A grande richiesta, Alphaville Cineclub propone, dal 29 febbraio al 4 marzo 2012 nella sua sede di Via del Pigneto 283 alla ore 21.00, la rassegna monografica ‘Oui, je suis Patrice Leconte’, selezione di pellicole dedicata a Patrice Leconte, ironico regista francese dal timbro sentimentale, seguitissimo dagli spettatori amanti del bel cinema in bilico tra commedia, dramma e passione.
Dopo l’infanzia trascorsa a Tours, Patrice Leconte ha cominciato ad appassionarsi al cinema già nell’adolescenza quando, a soli 15 anni, ha diretto alcuni piccoli filmini amatoriali. Nel 1967 si trasferisce a Parigi dove frequenta l’Istituto di Alti Studi Cinematografici ed inizia a collaborare con i “Cahiers du cinéma” realizzando alcuni cortometraggi e, contemporaneamente producendo, per la rivista “Pilote“, illustrazioni e numerosi spot pubblicitari fra il 1970 e il 1974.
Nel 1976 gira il suo primo lungometraggio, la commedia Il cadavere era già morto, storia di due poliziotti pasticcioni degli anni Cinquanta che scoprono un assassinio. La pellicola si segnala per il suo lieve umorismo e per aver messo in luce uno dei suoi attori feticcio, Jean Rochefort che, insieme con Daniel Auteuil, diverrà essenziale protagonista di tanto suo cinema. Autore prolifico, è il regista di una ventina di opere cinematografiche di grande successo internazionale, ottenuto grazie all’immancabile ironia delle sue storie, unita alle ambientazioni stravaganti e talvolta anche tormentate. Il cinema di Leconte si caratterizza per la sua cifra artigianale: egli stesso infatti realizza personalmente le inquadrature dei suoi film. «Ho cominciato a fare da solo le inquadrature e da allora non ho più lasciato la macchina da presa a nessuno, semplicemente perché l’inquadratura fa parte integrante della regia». Fra i suoi film più riusciti selezionati in rassegna: Tandem (1987, in programma ad Alphaville mercoledì 29 febbraio), storia dell’amicizia virile tra un conduttore radiofonico al tramonto ed il fedele tecnico del suono, da sempre suo ammiratore senza riserve; L’amore che non muore (2000, in visione giovedì 1 marzo alle 21.00), intenso melodramma romantico imperniato su un trio amoroso davvero superbo con i volti di Daniel Auteuil, Juliette Binoche ed Emir Kusturika in veste di buon selvaggio; L’insolito caso di Monsieur Hire (1989), previsto per venerdì 2 marzo alle 21.00, tratto da un romanzo di Georges Simenon, racconto perverso e mortale di un misantropo solitario che passa il suo tempo spiando alla finestra la ragazza di fronte; seguito dalla proiezione di Confidenze troppo intime (2004), finissima commedia degli equivoci condotta con eleganza e maestria da Sandrine Bonnaire e Fabrice Luchini, in cui una paziente racconta tutto di sé ad un consulente finanziario, credendolo lo psicanalista; l’indimenticabile Il marito della parrucchiera (1990), in programma alle 21.00 di sabato 3 marzo, commedia poetica in cui la passione che un marito, l’incredibile Jean Rochefort (qui anche improvvisato ed ironico danzatore), prova per la moglie, la parrucchiera del titolo (interpretata da una Anna Galiena morbida ed enigmatica), precipiterà in un inaspettato finale tragico. Seguito, in seconda serata alle 23.00, da Il profumo di Yvonne (1994), lavoro degli anni Novanta ad alta seduzione fatale; ed infine, domenica 4 marzo alle 21.00, è la volta di L’uomo del treno (2002), protagonisti Jean Rochefort e Johnny Hallyday, bizzarra storia di uno scambio di vite che vinse il David di Donatello come miglior film straniero; seguito, alle 23.00, dall’ultimo lungometraggio selezionato in rassegna, Tango (1993), commedia di viaggio assai derisoria in cui si esercita con stile ed umor nero Philippe Noiret e il Leconte- feticcio Jean Rochefort!
Regista di indubbio talento, decisamente raffinato e prezioso nel suo stile, autoriale nel timbro ma pure capace di attirare pubblici vasti, da sempre circondato da attori che conoscono bene il loro mestiere, Leconte è un maestro dei contrari: amore e indifferenza, vita e morte, ascoltatori e parlatori, chi prende il treno e chi lo guarda, che hanno fissato il suo percorso artistico con solidità e sensibilità, alternando, sequenza dopo sequenza, classe e sobrietà, sensualità e brio…davvero un autore tipicamente francese!