Tra pochi giorni sul network di cinema in streaming per cinefili MUBI, sarà disponibile Oasis, uno dei più straordinari film del grande regista coreano Lee Chang-dong.
Oasis – una storia d’amore e di passione tra emarginati
Un giovane coreano bizzarro e bipolare, Hong Jong-du, viene rilasciato dal carcere dopo aver scontato una pena per aver investito e ucciso un innocente durante la guida in stato di ubriachezza.
In realtà il ragazzo, ingenuo e bonaccione, ha coperto il fratello, finendo in galera al suo posto. Alla ricerca della sua famiglia, che nel frattempo si è trasferita senza nemmeno avvisarlo, l’uomo cerca la famiglia della vittima dell’incidente, e si imbatte nella figlia del morto, Han Gong-ju. Una giovane disabile che un ictus cerebrale ha reso praticamente inferma e impossibilitata a comunicare in maniera chiara.
Curioso e imprevedibile, l’uomo comincia a frequentarla; poi abusa sessualmente di lei, approfittando della sua impossibilità a ribellarsi.
Ma, poco per volta, scopriamo che l’atteggiamento della ragazza, da tutti rifiutata e, dopo la morte del padre, abbandonata dai parenti a se stessa e alle cure generiche dei vicini, trova nell’uomo non solo una possibilità altrimenti negata di amicizia, ma anche la tenera complicità che tutto il mondo le rifiuta.
Da quel momento, per quella coppia decisamente fuori dagli schemi, iniziano le emozioni, ma anche tutta una serie di guai con una nuova incarcerazione per Hong Jong-du, che tuttavia troverà il modo di fuggire per manifestare platealmente tutto il suo amore incondizionato per la “sua ragazza”.
Oasis – la recensione
Impegnato nel suo terzo lungometraggio, Lee Chang-dong realizza il suo capolavoro. Un film crudo e spietato, ma anche tenero e poetico che ricorda, per situazioni e sentimenti, i capisaldi del cinema neorealista dei nostri maestri italiani degli anni ’40 e ’50.
Alla perfezione della pellicola, toccante, contribuiscono i due straordinari interpreti, nuovamente insieme dopo il già ottimo e spietato Peppermint Candy.
E se nessuno quanto Sol Kyung-gu avrebbe potuto cogliere al meglio frustrazioni, esaltazioni e follie accorate che caratterizzano gli atteggiamenti del protagonista, Hong Jong-du, è tuttavia l’interpretazione della bella Moon So-ri a rivelarsi letteralmente strabiliante.
L’ attrice sudcoreana riesce a immedesimarsi completamente nella gestualità incontenibile a cui la malattia costringe i portatori di tale terribile patologia, da indurre chi non conosca la ormai famosissima attrice, a ritenere che possa trattarsi di una persona realmente afflitta da tale disabilità.
Il risultato è stupefacente. Epico il film, per la dirompenza sprigionata dai protagonisti
La potenza del film si esprime attraverso una direzione perfetta, coadiuvata dalla scrittura puntigliosa, ma mai pedante, che sa centrare il magma incontrollabile sprigionato tra i due straordinari protagonisti. Facendo perno proprio su di loro, senza mai cedere ad alcun ricatto morale o alcun sentimentalismo di facile presa.
Su MUBI dal 22 Novembre.