Stabat Mater è un cortometraggio d’animazione, in gara per la 14^ edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival. Omonima della composizione sacra di Giovanni Battista Pergolesi, la pellicola proviene dalla Pôle 3D School in Francia e, più precisamente, dalle menti di Hadrein Maton, Quentin Wittevrongel, Arnaud Mege, Coline Thelliez e William Defrance.
Come nei casi di Fox Tossing, Devotions e La Notte – quest’ultima figlia dalla scuola italiana CSC Piemonte – l’opera non presenta alcun dialogo al suo interno. Tra i trenta cortometraggi in gara, quindi, la Francia si presenta in quel di Venezia con ben due prodotti. Oltre a Stabat Mater, infatti, i transalpini potranno contare anche su Le Chant Des Bêtes, prodotto dalla scuola La Fémis e con Titouan Repert alla regia.
La trama di Stabat Mater
La storia ha come protagonista un anziano scultore, tanto innamorato della sua arte, quanto consapevole che il suo tempo sia ormai giunto al termine. Dopo pochi minuti, caratterizzati dalla presa di coscienza dell’artista, l’inquadratura si sdoppia, dando la possibilità allo spettatore di avere da una parte l’artista stesso e, dall’altra, una piccolissima creatura d’argilla, pronta a prendere vita.
Lo scultore, ormai rassegnato, compie l’estremo gesto, salendo su un sgabello e impiccandosi. Il doppio schermo, a questo punto, si ricongiunge in una sola inquadratura, con la creatura argillosa che assiste impotente alla fine del suo creatore. La scultura, infine, decide di liberare l’anziano, poggiandolo a terra e dandogli un doloroso addio, allontanandosi dal corpo esanime.
Recensione
Stabat Mater è un insieme di piccoli capolavori stilistici, sia a livello tecnico che comunicativo. Lo stop motion viene utilizzato in maniera decisa, pur lasciando spazio ad un eleganza presente durante tutto il cortometraggio. La regia è ispiratissima, con dei piani sequenza capaci sia di caratterizzare i personaggi, sia di dare ritmo e profondità alla storia. Dulcis in fundo, il coupe de theatre ottenuto grazie allo split screen, con il corpo dell’artista impiccato in perfetta simmetria tra uno schermo e l’altro, seppur in momenti diversi, come testimoniato dall’intelligente utilizzo della luce.
In conclusione, arte, musica e filosofia si mescolano benissimo, in un cortometraggio esistenziale e in grado di raccontare l’essenza più pura della creatività. Un essere umano innamorato delle proprie idee, al punto che la sua fine non giustifica alcuna sparizione, poiché l’idea stessa è l’estensione intima ed eterna del sua figura nel mondo. Per maggiori informazioni sul Ca’ Foscari Short Film Festival, leggi il programma dell’evento.