One Way è un film thriller/d’azione del 2022, scritto da Ben Conway e diretto da Andrew Baird.
Prodotto da 23ten e Baird Films con la collaborazione di Ignition Film Productions e Bay Point Media, il film è stato distribuito dalla Saban Films ed è attualmente reperibile sulla piattaforma Amazon Prime.
Il cast include grandi nomi, tra cui i più esperti Kevin Bacon e Travis Fimmel, affiancati dai più giovani e acerbi Storm Reid (presente anche in Don’t Let Go) e Colson Baker (aka Machine Gun Kelly).
La trama di One Way
Freddy (Colson Baker), un piccolo criminale, è in fuga con una borsa piena di contanti e coca. È ferito gravemente, con una pallottola ficcata vicino allo stomaco, e sta finendo il tempo. Ritrovatosi in queste condizioni dopo una rapina finita male, Freddy sarà costretto a lottare contro tutto e tutti.
Nonostante gli servano tempestivamente un ospedale e cure mediche urgenti, l’unica via di salvezza è rappresentata da un autobus, che è pronto ad attraversare l’implacabile deserto californiano.
Con il suo vecchio capo e i suoi rispettivi scagnozzi alle calcagna, Freddy dovrà fare affidamento sulle precarie risorse rimastegli per riuscire a cavarsela.
Un viaggio infernale verso la redenzione
Con One Way assistiamo a un viaggio di riscoperta del sé, di ritrovamento di vecchie virtù perdute, messe da parte a prendere un sacco di polvere. I singolari e significativi incontri che Freddy farà sull’autobus sembrano frutto di un rimosso e di dilemmi morali che ritornano costantemente per cercare accettazione, spazio e dialogo con il protagonista.
A suggerire tale ipotesi interpretativa potrebbe contribuire anche la visione allucinata e occasionale che Freddy ha di se stesso, nonostante sia un aspetto del film che rimane, appunto, marginale e poco approfondito, dunque non chiaro, così come eludibili e appena abbozzati sono tutti i personaggi che interagiscono col protagonista (si salva solo quello di Kevin Bacon, che riesce con la sua esperienza a far passare la questione in secondo piano), inclusi gli aspetti più significativi delle relazioni che gli stessi intrattengono tra loro e con Freddy.
Al di là di questa fondamentale questione, che purtroppo toglie quasi ogni spessore al film, la regia di Baird regge la sfida e la supera brillantemente, garantendo fluidità e impeccabile dinamismo a una sceneggiatura scarna e insufficiente.
In conclusione
Da segnalare ci sono dunque la fotografia, che diventa gradualmente più magica e surreale, animando lo spazio dell’autobus con colori intensi e innaturali, e i densi primi piani del protagonista accoppiati alle inquadrature che simulano la percezione dinamica del personaggio, capaci di restituire piuttosto fedelmente la passione di Freddy, la sua acuta e straziante sofferenza.
Un prodotto tutto sommato leggero, godibile ma superficiale: c’erano davvero tantissimi spunti su cui lavorare e che avrebbero potuto trasformare questo film in un risultato invidiabile. Un impianto dello script che, se ben trattato, può portare anche a prodotti di enorme pregio, come Locke, film del 2013 che, partendo dallo stesso concept, ha ottenuto risvolti migliori e con maggior risparmio di risorse.