fbpx
Connect with us

In Sala

‘Il Cacciatore’ di Cimino – L’analisi sociale del Vietnam

L'opera magna del regista newyorkese non è un semplice film sulla guerra del Vietnam, ma una vera e propria analisi sociale di quel periodo

Pubblicato

il

La guerra del Vietnam è uno degli eventi più importanti e terrificanti della storia americana e mondiale. Un evento che il cinema ha fatto suo, rielaborandolo, per permettere alla società di metabolizzare e superare il trauma che la guerra ha portato con sé. Uno dei maggiori capolavori è sicuramente Il Cacciatore di Michael Cimino, un’opera che trascende la guerra e che porta a galla un’analisi sociale fondamentale di quel tempo.

Tra Coppola e…Coppola

Il Cacciatore è uno di quei film che nasce sulla scorta della New Hollywood, uno dei periodi aurei del cinema americano. Tra i grandi autori del periodo, uno dei maggiori innovatori fu Francis Ford Coppola che con l’epopea della Famiglia Corleone e Apocalypse Now, tracciò una nuova via nel ritrarre la società americana dell’epoca. L’opera di Cimino deve molto a quelle di Coppola e paradossalmente, nonostante il tema condiviso con il capolavoro con Martin Sheen, deve molto di più a Il Padrino, almeno nella sua dimensione sociale. Infatti, anche Il Cacciatore si sviluppa non tanto come la narrazione lineare di una storia, come accade in Apocalypse Now, ma si presenta come una vera e propria analisi della società e delle micro comunità. La questione del Vietnam passa quasi in secondo piano come se fosse un intermezzo, assolutamente necessario, per sviluppare una tesi.

Perché un uomo che sta troppo poco con la famiglia non sarà mai un vero uomo

Una delle frasi più famose pronunciate da Don Vito Corleone è anche la chiave per snocciolare quello che Il Cacciatore porta su schermo. Nell’opera di Coppola la Famiglia, con la F maiuscola, è il motore primario di tutte le azioni compiute da Michael e gli altri protagonisti. La Famiglia ne Il Padrino è ciò che porta avanti gli affari e la vita sociale. Tutto è rimesso agli interessi comuni e chi non rispetta la Famiglia viene punito, che sia uno sconosciuto, un socio o rivale d’affari, ma anche un suo stesso membro.

Ne Il Cacciatore il concetto della famiglia si allarga ai rapporti non solo di sangue, ma soprattutto di amicizia. I protagonisti sono amici fraterni. Cresciuti insieme in una piccola località montana, alcuni di loro fanno parte di una comunità russo-americana. Lavorano nella stessa fabbrica, frequentano gli stessi locali, le stesse donne. La comunità stessa è un enorme famiglia che non sembra preoccupata dalla partenza per il Vietnam dei personaggi interpretati da Robert De Niro, Christopher Walken e John Savage. Al contrario, molti sembrano entusiasti della partenza dei tre per la difesa della patria. Se quindi da una parte abbiamo una Famiglia organizzata, gerarchica, che combatte quando minacciata e che non risparmia punizioni, dall’altra, Cimino mette in scena una enorme famiglia allargata che nella coesione rimane molto frammentata. Una famiglia che rinuncia a una reale identità unificata per sviluppare multiple identità.

La contronarrazione del Vietnam

Quella che Il Cacciatore mette in scena è una convinta contronarrazione della guerra del Vietnam. Mantenendo la linea di confronto con le opere di Coppola, non può non saltare all’occhio una grande differenza con Apocalypse Now. Nel viaggio infernale del capitano Willard la dimensione eroica è comunque ben presente; a ben vedere è presente anche in quel colonnello Kurtz simbolo della follia e dei traumi che la guerra ha portato nella mente e nell’animo dei soldati. L’eroismo dei personaggi di Coppola è certamente malato, ma rimane una sfumatura del grande viaggio dell’eroe che attraversa un’avventura che lo cambierà nel profondo. In Cimino, al contrario, non esiste nessun eroe. I tre protagonisti sono l’incarnazione dei migliaia di ragazzi che senza nessuna preparazione vennero mandati nella giungla in pasto alle sofferenze più indicibili. Ed è questo uno dei fulcri della narrazione de Il Cacciatore: il Vietnam non è luogo dove ricercare la gloria o una missione. La guerra è sporca e malata, tortura indicibilmente la psiche degli uomini. Non a caso il brusco stacco di montaggio che ci porta in Vietnam ci mostra un De Niro semi incosciente circondato da cadaveri, e subito di seguito un soldato che trucida dei civili nascosti in una sorta di bunker. Al ritorno in patria questa dimensione viene ancora più amplificata. I personaggi di De Niro e Savage sono distrutti, frammentati. E qui torna la dimensione sociale che diventa dramma. I due ragazzi non sono più in grado di condurre una vita lì dove sono cresciuti. Gli amori, le amicizie, i conflitti: tutto assume una dimensione fantasmatica lasciandoli in un limbo quasi impossibile da superare.

Un Colpo solo

Sicuramente una delle battute più celebri del film: il dialogo tra De Niro e Walken. Il primo spiega la filosofia del colpo singolo: il cervo non ha il fucile, bisogna abbatterlo in un colpo solo altrimenti non è leale e così dovrebbe essere morire in Vietnam, leale. Il personaggio di De Niro ruota intorno a questo concetto che lo spingerà nelle sue azioni. Ogni iniziativa ha un colpo solo: la caccia, il tentativo di amare, il salvataggio dei suoi compagni, l’accettazione della solitudine e della morte. Sarebbe riduttivo infatti legare il concetto alla sola funzione che unisce la tortura della roulette russa e la caccia.

Il colpo singolo è quello che tutti i personaggi sparano in qualche modo. Il più terribile è quello del personaggio di Christopher Walken: totalmente distrutto dall’esperienza della guerra e della prigionia, l’unica soluzione che vede è rimanere in una Saigon che è eco delle giungle vietnamite. Nel tentativo di essere eroe, fermare la roulette russa che in città è divenuta gioco d’azzardo, rimane invischiato in quel mondo terrificante fino a perdere la sua stessa identità a causa dell’eroina. Una personalità che verrà ritrovata solo nella straziante scena finale, dove raggiunto nella bisca da De Niro, rinsavisce grazie a lui.  La mente è però spezzata, e la soluzione alla sofferenza si traduce in tre parole: UN COLPO SOLO!

Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers

Il cacciatore