La Felicity Huffman del noto serial televisivo Desperate housewives è Bree, transessuale donna che svolge due lavori contemporaneamente al fine di accumulare i soldi necessari per l’intervento chirurgico utile alla sua ridefinizione sessuale. In seguito a una inaspettata telefonata, viene a scoprire che, da una relazione eterosessuale avuta nella sua passata vita da uomo, è nato un figlio ora teenager: lo scapestrato Toby alias Kevin”L’alba dei morti viventi”Zegers, il quale, alla ricerca di suo padre, dovrà essere prelevato proprio da Bree in un penitenziario di New York, dove giunge in aereo.
Con lei che approfitta per tenere celata la propria identità nel momento in cui il ragazzo la scambia per una missionaria Cristiana in opera di redenzione e conversione, inizia da qui il significativo viaggio attraverso gli Stati Uniti alla base di Transamerica (2005), lungometraggio d’esordio di Duncan Tucker, che, candidato al premio Oscar per la miglior attrice protagonista e per la canzone Travelin’ thru di Dolly Parton e distribuito nei nostri cinema a Febbraio 2006 da DNC Entertainment, grazie alla stessa approda ora nel mercato dei blu-ray.
Un road movie attraverso cui il regista, sfruttando un cast comprende, tra gli altri, la Elizabeth Peña di Allucinazione perversa (1990) e il Burt Young entrato a far parte dell’immaginario collettivo grazie al personaggio Paulie della serie Rocky, ci accompagna all’interno di una coinvolgente vicenda che affronta in maniera originale importanti temi come l’emarginazione sociale e la diversità. In mezzo a paesaggi rurali a stelle e strisce e sonorità country, mentre il ragazzo non può fare a meno di sfuggire a Bree per avventurarsi alla ricerca del genitore, incontrando sia l’universo della droga che quello della pornografia.
Ed è proprio la prova degli attori a rientrare tra i maggiori pregi dell’operazione (ricordiamo, tra l’altro, che l’incredibilmente trasformata Huffman si aggiugicò il Golden Globe), la quale, nonostante il clima drammatico generale, non manca d’ironia, tirando in ballo discorsi gay riguardanti Frodo e gli altri personaggi della trilogia Il Signore degli Anelli e dilatatori vaginali chiamati Keanu 1 e 2, in riferimento all’attore Reeves. Riuscendo nella non facile impresa di non scadere mai in volgarità gratuite, tanto da distaccarsi nettamente da sopravvalutati e indigeribili prodotti di celluloide dall’argomentazione analoga (si pensi al contemporaneo 20 centimetri di Ramón Salazar) e confermando il dichiarato obiettivo di Tucker: “Il mio desiderio è che Transamerica riesca a far entrare lo spettatore in simbiosi con Bree e Toby, due esseri umani che normalmente vengono percepiti come outsider o, peggio, ignorati del tutto”.
Con circa 158 minuti di contenuti speciali che, al di là del commento audio del regista, includono conversazioni dello stesso con i due protagonisti, errori sul set, trailer originale, trailer italiano, videoclip della succitata canzone della Parton e relativo backstage. Oltre a una serie di interviste che vedono coinvolti, tra gli altri, il produttore esecutivo William H. Macy, il produttore Sebastian Dungan, la psicologa Mary Nicotra, l’attivista transessuale Christian Ballarin e Porpora Marcasciano, sociologa vicepresidente del MIT (Movimento Identità Transessuale).
Francesco Lomuscio