I demoni di un ragazzo punk, solo ed estraneo alla società, al quale sembra andare sempre tutto storto. Questo è il dramma intorno al quale ruota The Sparrow, (Il Passero), l’esordio del regista irlandese Michael Kinirons. Una storia di vite infinite e di altre finite troppo presto, presentata all‘Irish Film Festa di Roma, la più grande vetrina italiana sul cinema dell’Éire.
Dopo essere stato premiato come migliore opera prima al Galway Film Fleadh, The Sparrowapproda su Rai Play, mostrandosi come un’opera matura seppur a tratti irrazionale, così come il suo protagonista, anti-eroico e complesso, freddo come la rocciosa costiera irlandese in cui vive.
Una giovinezza bruciata
Come dichiarato da Susanna Pellis, direttrice dell’Irish Film Festa, “The Sparrow è un piccolo film indipendente che affronta un tema complesso come l’elaborazione del lutto all’interno di una famiglia disfunzionale”. Ed è proprio quest’ultimo dettaglio a rendere la storia di crescita personale del protagonista particolarmente travagliata. La sensazione, infatti, è che il difficile rapporto con il padre, tremendamente lontano da lui non solo dal punto di vista generazionale, sia il vero assunto alla base dei problemi di Robbie (Éanna Hardwicke).
La prematura scomparsa della madre, unico faro nella vita di Robbie, ci viene presentata come la motivazione del malessere del ragazzo, ma è sufficiente entrare in contatto per la prima volta con il rude Larry (David O’Hara) per capire che il dramma si nasconde più in profondità e più vicino di quanto possa sembrare, tra le mura di casa.
Robbie, se solo potesse, esploderebbe come un vulcano, metterebbe lo smalto e il rossetto di sua madre e andrebbe al rave dove sa che troverà la ragazza di cui è perdutamente innamorato, baciandola in un gesto di ribellione e gioia. Ma sembra che il destino, abbia sempre altri piani per lui, come se qualcuno più in alto l’avesse etichettato come reietto, da sempre e per sempre.
Restare con l’amaro in bocca
Il tema della Mascolinità tossica entra quindi di prepotenza tra le dinamiche del film. Il fratello felice e realizzato, prototipo del giovane uomo di casa, orgoglio del padre e la bella e solare Hanna, la sua fidanzata, mettono Robbie di fronte all’imbarazzo e alla consapevolezza di non essere quello che la società si aspetta che lui sia.
In un grido di denuncia sociale, il regista ci mostra come ormai tutto il mondo sia connesso, e come anche un ragazzo solo e silenzioso di un piccolo villaggio irlandese, possa avere un anima queer e scintillante, seppur nascosta dietro uno sguardo tetro e mortifero.
Quello che ci si aspetta è che, in un modo o nell’altro, Robbie riesca a scendere a patti con se stesso e con la realtà che lo circonda, ma una serie di eventi terribili e un trauma troppo grande per essere superato, lasciano una ferita aperta nella sua vita e una sensazione di “amaro in bocca” in chi guarda il film.
Sì, perché è questa la sensazione che The Sparrow lascia alla fine della visione. Un epilogo duro quanto concreto e coerente, a voler dire, forse, che non tutte le storie hanno un lieto fine e non tutte le vite possono essere veramente vissute, o per lo meno non ovunque.
The Sparrow è ora in streaming su RaiPlay, piattaforma che si conferma così sempre attenta e interessata ai titoli più promettenti dei festival internazionali.
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