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In Sala

‘La verità secondo Maureen K. La syndicaliste’ una memorabile Isabelle Huppert

Basato su un oscuro e inquietante fatto di cronaca, strutturato come un thriller dai tempi piuttosto incalzanti, La syndicaliste permette alla Huppert di dar vita ad un personaggio che, per una volta, si caratterizza non solo per dinamismo e tenacia, ma anche per l'umanità di fondo che la spinge a non arrendersi a una lotta impari contro i poteri forti deviati e corrotti.

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la syndicaliste

Arriva al cinema ‘La verità secondo Maureen K.(La syndicaliste) ’ presentato a Venezia 79 nella categoria Orizzonti .

Distribuisce I Wonder Pictures.

La pellicola  è dominata, più che dal suo onesto regista, Jean-Pierre Salomè, dalla presenza iconica della sua celebre interprete: la divina Isabelle Huppert, che ritroviamo nei panni di una tenace rappresentante dei lavoratori, schierata contro la nuova dirigenza per la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro minacciati dalle strategie del nuovo CEO.

La syndicaliste: la “pasionaria” dei diritti dei lavoratori in una vicenda di cronaca dai connotati reali

Una mattina come tante, la domestica della sindacalista Maureen Kearney (Isabelle Huppert) ritrova la padrona di casa imbavagliata, legata con uno scotch da pacchi, sfregiata nel ventre da una vistosa lettera “A” inferta nella pelle con un coltello da cucina.

La vicenda poi torna indietro di un mese circa, nel momento in cui l’amministratrice delegata (Marina Fois) della multinazionale che dirige una serie di centrali nucleari tra Francia e altre sedi europee, si trova costretta a dare le dimissioni. Sarà sostituita da un tipico cacciatore di taglie, intenzionato dai vertici a tagliare ulteriormente il costo del personale, trovando il modo di sostituire vecchie centrali con altre low cost, da impiantare con enorme risparmio di costi fissi.

L’opposizione della sindacalista, da sempre tenace e famosa per la propria capacità di contrattazione con i vertici, mette la donna in una posizione sempre più scomoda che la espone a minacce, dapprima velate, poi sempre più inequivocabili e concrete.

Ma l’ambiguo episodio di violenza domestica insospettisce la polizia che, forse incalzata da poteri forti contrari all’ingerenza della donna nella nuova direttiva aziendale, si convince che abbia inscenato quell’aggressione per attirare l’attenzione sulla causa per la quale si sta battendo.

 

Isabelle Huppert la syndicaliste

La recensione

Questo cruento, sconcertante fatto di cronaca, che coinvolge i poteri forti dell’economia e anche i vertici di certa politica del bieco compromesso, ha stimolato il regista Jean-Paul Salomé, sino ad oggi in realtà non particolarmente ispirato nella sua carriera, caratterizzata da titoli di rispetto, ma non proprio memorabili.

Salomé è riuscito tuttavia, in questa occasione, tornando a lavorare con la Huppert dopo la recente e ironica commedia La Padrina (2020), a costruire un film narrativamente coinvolgente.

La pellicola è in grado di tener desta l’attenzione dello spettatore, avvinto da una storia di prevaricazione e sottomissione alle regole deviate di un’ economia capitalistica che non concede alcuna attenzione nei confronti della forza lavoro, utilizzata e spremuta a piacimento, fagocitata e ridotta al minimo sostentamento come ai tempi della Rivoluzione Industriale.

Al di là della meccanica dei fatti, e della plausibilità del contesto narrativo, La Syndicaliste di Salomé convince anche grazie a un cast di tutto rispetto che vede in primis brillare la sempre perfetta Isabelle Huppert.

L’attrice veste qui i panni di una cinquantenne tutta nervi e coraggio conferendole una certa uvenemanità e una fragilità che la distinguono dallo stereotipo di donna fatale, tutta eccessi e sadismi, che spesso ha caratterizzato la sua lunga ed eterogenea carriera di diva.

Non meno convincenti risultano i famosi attori che fanno da corollario alla vicenda: la già citata ed attivissima Marina Fois, il corpulento Grégory Gadebois che interpreta il consorte della sindacalista, il bieco Yvan Attal (nei panni del nuovo amministratore delegato colluso in presunti sporchi affari) e lo zelante e ambiguo Pierre Deladonchamps (noto soprattutto per lo scalpore suscitato con “Lo sconosciuto del lago“), bravo a impersonare il poliziotto che non si fida,  pressato per non credere ai fatti denunciati dalla protagonista.

La verità secondo Maureen K.Il thriller di Jean-Paul Salomé

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La Biennale di Venezia

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La verità secondo Maureen K.

  • Anno: 2022
  • Durata: 122
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Jean-Paul Salomé