Leggeri e malinconici come due farfalle notturne, i personaggi, interpretati magistralmente da Paolo Sassanelli e Totò Onnis, prendono vita all’angolo di una strada a due passi dal porto e si librano nell’aria umida della sera
Non poteva scegliere titolo più felice Andrej Longo per il film di Andrès Arce Maldonado, regista colombiano classe ’72, in distribuzione nelle sale dal 28 Ottobre. Leggeri e malinconici come due farfalle notturne, i personaggi, interpretati magistralmente da Paolo Sassanelli e Totò Onnis, prendono vita all’angolo di una strada a due passi dal porto e si librano nell’aria umida della sera. Sono vecchi amici e hanno in mente un piano: a Parigi sta u’ mar?In attesa dell’ora come Estragon e Vladimir, fantasticano, attingono all’immaginario, si esaltano e un momento dopo si fanno seri. Sognano una vita diversa e snocciolano le questioni più disparate in un dialetto barese che può risultare di difficile comprensione per chi non mastichi la lingua, ma che suona come musica per l’orecchio avvezzo a certe sonorità. Riecheggiando lo scoppiettante e indimenticabile La capa gira di Alessandro Piva (2000).
Il regista, con l’aiuto della montatrice Premio Oscar Gabriella Cristiani (L’ultimo imperatore, B. Bertolucci, 1989) e del musicista Francesco Forni che ha curato la colonna sonora, si è concesso una contaminazione di stili diversi. Le scene di vita fantasticata sull’onda dell’esaltazione vengono rappresentate nel film con la tecnica dell’animazione: i personaggi si trasformano in figurine, le immagini vengono spezzettate, lo schermo si frammenta come uno specchio rotto, come un sogno che va in pezzi. L’anima più intimistica, invece, è ritratta in clic istantanei che catturano le immagini di una città e del suo porto, delle torri metalliche inclinate come sagome di pescatori chini sul mare al tramonto.
Nato per il teatro, il testo è stato portato in scena dagli stessi Sassanelli e Onnis ed è stato successivamente rimaneggiato dall’autore, insieme con i due attori pugliesi, fino a diventare una sceneggiatura cinematografica. Nel corso dell’incontro con la stampa che si è tenuto qualche giorno fa alla Casa del Cinema di Roma, Longo e Sassanelli hanno definito Falene “un’opera in divenire”, alludendo alle potenzialità espressive dei personaggi che non si esaurirebbero nei 70 minuti di montato e al progetto futuro di trasferire su pellicola questa prima versione realizzata in HD.
Manuela Materdomini
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