Fra le colonne sonore più famose del cinema italiano c’è sicuramente quella di Lo chiamavano Trinità. Il western culto con Bud Spencer e Terence Hill diretto da E.B.Clucher alias Enzo Barboni deve parte del suo grande successo ad un commento sonoro memorabile composto da Franco Micalizzi (orchestrato da Gianfranco Plenizio). Il padre del funky-poliziottesco scrive la sua colonna sonora più famosa per un western, genere che rincontrerà solo per il meno interessantee Sei jellato amico, hai incontrato Sacramento. Lo fa parodiando, ma non troppo, il genere creato da Ennio Morricone: a brani prettamente ironici (su tutti il tema di Mescal, il ladrone messicano) alterna brani tesi da “vero” western.
Il famosissimo tema principale sta a metà: il fischio ci porta subito nel clima western ma voce, cori, fiati umani e trombe danno quel giusto quantitativo di grottesco al brano. Trinity: titoli, questo il nome ufficiale del tema dei titoli di testa che vive di vita propria da più di quarant’anni (Micalizzi la annovera fra le suonerie di cellulari più scaricate), fu composta dal maestro romano con testi di Cassia-Stott. Sul noto paroliere Giuseppe Cassia c’è poco da aggiungere, “Stott” invece è Lally “Stott” Marchelle, cantante dei mitici Motowns, gruppo beat inglese che ebbe un discreto successo in Italia dove partecipò anche ad alcuni musicarelli e al film Toby Dammit di Fellini. Il fischio che apre il brano è ovviamente di Alessandro Alessandroni, mentre il cantante è un certo Annibale, un italo-americano che non ha avuto fortuna in campo musicale e ora vive in Australia. I cori sono invece dei Cantori Moderni di Alessandroni.
Sono ovviamente molte le variazioni del tema principale. Le più significative sono Trinity con la stella di vicesceriffo, variazione per fischio, banjo e hammond (curioso l’utlizzo di questo strumento anacronistico), Trinity a mollo nella tinozza per banjo e chitarra, Trinity a cavallo lungo il fiume, praticamente la versione strumentale col tema vocale eseguito prima dalla chitarra e poi dal fischio. Altra variazione di cui tener nota è Trinity con la stella di vicesceriffo (alternate version) per un’introduzione di armonica eseguita dal maestro Franco De Gemini di cui parleremo più avanti.
Nonostante una decina di variazioni del tema principale la colonna sonora di Trinità è molto articolata. Ci sono due temi romantico-melodici Un cowboy e due ragazze per tastiera e archi e C’è un tempo per vivere, tema melodico legato alla confraternita dei mormoni.
Poi abbiamo tutti i temi “western” a partire da Di fronte ai killers, classico deguello con tromba solista, Lazy cowboys, tema western drammatico e In due contro tutti che è una classica cavalcata. Nella variazione In due contro tutti #2 c’è un raffinato richiamo al tema dei mormoni.
L’altro tema culto di questa colonna sonora è Mescal, ladrone messicano, frenetico brano messicano che accompagna nel film l’arrivo del bandito Mescal (interpetato dal romanissimo Remo Capitani).
Le musiche di Trinità uscirono all’epoca in un’ormai raro LP su etichetta Ariete (ARLP 2011) contenente solo 13 tracce e fu poi ristampato nel 1979 su etichetta Carosello (ORL 8347).
L’edizione completa delle musiche è uscita in CD nel 2004 per la Digitmovies (CDDM026) che ha aggiunto alle 13 tracce già edite, 9 bonus track e curiosamente 7 brani che furono scartati dal film. Fra questi brani scartati figurano tre brani lounge e un bellissimo brano “orgasmico” Trinity in love cantato da Edda Dell’Orso, ma obiettivamente fuori luogo. Peccato invece per l’esclusione di Trinity’s valley arioso tema melodico che troviamo in tre versioni, due con l’armonica di Franco De Gemini ed uno per due banjo solisti. Di questo tema nel film rimane solo un introduzione di armonica che apre il citato brano Trinity con la stella di vicesceriffo (alternate version).
Una colonna sonora quindi che non vive solo del tema principale ma che si gode nella sua interezza.
Fabio Meini
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