La 37 Settimana Internazionale della Critica ha annunciato la sua selezione.
La presentazione, dedicata a Mantas Kvedaravičius, il regista lituano rimasto ucciso a Mariupol durante il tragico conflitto ucraino di questi mesi, si è infatti aperta con un appello per la liberazione immediata dei registi iraniani Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e Mostafa Al-Ahmad.
Gli ultimi due arrestati dal governo locale per una lettera di protesta contro la repressione poliziesca dei manifestanti di Abadan.
Il primo è stato invece condannato a sei anni di carcere per propaganda contro il regime.
«Un tema drammatico che ci sta molto a cuore», lo ha definito Cristiana Paternò, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani – SNCCI (con lei anche il Vicepresidente Pedro Armocida), organizzatore della sezione autonoma e parallela della Mostra del Cinema di Venezia.
La SIC quest’anno si rinnova anche dal punto di vista estetico. Un nuovo logo raffigurante uno schermo aperto da un lato.
I nuovi modi di fare critica, specifica Paternò, nonché una «rottura della quarta parete» per creare un dialogo sempre più fitto «tra critica, autori e spettatori». Non meno rilevante in questo senso l’annunciata nascita della Casa della Critica, spazio fisico che ospiterà le delegazioni SIC e sarà un riferimento per gli incontri e i molti partner dell’iniziativa.
La Direttrice Artistica della SIC Beatrice Fiorentino, sottolinea come lo scopo sia «scoprire oggi il cinema di domani», come evocato sin dalla sigla, realizzata per la prima volta con l’ausilio di un’intelligenza artificiale da Frame by Frame.
Una selezione di 10 lungometraggi di provenienza internazionale (7 in concorso, 2 fuori concorso e una proiezione speciale) e, per la sezione SIC@SIC, 9 corti italiani (7 in concorso e 2 fuori concorso).
Nell’immagine ufficiale della nuova edizione il personaggio centrale si muove in una strada piena di gente, come per restituire una graduale riappropriazione della socialità dopo la pandemia Il titolo è Creature in eterno movimento.
37 settimana della critica i Film in concorso
Beating sun
I lungometraggi in competizione rimandano alla «lotta per un mondo più equo, più giusto, più inclusivo» e a una riconquista degli spazi e dei contatti umani dopo le restrizioni imposte dal Covid. Fiorentino spiega che offrono uno sguardo «radicalmente queer» in una realtà dove lo schema binario maschile/femminile è completamente superato.
Anhell69 di Theo Montoya (Colombia) ci porta nella comunità LGBTQ di Medellin, dove «si sogna e si desidera, anche attraverso il cinema. Beating Sun (Tant que le soleil frappe) di Philippe Petit è un «esempio nitidissimo di cinema civile e politico» che si muove «tra la poetica di Rohmer e la militanza di Brizet».
L’italiano in concorso è Margini di Niccolò Falsetti, un «colpo di fulmine» per Fiorentino.
Margini
Il film è una commedia punk ambientata nella provincia toscana. Da un lato un «piccolo nido che ti culla», dall’altro «un anaconda, a un certo punto ti accorgi che ti sta soffocando». Nella pellicola anche un cameo vocale del fumettista Zerocalcare.
In gara anche lo svedese Dogborn di Isabella Carbonell, su due gemelli senzatetto che cercano di sopravvivere in una società disumana.
Dall’Austria Eismayer di David Wagner, protagonista un autoritario militare gay. Il serbo Have You Seen This Woman? (Da li ste videli ovu ženu?), di Dušan Zorić e Matija Gluščević, per la Direttrice della SIC il film «più incredibilmente spiazzante di tutta la selezione».
Eismayer
Il tedesco Skin Deep di Alex Schaad, thriller psicologico-filosofico e riflessione trans-genere sulle leggi dell’attrazione . Aprono e chiudono fuori concorso rispettivamente Three Nights a Week (Trois nuits par semaine) di Florent Gouëou (Francia) e il marocchino Queens (Malikates), di Yasmine Benkiran, road-movie femministe.
I titoli in competizione si contenderanno anche due nuovi riconoscimenti, il Gran Premio IWONDERFULL (assegnato da una giuria internazionale) di 5000 euro, e il Premio de Pubblico The Film Club di 3000 euro. Sarà invece in collaborazione con la Biennale la proiezione speciale, che vede il ritorno (in versione restaurata) del lungometraggio d’esordio del portoghese Pedro Costa, portato alla SIC nel 1989: Blood (O sangue).
Blood
I corti
La SIC di quest’anno vuole essere anche, ha aggiunto la Direttrice, un «incoraggiamento nei confronti di un’industria che sta attraversando un momento di grossa difficoltà». Una scommessa fatta anche dei corti di SIC@SIC, aperti e chiusi fuori concorso rispettivamente da Pinned Into a Dress di Gianluca Matarrese e Guillaume Thomas (Francia) e da Happy Birthday di Giorgio Ferrero.o).
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