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FESTIVAL DI CINEMA

La memoria affettiva a Le giornate del cinema quebecchese in Italia

A Le giornate del cinema quebecchese, ampio spazio è stato dato ai cortometraggi. 19 quelli presentati alla nuova edizione tra cui titoli nominati agli Oscar

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Si sono Concluse Le giornate del cinema quebecchese in Italia, dedicate al cinema francofono canadese.

Realizzate in collaborazione con il Conseil des arts et des lettres du Québec, la Delegazione del Québec a Roma, l’Ambasciata del Canada in Italia, la Société de développement des entreprises culturelles du Québec, insieme a Compass Productions e Mymovies, si sono svolte dal 24 al 31 Marzo.

Le giornate del cinema quebecchese in Italia : I corti

La manifestazione, giunta alla sua 19esima edizione, è dedicata al tema della memoria affettiva. Il cinema come generatore di inconscio collettivo, archivio di sogni e frammenti di memorie, attivatore di emozioni, richiami e ricordi delle memorie affettive individuali. Ispirato all’omonimo film di culto canadese di Francis Leclerc (storia di un incidente, di un’amnesia, di una perdita d’identità), il tema si è sviluppato attraverso una selezione di titoli che presentano grande varietà stilistica e nuove formule narrative, dal documentario di memoria biografica al film di formazione, fino a opere dalle atmosfere surreali.

Si è collegata al tema anche l’ampia selezione dei cortometraggi, ben diciannove, in cui i registi hanno indagato l’affetto, attraverso stili diversi.

Le giornate del cinema quebecchese, tutti i film

 Les grandes claques di Annie St-Pierre

Vigilia di Natale. Julie e i suoi cugini aspettano con ansia l’arrivo di Babbo Natale. Nel frattempo, fuori dalla casa, Denis, padre di Julie, si fa forza per scendere dalla macchina a suonare il campanello.

«Pensavamo fosse Babbo Natale!»

Accolto dalla delusione dei bambini, Denis, titubante, saluta i suoi figli nell’imbarazzo generale. Julie abbraccia il padre ma suo fratello scoppia in un pianto disperato perché non vuole lasciare la festa.
La regista Annie St-Pierre ci mostra le reazioni e le dinamiche affettive nate da una separazione. La mamma di Julie, contenta di vedere il suo ex compagno ma dispiaciuta per la reazione dei bambini, cerca di convincerli ad andare con il padre. Nel frattempo, tutti i parenti sono felici della presenza di Denis e lo invitano ad unirsi alla festa.
Denis, sorpreso, trova lo sguardo di Julie che, empaticamente, gli restituisce affetto.
Mentre la festa raggiunge il suo culmine, e i partecipanti chiedono all’uomo di esibirsi al piano come ai vecchi tempi, Denis, mortificato dalla presenza dell’attuale compagno della ex moglie, prova a suonare per gli altri.
In questo corto, breve ma inteso, si nota con quanto tatto la regista prova a catturare le emozioni dei presenti.
Le separazioni non sono mai facili e nel momento delle feste di Natale sono ancora più dure. Ma la St-Pierre vuole dare un barlume di speranza, come, in fondo, solo il Natale può (o potrebbe) fare e rende la piccola Julie la protagonista indiscussa di questo sentimento.

Sebbene voglia rimanere con i suoi cugini e aspettare con loro Babbo Natale, davanti ai capricci del fratello e alla fuga del padre per la vergogna della situazione, la piccola decide di seguire l’uomo, raggiungendolo nell’auto, al freddo, regalandogli il Natale di cui ha bisogno.

 

Frimas di Marianne Farley

Dopo La scelta di Anne , Audrey Diwan,  continua ad affrontare uno dei temi a cui è più sensibile. Questa volta la Farley sceglie di affrontarlo attraverso una descrizione lontana, in cui la pratica dell’aborto è vietata.
Kara deve ricorrere all’aborto illegale, dopo essere andata in una clinica, e deve confrontarsi anche con le conseguenze, fisiche e morali. Giocando con le inquadrature in un ambiente in cui la freddezza fisica è pari a quella emotiva, la regista conduce la sua protagonista in un futuro che però sembra assomigliare al presente più di quanto pensiamo. I pregiudizi e la sofferenza interiore della donna, altro non sono che espressione di un contesto sociale, quello legato al tema dell’interruzione di gravidanza che da sempre genera pareri contrastanti.

Monsieur Cachemire di Iouri Philippe Paille

Un eccentrico personaggio raggiunge il direttore di una banca proponendogli uno strano contratto.
Monsieur Cachemire è un corto che si distingue, non solo per lo stile narrativo, ma anche per il modo con cui affronta il tema generale della rappresentazione. Qui l’attaccamento affettivo è infatti raccontato attraverso la strana reazione che il direttore della banca ha davanti all’offerta di Monsieur Cachemire, misterioso personaggio che raggiunge il direttore proponendogli un’offerta incredibile.
Dapprima contrariato da Cachemire, il Direttore pian piano cede alle lusinghe dell’uomo che gli propone un affare incredibile facendo leva sui sentimenti.
Il corto di Paille, caratterizzato da un’azzeccata colonna sonora, colpisce lo spettatore con la sua imprevedibilità e i colpi di scena che si susseguono fino all’ultimo minuto. A questo si aggiunge la studiata scenografia e l’ottima scelta del cast.

Le giornate del cinema quebecchese in Italia : gli altri corti

Tra gli altri corti presenti, Delphine di Chloé Robichaud, un lavoro adattato da una breve opera teatrale, dove una banana maculata diventa simbolo della diversità e dell’emarginazione.
Y’a pas d’heure pour les femmes di Sarra El Abed è un divertente e ironico documentario, in cui un salone tunisino di parrucchiere per signore diventa un’arena per il dibattito politico. Segnaliamo infine il thriller Landgraves di Jean-François Leblanc, le poetiche animazioni di Mademoiselle Pigeon di Alexandra MyotteLa chambre des filles di Claire Brognez.

Les oiseaux ivres questione di terra, di cuore e di gelosie

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