La Petite, film di Guillaume Nicloux, è stato presentato in concorso a France Odeon, festival del cinema francese di Firenze. La pellicola è in sala dal 18 gennaio distribuito da Movies Inspired.
Il film, adattamento del romanzo Le Berceau di Fanny Chesnel, ha ricevuto la menzione speciale da parte della giuria composta da Francesca Calvelli, Francesca Fanuele e Mimmo Calopresti.
La Petite : la trama
Joseph, falegname francese sulla sessantina, perde il figlio Emmanuel, nemmeno quarantenne, in un incidente aereo.
Il ragazzo e il compagno Joachim, anche lui deceduto, aspettavano una bambina tramite una madre surrogata in Belgio. Paese che, rispetto alla Francia, appare più tollerante riguardo la gestazione per altri.
Joseph è l’unico, tra tutti i parenti, compresi i genitori del genero oppositori delle GPA, ad interrogarsi sul destino e il futuro del nascituro nel grembo di una donna sconosciuta e anonima.
Lascia così Bordeaux per Gand alla ricerca della giovane ragazza, fiamminga dal carattere tenace e pungente.

‘La Petite’ di Guillaume Nicloux presentato al France Odeon, festival di cinema francese di Firenze, è ora nelle nostre sale
Una storia di cura
La Petite è un film che ha al suo centro il tema del lutto e della filiazione.
Joseph, che già cinque anni prima aveva perso la moglie a causa di un cancro, deve adesso affrontare anche la scomparsa del figlio. Con cui sente di poter mantenere ancora un ultimo legame tramite la futura bambina.
Come un uomo egoista, rancoroso e al verde, Emmanuel descriveva il padre a Rita, la madre surrogata.
Come un uomo ferito, goffo, solitario ma allo stesso tempo fragile, ingenuo e determinato è invece l’uomo che Guillaume Nicloux e Fabrice Luchini, anche in maniera ironica, dipingono e ci fanno conoscere in La Petite.
Joseph, a differenza dei genitori di Joachim, che ritengono la gestazione per altri un atto illegale e immorale, non mostra alcun segno di condanna, disapprovazione o consenso. Ciò che lo interessa è unicamente la nascita e la crescita della nipote, così come il figlio avrebbe voluto.
E come con una figlia sembra instaurare un rapporto, inizialmente complicato ma poi sincero e fidato, con Rita.
La ragazza, che ha già una bambina di nove anni, lavora in un negozio di noleggio biciclette ed è ricorsa alla gestazione per permettersi di pagare gli studi senza disturbare i genitori.
Ma in Belgio la maternità surrogata, che non è né accettata né vietata, è considerata gratis. E la morte di Emmanuel e Joachim, che avrebbero dovuto pagarle in nero ancora una grossa somma, sconvolge anche i suoi piani.
Rita e Joseph imparano a conoscersi, a comprendere le rispettive esigenze e a prendersi cura l’uno dell’altro.
Perché La Petite è proprio questo di cui tratta: di cura dell’altro. Di fine, inizi e legami, che, se ben coltivati, perdurano nel tempo e oltre il tramonto della morte.