Dal 25 novembre, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Double Line, in collaborazione con Lo Scrittoio, porta sul grande schermo La Festa Silenziosa, thriller argentino diretto dal regista Diego Fried e interpretato dall’attivista femminista Jazmín Stuart, dalla star della scena argentina Gerardo Romano ed Esteban Bigliardi.
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La festa silenziosa – la trama
Poche ore prima di celebrare il suo matrimonio nella tenuta del padre (Gerardo Romano), Laura (Jazmín Stuart) si concede una passeggiata in solitudine ritrovandosi a una festa insolita. La musica e l’atmosfera la distraggono per un attimo dai suoi pensieri fino a quando un evento inaspettato cambia drasticamente il corso della serata, coinvolgendo il padre e il suo futuro sposo (Esteban Bigliardi).
Alla festa, infatti, Laura incontra “Gabo” (Lautaro Bettoni) e i due si appartano lasciandosi andare ad effusioni. Prima che Laura e Gabo possano avere un rapporto consensuale, Laura viene aggredita da Maxi (Gaston Cocchiarale), che la strappa dalle braccia di Gabo, la sbatte a terra e la stupra. Laura cerca di dimenarsi, ma ogni tentativo è vano. Quando Maxi ha finito con lei, Laura si rialza da terra visibilmente traumatizzata, si sistema la gonna e si allontana dalla casa dei giovani, vagando disperata nel buio della notte.
Una volta a casa, Laura tenta di tornare alla normalità, ma la sua mente è infestata dai ricordi dell’abuso. La donna si riscuote e decide di prendere le redini della situazione: afferra una pistola e si avvia verso la festa, pronta a vendicarsi della violenza subíta.
Lo stupro
Le immagini della violenza, come anticipato, passano attraverso la memoria di Laura: sono incubi che la perseguitano, che le impediscono di continuare a vivere serenamente. Umiliata e apparentemente sconfitta, Laura ritorna verso casa e cerca di dissociarsi dall’esperienza traumatica.
Nei recessi della sua anima, però, resta lo spettro dell’abuso a cui Laura non riesce ad arrendersi. È determinata a farla pagare ai suoi aguzzini, tanto da uscire nel mezzo della notte per regolare i conti.
Jazmín Stuart, militante del collettivo femminista Actrices Argentinas, ha dichiarato: «È rilevante che il film esca in una giornata tanto significativa […]. Celebro questo film perché presenta un modello di donna che non si rassegna di fronte alla violenza e apre un dibattito su questa trasformazione che si rende necessaria a livello mondiale».
Paternalismo e machismo
Il film parla di empowerment femminile, ma castrato. Laura lotta per l’ indipendenza e autodeterminazione, ma è costantemente ostacolata dalla tracotanza maschile.
La Stuart ha dichiarato «penso che il film affronti un tema caldo e di stringente attualità: può una donna cercare giustizia di propria mano? Oppure la violenza e la giustizia sono dominio dell’uomo? C’è qualcosa nel sistema che non permette a una donna arrabbiata di esprimere rabbia e di fare violenza, come se questa fosse prerogativa unica degli uomini».
Nel film, infatti, Laura esce di casa con la pistola in mano. Subito è raggiunta dal marito che cerca di farla ragionare, di persuaderla a chiamare la polizia e sporgere denuncia, ma Laura sa bene che la polizia non può aiutarla.
Il principale ostacolo all’emancipazione di Laura è, tuttavia, suo padre. Non appena saputo dello stupro, l’uomo si arma di fucile e costringe la figlia a farsi da parte perché
“È una cosa da uomini.”
“Hai già fatto abbastanza casini.”
“Non complicare le cose.”
Trovato Gabo, il padre chiude Laura nel locale caldaia per assicurarsi che non gli “renda tutto difficile”.
L’abuser stesso svaluta il peso della parola della vittima, mostrando le dinamiche tipiche di un sistema patriarcale che privilegia gli uomini.
“Se cancelliamo il video, sarà la sua parola contro la nostra”
Corpi non conformi
Ovviamente, lo stupratore è un ragazzo grasso.
Ovviamente, si sente un perdente, non ha successo con le donne e l’unico modo che ha per avere un rapporto con il genere femminile è ricorrere alla violenza.
È un personaggio esageratamente stereotipato, anche se mantiene un forte senso di lealtà verso Gabo e tenta di salvarlo anziché fuggire vigliaccamente.
La festa silenziosa – la regia
Il tumulto interiore di Laura passa attraverso le inquadrature frenetiche che raccontano dapprima la sua fuga, poi la sua ricerca di vendetta.
L’ultima immagine consegnata al pubblico è Laura che imbraccia il fucile e lo punta contro Maxi, indecisa sul da farsi. Se sparasse, risponderebbe alla sua vendetta, ma dovrebbe forse convivere con il senso di colpa. Se non sparasse, il suo viaggio apparirebbe tarpato ancora una volta, come se davvero la violenza fosse prerogativa esclusivamente maschile.
Trailer https://youtu.be/pmVNXMNlWl0