Artisticamente parlando, Bradley Cooper nasce nel 2001 con Alias, l’apprezzatissima serie spy, creata da J.J. Abrams. Il ruolo di Will Tippin, migliore amico della protagonista, Sydney Bristow (interpretata da Jennifer Garner), si rivela un trampolino di lancio incredibile.
Il grande schermo è ormai a due passi, e Bradley sembra affacciarsi a questa nuova realtà in maniera graduale, ma decisa. Alternando progetti televisivi e cinematografici, viene così a comporsi una gavetta di tutto rispetto, comprendente opere di notevole fattura e prodotti più commerciali e meno impegnativi. Tra alti e bassi, emerge un’identità sempre più definita ed eclettica, sostenuta da una personalità e da una sensibilità preziose e imprescindibili.
“I’m a crazy cinephile.” – Bradley Cooper
Chiunque abbia incontrato dal vivo, almeno una volta, Bradley Cooper, sa di cosa stiamo parlando. Quando entra in una stanza, l’attore e regista statunitense ha il potere di cambiare l’atmosfera. Una stretta di mano o un sorriso sincero sono le “armi” di cui si serve, inconsapevolmente, ma fatalmente. Ciò che lo guida, lo spinge e lo motiva, si percepisce ascoltando le sue parole e seguendo i suoi lavori.
Bradley Cooper | La nascita di un artista
La passione per la Settima Arte e per la recitazione sorge nel momento in cui il padre lo porta al cinema a vedere The Elephant Man di David Lynch. Il Bradley bambino ne resta ammaliato e capisce quale sarà la sua strada. Una strada alquanto lontana dai propositi iniziali. Sognava, infatti, di frequentare il collegio maschile Valley Forge Military Academy and College e di trasferirsi in Giappone per diventare un ninja.
Sebbene i genitori abbiano delle riserve in merito al mestiere dell’attore, non avendo alcuna dimestichezza col mondo della recitazione, cambiano idea non appena lo vedono in scena. Quello che sprigiona sul palco (e sullo schermo) è qualcosa di magico, che proviene dall’interno, una sorta di dono innato, che fa il paio con una grande sensibilità e un non trascurabile sense of humor.
Cambiare pelle, lasciando il segno
Nel corso della sua carriera, Bradley Cooper ha spesso cambiato pelle, partendo da ruoli semplici, talvolta buffi o ridicoli – si pensi a Due single a nozze e A casa con i suoi – sino ad arrivare a personaggi complessi, tormentati, quali il protagonista di The Words o il Chris Kyle di American Sniper.

Scorrendo la sua filmografia, appare evidente quanto il cinema sia nelle sue corde e come sia in grado di lasciare il segno in quasi ogni sua apparizione. Persino dei semplici cameo, come quelli in Trafficanti e in Licorice Pizza, diventano quel surplus di cui l’opera, seppur non ne abbia bisogno, comunque beneficia.
Interprete, performer e produttore, Bradley Cooper debutta dietro la macchina da presa nel 2018 con il remake di È nata una stella di William A. Wellman.
A Star is Born | La nascita di un autore
Presentato alla 75esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, A Star is Born porta sul grande schermo, per la prima volta insieme, una coppia che farà faville, sui Social come nelle occasioni pubbliche. Cooper sceglie niente meno che Lady Gaga come sua partner, dando vita a un vero e proprio Sogno. I due, dopo aver emozionato in scena, bissano in varie manifestazioni, dalla Notte degli Oscar a un concerto di Las Vegas.

Se la musica gioca un ruolo di primissimo piano – e anche in quel campo Bradley non si tira indietro, componendo canzoni e sporcandosi la voce per dar loro il giusto mood – non va sottovalutato il suo sguardo registico. L’amore per i personaggi traspare dal modo in cui li segue e li immortala, permettendo al pubblico di entrarvi in sintonia sin dal primo minuto. Non cerca il facile sentimentalismo, sebbene traspaia un pizzico di americanismo. L’anima della storia possiede una profondità che deriva, innegabilmente, da quella del suo autore.
Maestro | La conferma di un talento
Ed ecco che la medesima magia accade anche con la sua seconda opera da regista, Maestro. La figura di Leonard Bernstein gigioneggia su un bianco e nero così elegante da sembrare una scultura in movimento. Cooper si mette al suo servizio, tirando fuori l’uomo dietro l’artista, mostrandone i lati più intimi, opinabili, indissolubilmente intrecciati a una sorta di zona grigia che lo rende vero.
La pellicola, anch’essa in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, conferma quindi il talento del cineasta. Sebbene il lavoro sul personaggio sia notevole, ciò che più colpisce è l’estetica, lo stile, il modo in cui la macchina da presa si sofferma su alcuni dettagli piuttosto che su altri.

Maestro. (L to R) Bradley Cooper as Leonard Bernstein (Director/Writer/Producer) and Carey Mulligan as Felicia Montealegre in Maestro. Cr. Jason McDonald/Netflix © 2023.
La sicurezza esibita cela una maturità, raggiunta nel corso degli anni, ma anche attraverso un’attività di ricerca continua, accurata e personale. Il punto di vista non viene mai meno, ed è la chiave di volta per comprendere e avvicinarsi ai progetti di Bradley, che abbiano a che fare con il cinema o meno. Non a caso lo vediamo spesso impegnato in attività di volontariato e beneficenza, memore di un passato non sempre roseo e a tratti complicato.
*Sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.