‘Casablanca Beats’, il rap che cambia la vita

Con il lungometraggio Casablanca Beats, in sala dal 23 Giugno,  il regista di origini marocchine ( nato in Francia) Nabil Ayouch, realizza un’opera ambientata a Sidi Moumen, un quartiere povero e popolare di Casablanca. Il  film è distribuito in Italia da Lucky Red.

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Casablanca Beats ha come  protagonista un gruppo di adolescenti che, sotto la guida dell’ex rapper Anas (Anas Basbousi) che accetta un impiego presso un centro culturale, imparano a liberare, attraverso il rap e l’hip-hop, la creatività, dando voce alle loro esigenze, comuni a tutti gli adolescenti del mondo, e ricercando il proprio posto all’interno di una società assai complessa e difficile come è quella del loro paese.

Uno stile a metà fra finzione e documentario

Scritto Nabil Ayouch e da Maryam Touzani, Casablanca Beats affronta, con uno stile a metà fra il film di finzione e il documentario, le numerose contraddizioni della società marocchina, viste attraverso gli occhi degli adolescenti, maschi e femmine. I quali, se da un lato riescono, attraverso la musica, a esternare la loro giovanile esuberanza, dall’altro devono fare i conti con le imposizioni degli adulti che non accettano, per vari motivi (culturali, religiosi o semplicemente per ignoranza), la necessità, da parte dei propri figli, fratelli o sorelle, di far sentire la loro voce.

Girato nel centro culturale di Les Etoils, creato, fra gli altri, dallo stesso Ayouch nel quartiere di Sidi Moumen, Casablanca Beats è un interessante esperimento in cui finzione e realtà si mescolano sino a confondersi (operazione per altro già intrapresa in tempi passati dal francese Laurent Cantet nel suo La classe – Entre les murs).

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Un film ben realizzato che, pur con qualche schematismo di troppo, segue i giovani protagonisti nel loro percorso di emancipazione

Casablanca Beats è un film che sconta una sceneggiatura un po’ troppo esile, appesantita da qualche schematismo di troppo (ad esempio la tematica, ormai abusata, del riscatto sociale che può arrivare attraverso la musica).  Ma, al di là di questo, il film è ben realizzato, con una recitazione spontanea attraverso la quale Meryem, Ismail, Nouhaila, Samah e tutti gli altri giovani protagonisti riescono a esprimere la loro vera personalità.

Con la camera a mano che accompagna i ragazzi e il loro insegnante che, con metodi a volte ruvidi, riesce a far breccia nei loro cuori e nelle loro menti, il film di Ayouch intreccia le note di strada del rap ai discorsi dei giovani che si confrontano fra loro, in maniera a volte animata, su vari argomenti, quali la religione, le tradizioni, la politica o le costrizioni sociali. Seguendoli nella loro progressiva presa di coscienza, in un faticoso percorso di emancipazione e di evasione dalle sbarre entro le quali una società miope e retrograda li costringe a vivere.