Sopportare una separazione è davvero difficile. Ma se proprio diventa troppo impossibile da gestire possiamo sempre cancellare dalla nostra mente il ricordo della persona e tutto ciò che si è vissuto insieme.
É quanto racconta Eternal sunshine of a spotless mind, titolo originale di Se mi lasci ti cancello, opera psicoanalitica, che ha appena compiuto 20 anni, del talentuoso Michel Gondry.
Riferimento culturale per molti altri film a venire, Eternal Sunshine ha definito le successive tendenze cinematografiche sul modo di raccontare le relazioni e viene spesso citato come riferimento (Perfect Days) se si parla di storie sull’ Amore, le Possibilità di scelta, l’influenza del Fato e della casualità.
Venti milioni di budget iniziale per il film interpretato da Kate Winslet e Jim Carrey (coppia insolita sulla carta ma riuscitissima sullo schermo), che ottenne un immediato riscontro positivo sia sul pubblico (74 milioni di incassi) che sulla critica (due nomination all’Oscar e la vittoria per la sceneggiatura originale di Charlie Kaufman). La storia è firmata anche dal regista e da Pierre Bismuth.
In Italia venne diffuso col discutibile tiolo Se mi lasci ti cancello, eliminando la poesia del verso inglese di Alexander Pope :
Non è felice il Destino dell’incolpevole vestale! Dimentica del mondo dimenticata/Infinita letizia della mente candida (Eternal sunshine of a spotlight mind).
Ossia: Com’è felice una mente candida?
Nel film la citazione fa sicuramente riferimento alla ‘pulizia’ dal dolore del ricordo, dal voler cancellare il rimpianto e tutto ciò che ne consegue, dall’allontanare il pesante fardello del fallimento e poter resettare, ma il verso scava molto più a fondo andando a sondare nella mente e nella personalità dei due protagonisti. Perché poi sono loro che fanno il film. L’anima della Storia sono Joel e Clementine, con le loro sfaccettature, debolezze , specialità. Lui è stato appena lasciato dalla sua fidanzata Clementine. Lei, per dimenticare ogni traccia di quella relazione, si rivolge ad una clinica/agenzia dal nome simbolico, Lacuna, specializzata nel cancellare dalla mente fette di ricordi.
Durante il procedimento di reset, gestito dal caotico trio Mark Ruffalo, Kirsten Dunst e Elija Wood, Joel però si ribella alla possibilità di non ricordare più Clementine e ‘decide’ di fermarsi in una sorta di oblìo temporale. Segue un viaggio onirico dove sempre più sottile sarà il confine tra finzione e realtà e in cui si riflette sull’importanza del Ricordo inteso come Tempo ‘dedicato’ alla conoscenza di una persona e come spazio unico perchè mai più replicabile. Il Dolore diviene una parte necessaria del vissuto, ostacolo da fronteggiare e superare per andare oltre ‘consapevolmente’.
Non solo dunque una riflessione sull’Amore, come si potrebbe pensare: il film di Gondry va ben oltre divenendo una sorta di seduta psicoanalitica su tematiche importanti quali temporalità, sogno, psicanalisi, disturbi umorali, traumi infantili, sperimentazione medica, difficoltà relazionali e, in anticipo sui tempi, sui pericoli dell’eccesso di Tecnologia.
I Temi di Charlie Kauffman nel film
Apparentemente Eternal si discosta un po’ dai tipici stilemi dell’autore della sceneggiatura ma allo stesso tempo c’è molto dei precedenti film. Già in Essere John Malkovich aveva instillato i primordi del ‘germe indagatore’ sviluppato successivamente. Il surrealismo dell’assurdo e grottesco è sempre stato un elemento fondante della sua poetica. Lo ritroviamo anche in Eternal nelle facce senza volto di Joel , nei meandri del ricordo nascosto, nel simbolo della dissimulazione continua. Kauffman insieme al regista sfrutta al massimo i propri personaggi e i loro caratteri per raccontare il tema dell’identità.
Anche in Human Nature e ne Il ladro di orchidee aveva convogliato aspetti filosofici in un binomio contenutistico di grande complessità e profondità. Forte la componente autobiografica: Kaufmann riesce a sfruttare ogni singolo elemento che ha inserito nella narrazione per creare una riflessione intimista e introspettiva unica, in un gioco di specchi infinito. Anche Synecdoche, New York (2008) Anomalisa (2015) e l’ultimo Sto pensando di finirla qui , (i film da regista) sviluppano la visione surrealista e il discorso sull’affettività, sul nostro rapporto col passato e su come veniamo plasmati da determinate esperienze.
Se mi lasci ti cancello: i Personaggi
Clementine è eccentrica, colorata , vivace, vitale ed energica. Joel è ombroso, riservato, timido e inibito da ogni punto di vista. Eppure si amano, eppure si appartengono, eppure hanno bisogno di essere “resettati” mentalmente per dimenticarsi a vicenda e tornare all’eterno splendore di una mente ripulita dal ricordo.
Jim Carrey e Kate Winslet (candidata all’Oscar per questo ruolo) ‘vestono’ perfettamente gli abiti così diversi tra loro di Joel e Clementine che si incontrano, si innamorano e infine si “cancellano” in questo puzzle frammentato ma perfettamente coerente. Un rompicapo metaforico sul tempo perduto, sulla capacità di ricreare il ricordo sì ma, soprattutto una crudele e spietata analisi “psichedelica” sulle diverse fasi di un rapporto sentimentale: dall’innamoramento impetuoso al quotidiano e maturo amore dei giorni successivi, dalla normale e rassicurante consuetudine al disincanto e ai problemi di un’incompatibilità difficile da colmare.
Nel mare di neve ( memorabile la scena della spiaggia colma di neve mentre il vento soffia gelido sul mare) la coppia cerca di tenere questo amore al riparo da un gelo che incombe minaccioso a cancellarne il ricordo. Joel vuole non ricordare più ma, in realtà non lo vuole sul serio e il suo inconscio lotta disperatamente per preservare la traccia di quel sentimento.
Attraverso una chiara metafora di un’ infelice seppur grande storia d’amore, i due si troveranno infine al punto di partenza; ogni tentativo di liberarsi del ricordo fallisce e il ricordo stesso si insinua tra altri ricordi, a cui non appartiene veramente, nel tentativo di nascondersi e sopravvivere. Sopravvivere al Tempo.
“Almeno torna indietro e inventati un addio. Facciamo finta che ci sia stato.” (Joel)
Riassumere questo piccolo grande e meraviglioso film non è semplice in realtà, non si finirebbe mai di analizzare le sue dinamiche e la ricchezza di sfaccettature psicologiche, ma quel che è certo è che Eternal Sunshine of a spotless mind emoziona, turba, fa sorridere e commuove con la stessa potenza di venti anni fa lasciando dentro una “sensazione “ quasi tattile di quella che è una delle “ tragedie” più grandi che possa mai capitare ad un essere umano: la fine di un grande amore.