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In Sala

‘Holy Spider’: religione, misoginia e puritanesimo nel ‘serial killer’ iraniano

'Holy Spider', il bellissimo film diretto da Ali Abbasi è Ispirato al 'serial killer' iraniano Saeed Hanaei. Già presentato in concorso al 75º Festival di Cannes, dove Zahra Amir Ebrahimi ha vinto il premio per la miglior attrice, è ora in uscita in Italia.

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Holy Spider (Les nuits di Mashhad) è un film del regista iraniano Ali Abbasi, in uscita per Academy two, il 16 febbraio.

Quando un film funziona come una lente di ingrandimento per focalizzare e visualizzare i difetti della società, si può dire sia riuscito. Se oltre a questo regge la suspense, è scritto perfettamente e aiuta far riflettere sul maltrattamento delle donne nel mondo dove persiste un incistimento di valori, paradossalmente religiosi, a discapito del buon senso, diviene davvero un capolavoro. Come in questo caso!

Si perché Holy Spider raccoglie tutte queste dinamiche. E’ scritto divinamente, (dal regista assieme a Afshin Kamran Bahrami). E’ basato su una storia vera che ha smosso l’opinione pubblica, prima solo iraniana, ora grazie al film, mondiale. Proprio perché è una storia vera e ben girata, crea una tensione che perdura nello spettatore durante tutta la pellicola.

E last but not least sospende l’inutilità maschile della cosiddetta autorità, sia politica che religiosa che, nel caso dell’Iran coincide, per dimostrare una volta per tutte che le donne vanno rispettate, protette e non messe a pezzetti nel frigo, picchiate, annullate e umiliate.

D’altro canto le scelte paladine del serial killer di uccidere donne impure, dato che si prostituiscono, conferma in toto che l’esigenza nasce dall’impurità primaria dell’uomo che cerca sesso sempre, spesso a pagamento. Ricordiamo così per logica, che le prostitute non esisterebbero se non fossero gli uomini ad averne bisogno. Quindi si dovrebbero fare a pezzi gli uomini secondo la legge dell’impurità. O logica sfuggimi via …

Ogni cosa è buona per fare a pezzetti il genere donna. E il film diviene, verità.  Specchio di una società disgregata, quella iraniana, dove una cultura millenaria si è sgretolata per lasciare il posto a un oscurantismo medioevale, schiavo di un regime monoculare, violento e ottuso, ricco di censura e paura, inglobando cittadini che si schierano con esso solo perché questa rimane l’unica scelta se non l’esilio o il carcere.

Ottima quindi anche l’interpretazione della protagonista femminile Zahra Amir Ebrahimi che, non a caso, ha vinto il Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes 2022, per la coerenza e sensibilità con cui ha trasferito il suo ruolo nel film Holy Spider.

Il trailer

La parola al regista

“L’esistenza della prostituzione in Iran è già ampiamente dimostrata, come in tutte le metropoli del resto del mondo. […] Non è un film contro il governo iraniano. Non è un film “contro” nessuno in realtà. Non credo che Roman Polański avesse intenzione di fare un film contro la contea di Los Angeles con Chinatown. Ma il fatto rimane che [l’assassino] era un uomo molto religioso e che gli omicidi hanno avuto luogo in una città sacra”.

Le difficoltà di produzione in un paese dove la censura prevale sulla cultura

Abbasi è iraniano, ma residente a Copenhagen dal 2002. All’epoca degli omicidi, viveva ancora in Iran dove c’era stata una copertura mediatica enorme su quel caso. L’interesse del regista crebbe però solo dopo aver notato come, per «una certa parte della società iraniana», l’assassino fosse «una figura eroica che con le sue azioni aveva apportato dei benefici alla comunità. Lì divenne qualcosa di più di un pazzoide che uccideva le donne». 

Deciso a realizzare il film in patria, ma anche a restituire un’immagine della condizione femminile diversa dalla «realtà parallela […] presentata per 50 anni dal cinema iraniano. [Una in cui] le donne non si spogliano mai, dormono col capo avvolto da cinque metri di tessuto, non fanno mai sesso», Abbasi ha sottoposto la sceneggiatura al Ministero della cultura e dell’orientamento islamico, già «pronto a scendere a compromessi», ma, dopo un anno, il progetto era ancora in fase di stallo. 

