‘Il mondo dietro di te’ : apocalisse e tecnologia nel film con Julia Roberts

In streaming su Netflix dall’8 Dicembre, Il mondo dietro di te è basato sull’omonimo romanzo Leave the World Behind scritto da Rumaan Alam.

Cast all star con Julia Roberts, Ethan Hawkw, Charlie Evans e Kevin Bacon in un piccolo ma incisivo ruolo.

Il mondo dietro di te la trama

In questo thriller apocalittico dal premiato sceneggiatore e regista Sam Esmail (Mr. Robot, Homeland), Amanda ( Julia Roberts) e il marito Clay (Ethan Hawke), per fuggire dal caos cittadino, affittano una casa di lusso per un fine settimana con i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). La vacanza è subito turbata dall’arrivo di notte di due sconosciuti: G.H. (Mahershala Ali) e la figlia Ruth (Myha’la)  li informano di un misterioso black out che li avrebbe costretti a fuggire e tornare nella loro casa.

Le due famiglie si trovano costrette alla convivenza in un clima di reciproco sospetto . Intanto ogni cosa sembra modificarsi  e appare evidente l’imminente sopraggiungere di un evento catastrofico misterioso. Tra congetture e incubi reali o meno, scorre il tempo lentamente in una dimensione onirica mentre sembra profilarsi all’orizzonte l’ombra di una minaccia Globale per il Pianeta.  Il disastro che incombe diventa sempre più terrificante, obbligandoli a venire a patti con il loro ruolo in un mondo prossimo al collasso.

Il film  è prodotto da Esmail Corp e Red Om Films. La produzione esecutiva è di Higher Ground Productions.

I temi trattati nel film

Guardando la pellicola di Esmail c’è una cosa che appare immediatamente chiara : il regista è un appassionato di film apocalittici. Lo si deduce dalla sensazione quasi tattile di trovarsi dinanzi ad un esperto che, molto probabilmente, ha guardato tutte le pellicole del genere e ne ha assimilato ogni sua caratteristica tipica : famiglia in vacanza ignara di ciò che dovrebbe accadere; un padre poco attento ai figli , un matrimonio in crisi, i figli inquieti e di genere opposto ( lui in piena adolescenza, lei ancora nell’era dell’infanzia da Serie Tv teen). Quello che fà poi però Esmail è discostarsi di colpo da certi schemi puramente fantascientifici, in stile ‘guerra dei mondi’  spielberghiana, e accostarsi  all’horror di stampo razziale di Jordan Peele  (GET OUT ; US) con qualche nuova  ‘anomalia’  del  sistema: la mamma che odia gli esseri umani, la bambina ossessionata da una serie anni ’90 , la fantascienza mista all’horror- misto ad Alfred Hitchcock.

Melting pot

La tensione nel film si mantiene alta dall’inizio alla fine con una formula che effettivamente deve molto al cinema del grande maestro del brivido e, omaggiando il genere noir giallo, riscontrandolo in più situazioni che rimandano al classico principio ‘tutti chiusi in una stanza dove tutti sono colpevoli e tutti sono innocenti. ‘

Una strada quella dell’horror apocalittico in cui già si era cimentato anche Shyamalan nel suo ultimo  Bussano alla porta. Ma, mentre lì l’onere di annunciare l’arrivo dell’Apocalisse era assegnato ai 4 angeli inviati dal cielo, qui non c’è nessun emissario  per questa catastrofe che, senza spoilerare più di tanto, possiamo certo definire  più moderna e tecnologica. Qui il regista ci  mette in guardia dinanzi ad un pericolo legato allo sviluppo delle grandi potenze e al potere che detiene la tecnologia su di noi, portandoci a riflettere su come non sia affatto tanto lontana la possibilità di giungere anche noi a questo punto se  continuiamo a farci ‘guidare’ da qualcosa di così potente e imprevedibile.

Società e tecnologia

Emblematico il comportamento di gran parte dei personaggi che, dinanzi al profilarsi di una catastrofe, restano più preoccupati per la mancanza di connessione alla rete che non per l’assenza di connessione e comunicazione tra loro stessi. Internet, i cellulari , i computer e la dipendenza da questi mezzi sono al centro del film per tutto il tempo e la meccanizzazione ha reso  i personaggi freddi e scettici con comportamenti di forte razzismo inespresso. G.H. e Ruth sono due persone di colore e verso di loro la famiglia Sandford nutre dei forti pregiudizi . Lo scetticismo manifestato  sull’identità di questi due sconosciuti e l’incertezza sul fatto che essi siano effettivamente i proprietari della casa riesce a sovrastare, a volte, addirittura la paura del non sapere quello che accade nel mondo e cosa sta travolgendo l’intera umanità. Alla fine forse, dopo giorni di ‘astinenza’ tecnologica, qualche parvenza di sentimento e di fiducia umana  riesce a riaffiorare assieme alla consapevolezza di dover andare avanti nell’ignoto e con l’assoluta necessità di doversi affidare l’uno all’altro. Ma, in fondo non è poi la fine del mondo se c’è Friends.