Il ghigno insanguinato di un ragazzo che nonostante i suoi tentativi di rivalsa viene ripetutamente scaraventato contro una parete. Questa la prima inquadratura di Sanctuary, serie giapponese disponibile su Netflix, che, con molta fedeltà e crudezza, sviscera i dettagli e i retroscena del sumo, uno sport ricco di tradizioni coltivate in centinaia di anni.
Sanctuary la trama
Il protagonista è proprio il ragazzo che, nonostante le ferite, continuava a rialzarsi, non per bravura, ma per spavalderia. Così viene presentato Kiyoshi Oze (Wataru Ichinose) ragazzo dal passato criminoso e figlio di una madre viziosa e di un padre amorevole, che, nella ricerca di fama e riscatto sociale, decide di farsi strada nel mondo del sumo.
Il valore delle tradizioni
Nei primi episodi la storia mostra il duro regime del “dohyo”, il luogo in cui gli atleti combattono e si allenano mettendo in risalto tutti i sacrifici, le ferite e le varie situazioni di bullismo a cui ogni nuovo arrivato deve sottostare.
I combattimenti sono sempre coinvolgenti e affascinanti grazie al contrasto tra la stazza fisica dei personaggi e i loro movimenti in cui si evince la cura al dettaglio dei creatori e degli attori che si sono prestati a una preparazione fisica di un anno, pur di rendere le scene il più realistiche possibili.
Criticità
Quando si esce dal ring però la serie perde equilibrio. Il tono prevalentemente drammatico tende ad assumere sfumature talmente cupe da sembrare surreali e la comicità, che dovrebbe smorzare il ritmo, risulta spesso solo ridicola. I personaggi assumono comportamenti infantili, fortemente in contrasto con il contesto in cui la storia cerca di immergere lo spettatore.
La serie spende minutaggio in sottotrame inutili rispetto alla trama centrale o all’evoluzione del protagonista e si dimentica di caratterizzare e dare tridimensionalità a personaggi come il padre di Oze che appare come una macchietta dal destino scontato.
Nonostante i primi episodi intrattengano, la narrazione tende a concentrarsi sugli aspetti meno interessanti dalla storia e il tono squilibrato del serial può risultare ostico. Si spera che, proprio come Oze, nei prossimi episodi la serie riesca a risollevarsi.
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