‘Faccia di cuscino’ il cortometraggio dove si corre per crescere

Presentato in concorso a Sentiero Film Factory 2023, Faccia di cuscino è il cortometraggio diretto da Saverio Cappiello. Il cortometraggio era già stato presentato al Locarno Film Festival, come unico cortometraggio italiano.

Faccia di cuscino: la trama

Samuel, Danny e Stefano, un gruppo di tre amici, trascorrono le loro giornate in un canale vuoto vicino alla spiaggia. Un pomeriggio Samuel, il più giovane, stanco di come viene sempre trattato, fa una mossa inaspettata sperando che d’ora in poi i suoi amici gli permettano di partecipare ai loro giochi e rituali. (Fonte: Sentiero Film Factory)

La recensione

Un cortometraggio di formazione quello presentato da Saverio Cappiello che racconta la crescita, per necessità, di un bambino.

Samuel, il più piccolo del gruppo, si trova spesso emarginato, costretto ad aspettare gli altri amici che lo deridono e prendono in giro. Per farsi accettare, prova a mettersi al loro livello, dimostrando di non essere solo faccia di cuscino. Sia per sé stesso (per conoscere il mondo), sia per cercare di rimanere legato a quegli amici, che ritiene una sorta di ancora, Samuel si trova quasi costretto a compiere quel determinato gesto. Un gesto che lui stesso ritiene qualcosa che va al di fuori di ciò che solitamente fa. Ma, per un istante, si fa coraggio e decide di agire, senza pensare.

Diventare grandi

In un attimo tutto sembra diverso, tutto sembra accessibile e tutto sembra facile per il piccolo Samuel. Sembra che i suoi amici lo rispettino e non lo prendano più in giro. Finalmente è cresciuto, ha fatto quel passo necessario per essere accettato. Danny e Stefano gli concedono un giro d’onore e lui dimostra, a sé stesso e al pubblico, che nonostante tutto e tutti è ancora il piccolo Samuel faccia di cuscino. Niente è cambiato. A lui non interessa quello che sembra colpire i suoi amici. E se ne accorge nel momento in cui si confronta con loro che, improvvisamente, tornano a prenderlo in giro.

A lui non resta, quindi, che rimanere lo stesso di sempre perché Samuel non ha fretta. E anche se il mondo intorno ha voglia di correre, lui vuole e ha il diritto di rimanere fermo ad aspettare. Almeno ancora un po’.

Sono Veronica e qui puoi trovare altri miei articoli