Presentato nell’ambito di Venezia Classic alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Desperate Souls, Dark City and The Legend Of Midnight Cowboy è l’occasione per tornare a parlare di uno dei film più iconici della New Hollywood.

Desperate Souls, Dark City and The Legend Of Midnight Cowboy
Desperate Souls, Dark City and The Legend Of Midnight Cowboy. La lunghezza del titolo riassuntiva di alcuni dei temi trattati non deve spaventare perché il documentario di Nancy Buirski dedicato a un capolavoro della New Hollywood come Un uomo di marciapiede è una veloce quanto accurata rivisitazione del contesto ambientale artistico e culturale in cui vide luce uno dei film più iconici del cinema americano degli anni settanta.
A realizzarlo – nel 1969 – fu John Schlesinger, regista inglese che di lì a poco avrebbe firmato Il Maratoneta e che, per il suo esordio nello scenario del cinema americano, decise di portare sullo schermo una storia in parte autobiografica (omosessuale dichiarato, Schlesinger afferma di essersi sempre sentito messo da parte sia in patria che all’estero), parlando in Midnight Cowboy (in Italia uscito con il titolo Un uomo da marciapiede, ndr) dell’amicizia tra due dropout, interpretati da John Voight e Dustin Hoffman, sullo sfondo di una New York dura e inospitale come mai si era vista sul grande schermo.
La distribuzione e il successo
Basato su un argomento scabroso – l’amicizia sentimentale tra due uomini era ancora un tabù – il film della Buirski spiega con dovizia di particolari le circostanze per certi versi irripetibili (gli anni settanta con la crisi dei grandi studios e le lotte per i diritti civili) che, nonostante questo, consentirono al regista di farselo produrre e distribuire da una gloriosa Major come la United Artists.
La vittoria di ben tre Oscar, tra cui uno per la migliore regia, è solo l’ultima tappa, forse la meno rilevante, di una favola artistica e umana a lieto fine che coinvolse tutti i partecipanti: a cominciare da John Voight, attore emergente che proprio al successo del lungometraggio deve il lancio della sua carriera.
In tal senso la commozione e, in certi passaggi, le lacrime che accompagnano i ricordi dell’attore fanno il paio in termini di pathos con gli interventi del regista presente solo in voce, attraverso una serie di testimonianze registrate che, nella scelta di ridurre al minimo la presenza visiva dell’autore, lasciando a collaboratori e amici il piacere di parlarne, sembra voler fare di questa scelta estetica il modo per non tradire il carattere schivo e appartato del regista.
Desperate Souls, Dark City and The Legend Of Midnight Cowboy: citazioni e riferimenti
Classico nel ricostruire in senso cronologico la vita del film e quella del suo autore, come pure nell’alternanza tra interviste e materiale d’archivio, Desperate Souls, Dark City and The Legend Of Midnight Cowboy non perde tempo a scoprire quello che già sappiamo, e cioè che Midnight Cowboy è un capolavoro, capace fin dal titolo di cogliere e declinare in versione personale e intimista la trasformazione della metropoli americana (ribadita dalla serie sull’Ispettore Callaghan e da Il braccio violento della legge), deputata ad assumere su di sé le vestigia e la mitologia un tempo assegnate al paesaggio dei film Western: da cui la figura del Cowboy di mezzanotte, pronto a “far fuoco” con le armi della sua seduzione di moderno gigolò.
Piuttosto procede a farne una rilettura nel rapporto con la complessità del proprio tempo e con le persone – non solo attori e regista ma anche sceneggiatori, produttori e critici – che ne hanno, in qualche maniera, preso parte, constatandone le influenze sul cinema che seguirà (si pensi a I segreti di Brokeback Mountain).
Al termine della visione l’effetto è quello sperato, lasciando il film della Buirski il desiderio di tornare alla fonte per rinnovarne il piacere con maggiore consapevolezza di ciò che è stato.
A Venezia
Presentato nell’ambito di Venezia Classic alla 79° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia , Desperate Souls, Dark City and The Legend Of Midnight Cowboy è anche l’occasione per tornare a pensare al cinema come passione condivisa, dimenticandone opportunità e profitti. Che poi la prima cosa non esclude la seconda è un dato di fatto. Costato appena 2, 5 milioni di dollari per i quali il regista ottenne il controllo totale sul film, Un uomo da marciapiede ne incassò negli Stati Uniti 45 risultando il terzo successo dell’anno nonostante il divieto ai minori.