Marco Bellocchio, da pochissimo premiato agli Efa 2022 con il premio della narrazione più innovativa per la sua prima serie tv Esterno Notte, ha annunciato il suo nuovo progetto su Enzo Tortora. Pronta a primavera, anche la prossima fatica del regista sarà una serie tv.
“Voglio fare una serie tv su Enzo Tortora per raccontare l’enorme ingiustizia di cui è stato vittima, mentre viveva il momento più alto del suo successo con Portobello”.
Il regista ricorda una delle pagine più tristi della malagiustizia italiana. Enzo Tortora, con la sua storica trasmissione Portobello, faceva venti milioni di telespettatori ad ogni puntata e dall’oggi al domani viene arrestato e condotto a Regina Coeli, con accuse infamanti.
I giudici difronte all’evidenzia condannarono il presentatore a dieci anni di reclusione e nessun provvedimento è stato preso, nonostante il loro grossolano errore.
Marco Bellocchio, inoltre, informa che un possibile titolo della sua nuova serie, basata sulla triste vicenda di Tortora, potrebbe essere La colonna infame, lo stesso del libro che il presentatore voleva sulla sua bara.
La serie dovrebbe essere composta da 6 episodi e raccontare la parabola di un uomo amato dal suo pubblico che diventa vittima dell’ingarbugliata macchina della giustizia italiana.
Erano le quattro di notte del 17 giugno 1983, quando Enzo Tortora fu tratto in arresto con l’accusa di traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico.
Le accuse si basavano sulle dichiarazioni di alcuni pentiti, tra cui Giovanni Pandico e Pasquale Barra, legato alla nuova camorra di Raffaele Cutolo. A queste accuse si aggiunsero altre, provenienti da veri mitomani, come il pittore Giuseppe Margutti, già pregiudicato per truffa.
La vicenda Tortora suscitò molto scalpore, tanti condannarono il presentatore, altri invece dubitavano delle accuse e dimostrarono la loro vicinanza alla vittima, come Leonardo Sciascia che sulle pagine del Corriere della Sera si espresse in questo modo: è facile, scampanando retorica e sollecitando un mai sopito plebeismo, fare apparire una vittima come un privilegiato.
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