Disponibile su Prime Video dal 17 Marzo 2023, tratto dal romanzo di Alex Scarrow, Last Light – Il crollo è una miniserie drammatica autoconclusiva che racconta di una profonda crisi energetica e delle sue conseguenze attraverso gli occhi di una famiglia americana, costretta a sopravvivere al disastro. Matthew Fox torna sullo schermo dopo dodici anni di inattività dalla fine delle riprese di Lost, per interpretare unpadre di famiglia disperato e resiliente in un’ambientazione distopica ma fin troppo vicina alla nostra epoca.
Last Light. Trama, cast & personaggi.
Ep.1 “L’alba” / Ep.2 “Il crepuscolo”.
Andy Yeats (Matthew Fox) è un chimico americano che viene richiamato in Medio Oriente per comprendere cosa sta compromettendo la produzione di petrolio. É costretto a lasciare la sua famiglia per un viaggio improvviso, con la promessa di tornare in tempo e recarsi a Parigi per la delicata operazione alla quale deve sottoporsi il figlio minore, Sam (Taylor Fay), cieco a causa di una malattia genetica chiamata Retinite Pigmentosa.
Mentre Elena (Joanne Froggatt), sua moglie, e il piccolo Sam volano in Francia, la figlia maggiore, Laura (Alyth Ross), si reca a Londra, per partecipare a una manifestazione ambientale.
Dopo questa separazione cominciano ad accadere cose strane in giro per il mondo, tra cui aerei che improvvisamente precipitano e automobili che prendono fuoco nel bel mezzo della strada. Le fonti di energia principali vengono meno, diversi Paesi cominciano a muoversi per comprendere cosa stia accadendo e il Governo Americano non sembra in grado di contenere il disastro.
Andy, in Medio Oriente, si ritrova a collaborare con una rappresentante del Governo inglese, una certa Mika Bakhash (Amber Rose Evah), la quale svela presto ben altre carte, rivelando al chimico che vi sono voci di un attacco mirato alle fonti di energia. E che quindi dietro la crisi del petrolio potrebbe esservi un piano ben più articolato.
Le prime due puntate presentano allo spettatore il caos che deriva da un improvviso cambiamento dello status quo, mentre la popolazione ancora deve capire a cosa si sta andando incontro. E i Governi cercano di arginare dove possono qualcosa di cui nemmeno loro sanno molto se non l’entità del danno che sembra portare.
Dopo dodici anni di pausa dalle scene Matthew Fox, conosciuto per il ruolo di Jack Shephard in Lost, si ritrova nuovamente a interpretare una sorta di “naufrago” in un mondo alla deriva, un uomo razionale, abituato ai calcoli più che all’azione, immischiato suo malgrado in un misterioso complotto da sventare. La sua compagna di viaggio, una Amber Rose Evah vista già nel ruolo di Dinah Madani nella serie Netflix (ed ora presente sulla piattaforma Disney Plus) The Punisher, è invece un agente dei servizi segreti che indaga da tempo su segnalazioni e voci, determinata a scoprire cosa si cela dietro l’apocalisse sempre più vicina.
Nel ruolo di Elena, la moglie di Andy, troviamo invece Joanne Froggatt, celebre per il ruolo di Anna Smith in Downtown Abbey (sempre presente su Prime Video). Una donna forte, resiliente, che si ritrova sola a Parigi con un figlio piccolo e con una disabilità grave, con la responsabilità di proteggerlo e guidarlo in un mondo che non ha più ordine.
Compare in queste due prime puntate anche Tom Wlaschiha, conosciuto per aver recitato nel Trono di Spade e in Stranger Things, nel ruolo di Karl Bergmann, richiamato per gestire l’emergenza mondiale e sventarne le cause.
Crisi ambientale e distopia: davvero concetti così distanti?
Già dalle prime due puntate diviene evidente come una improvvisa crisi globale sia ben più sentita nella nostra epoca di quanto lo sarebbe stata solo qualche anno fa, complice la pandemia che ha costretto la popolazione mondiale a dover fronteggiare una situazione degna di un romanzo distopico. Questo, insieme alla crisi ambientale e la ricerca di fonti di energie alternative per fronteggiare i cambiamenti climatici che si stanno affacciando ora più che mai alla nostra attenzione, rende il concetto stesso di distopia distante dal significato che ha assunto nei media negli anni passati. Ovvero “un futuro indesiderabile e distante” quasi improbabile, non auspicabile e positivo per il genere umano, costretto ad adattarsi a un nuovo e diverso status quo. E invece ora tutto ciò appare compatibile con la realtà dei nostri giorni, creando forse un clima di tensione maggiore nello spettatore.
Le famiglie divise in situazioni di emergenza: il lato umano della tragedia
I primi due episodi servono per introdurre agli eventi che si susseguono in modo improvviso, senza dare il tempo a nessuno di poter capire cosa stia avvenendo, proprio come accadrebbe nella realtà. Ciò comporta fughe, crisi dettate da ansia e panico, seppur vi sia il rischio di rimanere isolati nel nulla senza poter comunicare o essere soccorsi. Si richiede collaborazione alla popolazione civile, e la famiglia Yeats diventa il ritratto di altre famiglie, nella condizione più estrema, che vede una separazione dei membri in diverse parti del globo senza possibilità di comunicare in alcun modo. Soli ma con l’unico obiettivo di sopravvivere e ritrovarsi.
Una serie dunque drammatica che comincia in modo dinamico e diretto: un prodotto che non ha molto di innovativo trattando un tema più volte proposto. Ma si vedrà come procederà con le prossime puntate.
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