‘Chi ha incastrato Babbo Natale?’, la favola con cazzimma di Alessandro Siani

A due anni di distanza da Il giorno più bello del mondo (2019), Alessandro Siani torna dietro – e davanti – la macchina da presa con Chi ha incastrato Babbo Natale?, un film comico favolistico in cui sfodera la sua usuale comicità, tentando di far ridere grandi e piccini.

Chi ha incastrato Babbo Natale?, la trama

La Wonderfast domina il mercato per tutto l’anno, tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale (Christian De Sica), assolda il capo dei suoi elfi, Elfo Romeo (Leigh Gill), che fa assumere  nella fabbrica di Santa Clause, come nuovo manager esperto, Gennaro Catalano (Alessandro Siani), noto come il “re dei pacchi”.

Ma i pacchi in questione non sono i doni natalizi, perché Gennaro è un tamarro truffatore, aiutato nei raggiri dal piccolo Checco (Martin Francisco Montero Baez). L’arrivo dei due nel regno di Babbo Natale creerà una serie di pastrocchi, ma alla fine la magia natalizia trionferà.

Babbo Natale nuovo trend cine-televisivo?

Era stato da poco distribuito Io sono Babbo Natale (2020) di Edoardo Falcone, ultima interpretazione cinematografica di Gigi Proietti, ed ecco che sui grandi schermi compare Chi ha incastrato Babbo Natale?, quinto lungometraggio diretto da Alessandro Siani.

Questo film non soltanto evidenzia che anche quest’anno sarà servito in sala l’annuale cinepanettone, ma altresì come Santa Clause pare stia divenendo il nuovo spunto (veramente funzionale?) da cui attingere per realizzare film comici.

Non bisogna dimenticare che l’anno scorso Alessandro Genovesi firmò 10 giorni con Babbo Natale (2020) che, sebbene fosse stato realizzato per il grande schermo, fu poi distribuito, a causa della pandemia e delle sale cinematografiche chiuse, direttamente su Prime Video, ottenendo anche molte visualizzazioni (e qualche lusinghiera critica).

Anche Chi ha incastrato Babbo Natale? è realizzato espressamente per le sale cinematografiche, ma qualitativamente e ritmicamente ha più le fattezze di un prodotto intagliato e destinato allo streaming (tra i produttori c’è proprio Prime Video).

Una pellicola perfettamente programmabile anche sulle Tv generaliste, poiché la pubblicità può essere inserita agevolmente in determinati spazi del racconto.

Comicità tamarra + assolo melanconici + buonismo

Se nelle precedenti commedie l’aspetto favolistico era sottotraccia, calato in storie e personaggi quotidiani, con Chi ha incastrato Babbo Natale? Siani realizza una vera e propria fiaba. Chiaramente alla sua maniera.

Il suo è un approccio agli umori natalizi che vorrebbe essere dinamitardo, attraverso l’inserimento del – super – tamarro napoletano, caratterialmente uno pseudo Grinch, nell’universo candido e soave di Santa Clause e dei suoi elfi.

Gennaro Catalano è un grossolano personaggio, condensazione spinta del folklore napoletano, che sebbene non bestemmi mai (il film deve essere adatto anche ai bambini), si esprime costantemente per doppi o tripli sensi, tipo la reiterata battuta sulla “bomba al cioccolato”.

L’umorismo dovrebbe scaturire proprio da questa contrapposizione tra la grettezza di Gennaro e la bontà del mondo fatato che lo circonda. Ed è un modo di agire, il suo, che quasi riesce ad attecchire.

Non a caso il momento clou del film dovrebbe essere la trasformazione d’immagine, per essere più consono al nuovo mondo 2.0, del “matusa” Babbo Natale in un perfetto tamarro (importandolo nella realtà quotidiana di Roma).

Battute a raffica, tutte mitragliate da Alessandro Siani, però spazio anche per i buoni sentimenti e alcune per piccole pillole di saggezza: in fondo è una storia natalizia. L’attore partenopeo, memore della lezione di Massimo Troisi, si concede due assolo melanconicamente riflessivi, in cui snocciola al piccolo Checco che cosa è la vita, utilizzando la metafora delle scarpe.

L’aspetto mieloso, invece, appare vistosamente nel finale, con un profluvio di buoni sentimenti per suggellare che a Natale siamo tutti più buoni, a cominciare da Gennaro che si redime e comprende lo spirito dell’altruismo.

Il cast

Il tamarro di Siani, che non ha la “crudele” vis comica di Bill Murray o Jim Carrey, con i suoi sproloqui spiccatamente napoletani, irrita più che divertire, e soltanto tre monologhi comici funzionano veramente: quello sulla costante mancanza delle pile nei giocattoli; la spiegazione scientifica della cazzimma napoletana; il post-finale, in cui si rivolge al pubblico, riuscendo a piazzare due garbate e simpatiche battute.

Christian De Sica, rappresentante nobile dei classici cinepanettoni, che già fece coppia con Siani ne Il principe abusivo (2013), non ha battute efficaci, e le sue consumate doti d’attore appaiono soltanto quando è in silenzio, con quel profondo sguardo che avrebbe meritato maggior impiego.

In ogni modo, non gli vengono forniti momenti comici adeguati, ma Siani gli concede un paio di scene in cui può accennare un ballo e un canto swing, vere passioni dell’attore romano.

Angela Finocchiaro, nelle stracciate vesti di una Befana scorbutica ma in fregola, è la conferma che meriterebbe ruoli migliori; e la gag dell’aspirapolvere volante era già presente in Mia moglie è una strega (1980) di Castellano e Pipolo.

Stranamente, l’unica che calza a pennello in questa commedia è Diletta Leotta. Inserita nel cast per i suoi palesi motivi di bellezza, e perché diva televisiva, sebbene non abbia spiccate doti d’attrice, riesce ad andare perfettamente a tempo con le espressioni facciali.