista sperimentale molto celebre nella scena newyorkese e non solo, Clarke finisce a farsi ospitare in casa di Viva e dei suoi amanti mentre si trova a Los Angeles nella speranza di trovare finanziatori per il suo film, che racconterà proprio la storia di un gruppo di attori di Hollywood.

È qui che si rivela nel modo più evidente e inequivocabile possibile la natura metacinematografica dell’operazione di Varda, che fa dell’altra regista il suo alter ego cinematografico e con cui entrando in campo si scambia momentaneamente per interpretare, di fatto, anche se stessa. 

lions love... (and lies)

Ma anche Viva, Jim e Gerry sono attori consapevoli di essere filmati. Dopo qualche minuto dall’inizio di Lions Love infatti la regista ferma le riprese e i protagonisti si rivolgono direttamente a lei, rompendo così la nostra illusione di stare spiando la loro vita reale. Quelle che vediamo sullo schermo sono tre attori che interpretano se stessi e che, nel fare ciò, riflettono sulla natura del film stesso. L’operazione arriva all’apice sul finale, quando i protagonisti si alternano nello schermo recitando dei brevi monologhi che rivelano il vero significato del film: in uno di questi James Rado si toglie la parrucca, svelando in modo chiaro di avere recitato un ruolo. 

La questione irrisolta di Lions Love 

Questa riflessione sulla possibilità di tracciare un confine tra vita e finzione cinematografica non è una novità nel cinema di Agnès Varda e non si esaurisce di certo in Lions Love. Ma quanto rimane dalla visione é che la regista non ci consegna una risposta netta e definitiva, perché sembra non averla ottenuta neppure in prima persona. Nonostante non sia uno dei film più amati di Varda, Lions Love… (and lies) è sicuramente uno dei più interessanti, perché capace non solo di restituirci lo spirito dell’epoca con grande precisione, ma soprattutto di trascinarci in un dibattito sulla natura stessa del cinema che probabilmente non avrà mai una soluzione definitiva. Ma forse, come sembra suggerire la regista, è proprio in questo labile confine tra realtà e finzione che si nascondono il fascino e la magia del cinema. 

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers