Abbiamo fatto due film insieme e sono state tra le più grandi esperienze della mia vita. Forse c’è tempo per una terza.
Queste le parole, riportate da Variety, del maestro Martin Scorsese, dopo aver ricevuto il premio come miglior regista alla cerimonia di premiazione tenuta dalla National Board of Review, nella lussuosa sala del Cipriani, sulla 42esima a Manhattan. A consegnare il premio c’era lui, Daniel Day-Lewis, uno dei più grandi attori del ventunesimo secolo, uscito solo in questa occasione dal suo ritiro dai riflettori, dopo aver dato, nel 2017, il suo secondo e “ufficiale”, addio al mondo del cinema. Ma quando Scorsese chiama (per la terza volta, tra l’altro), è difficile resistere alla tentazione di non rispondere.
Un sodalizio tra mostri sacri del cinema.
La prima collaborazione tra Martin Scorsese e Daniel Day-Lewis risale al 1993, ne L’età dell’Innocenza, un romance ambientato nel 1870 che vede la partecipazione anche di una Michelle Pfeiffer già all’apice della sua carriera. Tuttavia, il film non è tra i più conosciuti di Scorsese, ed è spesso passato in secondo piano, soprattutto rispetto al più “recente” Gangs of New York, anche questo un film storico, ma ben più cruento. Uscito nel 2007, Gangs of New York vede Leonardo DiCaprio e Cameron Diaz recitare al fianco di Daniel Day-Lewis, quest’ultimo nei panni dell’iconico Bill the Butcher.
Tra le ultime apparizioni dell’attore britannico, ricordiamo Il Petroliere e Il Filo Nascosto, figli del sodalizio con un altro grande regista, Paul Thomas Anderson. Degna di nota è anche la sua interpretazione nel Lincoln di Steven Spielberg. Scorsese, invece, ha già da mesi i riflettori puntati per il suo Killers of the Flower Moon, opera per cui è ha ricevuto l’ennesimo premio proprio dalla National Board of Review, proprio da Daniel Day-Lewis.
Il prossimo film di Scorsese: ‘A life of Jesus’
Un’altro film di stampo religioso? Dopo L’ultima tentazione di Cristo del 1988, con Willem Dafoe, e il più recente Silence, del 2016, con Andrew Garfield, Scorsese vuole tornare a rappresentare il sacro sul grande schermo. E lo fa adattando un romanzo dell’autore giapponese, Shūsaku Endō, da cui il regista ha già tratto Silence. Per quanto ne sappiamo, la sceneggiatura è già pronta, ora bisogna solo trovare il nuovo volto di Cristo, e noi speriamo vivamente che assomigli a quello di Daniel Day-Lewis.
Ritiro ufficiale o falso allarme?
Dopo Il Filo Nascosto, Daniel Day-Lewis aveva annunciato nel 2017 il suo ritiro ufficiale dal mondo del cinema, e da quel momento non è apparso quasi mai pubblicamente. Eppure nessuno è davvero convinto di questa ufficialità, dato che l’attore britannico si era già ritirato dalle scene, nel 1997, sparendo dai radar dopo aver girato The Boxer di Jim Sheridan. Curioso come sia stato poi scovato: a Firenze, come apprendista nella bottega di San Frediano del maestro calzolaio Stefano Bemer, come ci ricorda ANSA.it. Inoltre, un altro fattore che potrebbe risultare determinante è la grande stima che l’attore nutre per Martin Scorsese:
Ero un teenager quando ho scoperto il lavoro di Scorsese: ha illuminato per me il vasto, bellissimo panorama di quanto è possibile in un film. Una delle più grandi gioie e privilegi inaspettati della mia vita è stato trovarmi un giorno a lavorare con Martin