In streaming su Netflix il neo noir thailandese Redlife, presentato al Tokyo International Film Festival, è diretto da Ekalak Klunson . Nel cast Thiti Mahayotaruk, Supitcha Sungkajinda, Krongthong Rachatawan, Karnpicha Pongpanit.
Il film racconta la vita difficile condotta da giovani donne e uomini che sognano una svolta che possa cambiare tutto.
RedLife la trama
Som (S. Sungkajinda) è un’ adolescente complessa. La madre Aoi (K. Rachatawan) è una prostituta e cerca in ogni modo di fornire alla figlia una buona istruzione. Aoi spera che la ragazza non finisca per fare il suo stesso lavoro e fa di tutto per guadagnare i soldi necessari per vivere in modo dignitoso. Un vecchio cliente di Aoi le offre dei soldi extra di tanto in tanto e lei spera di poter contare su di lui per l’istruzione di Som. La ragazza intanto fa amicizia con Peach, ricca e molto popolare a scuola, e ambisce ad ottenere quella stessa condizione di vita. Suo amico e confidente è lo zio Guk che accoglie le ansie della nipote e che comprende il cambiamento che sta attraversando. Protagonisti delle altre storie del film sono Ter ( T. Mahayotaruk) piccolo criminale del luogo, e la sua ragazza Mind (K. Pongpanit) . Mind si prostituisce per raccogliere i soldi necessari ad andar via ma, la gelosia di Ted rischia di mandare tutto all’aria.
Disagi
Parte bene il dramma di Klunson che mostra il disagio e le difficoltà quotidiane dei protagonisti del racconto. Dialoghi tesi soprattutto nell’affrontare l’accettazione da parte di Som del lavoro di Aoi e nell’analisi della disfunzionalità della relazione madre-figlia. La scrittura di Ekalak e degli altri sceneggiatori approfondisce il malessere della mancata approvazione, la ricerca di un affetto sincero e genuino , la scoperta della sessualità, la fuga mentale che culmina nella speranza di una vita mai avuta. Il soffermarsi molto su questo processo ha però rallentato l’evoluzione delle altre storie creando un effetto di ripetizione accentuato dalla presenza di scene che appaiono meri riempitivi della storia.
Sottotrame
La vicenda che coinvolge Ter , geloso del lavoro di Mind , avrebbe potuto ricevere un maggior approfondimento e un’attenzione più coinvolgente. Manca l’impatto deciso e una forte presa di posizione senza contare che , ruotando sempre sullo stesso punto , il film appare rallentato e appesantito , impedendo il crearsi di un reale coinvolgimento nella storia.
Un film lungo 2 ore che avrebbe potuto risolversi in molto minor tempo indagando meglio alcuni tra gli aspetti più interessanti. La Bangkok oscura megalopoli , ventre da cui è quasi impossibile da fuggire, poteva essere mostrata più a fondo (c’è riuscito meglio il ‘terrificante’ capitolo 2 di Una notte da leoni) e questo avrebbe contribuito a dare più consistenza al pathos delle altre storie.
Quello che comunque esalta il film sono le intenzioni dei personaggi (bravi gli interpreti) con un Focus sulle loro emozioni, i loro desideri di rivalsa, di Amore e di fuga. I loro sogni contano anche se vengono fagocitati da un girone infernale fatto di povertà e miseria umana che non fornisce una reale via d’uscita.
Alla fine tutte le storie collegate fra loro culminano , come in Amores Perros, in un finale tragico che non genera però quell’attesa emozione del dolore.