Abbasi si è quindi risolto a girare in film ad Amman. Nato da una co-produzione danese-tedesca-franco-svedese, il regista non vuole fare una ricostruzione accurata degli omicidi (il personaggio interpretato da Zahra Amir Ebrahimi è  in buona parte fittizio), né aspira volutamente a creare controversie.

La locandina

Holy spider

La trama

Iran, 2001. Nella città di Mashhad, luogo di pellegrinaggio per lo Sciismo, Saeed Hanaei, vive come un normale padre di famiglia. E’ un operaio edile e veterano della guerra contro l’Iraq. L’uomo fu arruolato fra i soldati inviati in prima linea durante la guerra Iran-Iraq. Sacrificò la sua giovinezza per il paese, nella speranza di ‘migliorarlo’ e di dare un senso alla sua vita. Però conduce una doppia vita. Come scollato da sé, esce la notte per adescare prostitute e ucciderle, vittime strangolate col loro velo. “Peccatrici” dalla cui presenza mondare la città ‘santa’ di Mashhad. Riuscì così ad uccidere ben sedici donne prima di essere arrestato e processato. 

Ad investigare sugli omicidi è una giornalista arrivata dalla capitale, Rahimi, che si scontra contro pregiudizi sessisti ed una polizia apatica. Rahimi si trova a collaborare col reporter locale Sharifi, mentre la notizia dei crimini del cosiddetto “Ragno” comincia a diffondersi tra la popolazione, suscitando reazioni contrastanti. La tela del ‘santo’ ragno. Holy Spider si ispira alla vera storia di Saeed Hanaei. Egli era uno dei più famosi serial killer iraniani, scoperto nei primi anni del 2000, che da uomo molto religioso e da cittadino modello, conduceva una vita apparentemente normale.

 

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La società malata, misogina e ossessiva verso le donne. Il punto di vista del regista

Non avevo intenzione di dirigere un film esclusivamente sul serial killer – racconta il regista –D’altra parte, volevo fare un film su una società che è diventata un serial killer: il film affronta la misoginia profondamente radicata nella società iraniana, che non è religiosa o politica, ma culturale. La misoginia si sta diffondendo in tutte le classi sociali attraverso le abitudini delle persone. In Iran, abbiamo una tradizione di odio verso le donne, che spesso sfocia in terribili drammi. È quello che rivela, nel modo più feroce, la traiettoria di Saeed Hanaei. Si rendeva necessario esprimere nel film diversi punti di vista che mostrassero la diversità di opinioni provenienti dalla società iraniana: sostenitori e oppositori di Hanei. D’altra parte Saeed è sia una vittima (ndr: del sistema, di una cultura) che un criminale”.

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Il processo che genera l’interesse del regista

È durante il processo che la storia di Saeed mi ha davvero affascinato – conclude Abbasi – in un mondo normale, è ovvio che un uomo che ha ucciso 16 esseri umani sarebbe considerato colpevole. Ma, in Iran, era diverso: parte dell’opinione pubblica e dei media più conservatori hanno iniziato a lodare Hanaei come un eroe. Erano convinti che avesse fatto solo il suo dovere religioso, che era quello di pulire le strade, in altre parole di uccidere queste donne “impure”. Così mi è venuta l’idea di fare il film: le vittime di Hanaei non erano prostitute anonime, erano individui, con personalità proprie, e volevo restituire parte della dignità e dell’umanità che era stata loro sottratta. Non farne santi, o sfortunate vittime, ma considerarli come esseri umani a pieno titolo, proprio come noi”.

Holy Spider, la distribuzione

Presentato in in concorso in anteprima il 22 maggio 2022 al 75º Festival di Cannes. Sarà distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Academy Two a partire dal 16 febbraio 2023.

Crimini seriali in Iran: misoginia e femminicidi in Holy Spider

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'Holy Spider'

  • Anno: 2022
  • Durata: 117'
  • Distribuzione: Academy two
  • Genere: Noir
  • Nazionalita: Danimarca
  • Regia: Ali Abbasi
  • Data di uscita: 16-February-2023