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In Sala

The Rum Diary – Cronache di una passione

Nessuno meglio dell’istrionico Johnny Depp poteva prestare corpo, voce e movenze ad una persona stravagante come Hunter S. Thompson. Una prova attoriale eccellente che avvicina la sua performance visionaria a quella di “Blow” e, soprattutto, di “Paura e delirio a Las Vegas”

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il

 

Anno: 2011

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 110′

Genere: Drammatico

Nazionalità: USA

Regia: Bruce Robinson

 

Appena Johnny Depp ritrovò il manoscritto inedito dell’amico Hunter S. Thompson, l’inventore del “giornalismo gozzo”, decise di collaborare con il regista Bruce Robinson, autore de Gli occhi del delitto, per realizzarne una fedele trasposizione cinematografica.

1960, San Juan, Porto Rico. Il giornalista free lance Paul Kemp, stanco della vita frenetica di New York, accetta di scrivere per The San Juan Star, un giornaletto locale povero di (nuove) idee. Paul si abitua subito ai ritmi rassicuranti dell’isola, diviso tra bottiglie di rum e bizzarre risse tra galli. Quando l’imprenditore Sanderson gli affida il compito di sponsorizzare la sua nuova impresa, quella di trasformare l’incontaminata Porto Rico in una lussuosa oasi capitalistica, Kemp non sa cosa fare. È allettato dalla sostanziosa prospettiva economica, “l’immagine che Dio ha del denaro”, ma è dispiaciuto per la popolazione povera che vi abita. Inoltre, l’uomo si innamora di Chenault, la bellissima promessa sposa di Sanderson, una ragazza impulsiva e passionale che lo aiuta a ritrovare quelle emozioni che aveva affogato nei litri di alcool e di droga.

Nessuno meglio dell’istrionico Johnny Depp poteva prestare corpo, voce e movenze ad una persona stravagante come Hunter S. Thompson. Dedito a sperimentare sulla propria pelle ogni tipo di droga e capace di reggere litri di alcolici senza necessariamente finire in ospedale, Thompson aveva introdotto un nuovo stile di scrittura giornalistica: quella che prediligeva le esperienze personali e le emozioni piuttosto che attenersi alla verità oggettiva dei fatti narrati. In questo modo, la realtà assumeva un diverso punto di vista che permetteva di portare a galla le magagne sociali, politiche o economiche che il governo cercava di nascondere.
L’attore de I pirati dei Caraibi, dunque, abbandona le smorfie caricaturali degli eccentrici personaggi che ama tanto interpretare, per concentrarsi moltissimo sulla mimica facciale, curando l’esercizio di ogni singolo muscolo. Una prova attoriale eccellente che avvicina la sua performance visionaria a quella di Blow e, soprattutto, di Paura e delirio a Las Vegas.

Bruce Robinson, da parte sua, riesce a scrivere la sceneggiatura di un film incentrato (quasi) esclusivamente sul suo protagonista, capace di scorrere veloce quanto i litri di alcool contenuti nel suo sangue. Impeccabili, anche, gli attori secondari, primi fra tutti Aaron Eckhart e Giovanni Ribisi, che introducono risvolti divertenti e, spesso, ridicoli per smorzare la virata polemica della pellicola. L’illuminazione naturale, le accurate scenografie e la location mozzafiato, infine, contribuiscono a creare un film intenso e arguto capace di trasformare un lamento (pubblico) in una voce di rabbia e inchiostro.

Martina Calcabrini

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