Un film discreto, sicuramente senza grandi pretese, che molto deve ad una buona storia, ma che presenta, però, alcuni punti deboli che fanno crollare un castello di carte pensato bene.
Anno: 2011 / Distribuzione: Eagle Picture/Durata:108’/ Genere: Drammatico, Thriller / Nazionalità: USA / Regia: Roger Donaldson
Fareste di tutto per il vostro amato o la vostra amata?
Se la risposta è no, né questo film né questa recensione fanno per voi. In caso contrario continuate pure la letture e complimenti, non siete dei mostri senza cuore.
Cosa fareste se un vostro caro fosse vittima di una violenza e se il responsabile rimanesse impunito a piede libero, lontano della giustizia?
Mentre in ospedale attendete notizie sulla salute del vostro amato, immaginate di essere avvicinati da un uomo, rispettabile e ben vestito, che vi dice: “Ci pensiamo noi a trovare il responsabile. Non vogliamo niente in cambio, magari solo un favore in futuro”.
Cosa fareste?
È cosi che inizia Solo per vendetta, e quella appena descritta sarà solo la prima di una serie di situazioni a dir poco inconsuete: Will Gerrard, mite professore di letteratura e giocatore di scacchi, interpretato da Nicolas Cage, si ritroverà avviluppato in una spirale che sempre più lo stritolerà, costringendolo a muoversi e comportarsi come una marionetta, fino a che non deciderà di liberarsi dalle maglie di una complessa organizzazione che trasforma innocenti vittime, come lui, in tremanti ma efficaci assassini; aspetto interessante di questa “mafia” è che come tratto peculiare ha una sorta di proverbio o frase distintiva “Hungry Rabbit Jumps”, ovvero un saltellante coniglio affamato, facile rimando al bianconiglio di carrolliana memoria.
Un film discreto, sicuramente senza grandi pretese, che molto deve ad una buona storia, unico marchio di qualità di qualunque prodotto filmico; presenta, però, alcuni punti deboli che fanno crollare un castello di carte pensato bene ma realizzato con, forse, troppa fretta.
In prima istanza, Solo per vendetta è troppo nettamente diviso in due parti: la prima, dove la vittima cade nelle mani dell’organizzazione e la seconda nella quale tenta a fatica di uscirne; l’inizio scorre fluido, anche abbastanza plausibilmente e senza eccessi, tanto da trasportare al meglio lo spettatore nello schermo; lo svolgimento successivo, invece, da l’impressione di vedere un altro film di qualche anno fa, Il Fuggitivo, e tale fuga trascina con sè alcune soluzioni decisamente poco credibili e giustificabili.
Inoltre le due parti hanno dei ritmi troppo diversi e contrastanti: l’iniziale metà scorre bene, ma a volte si incaglia in scene importanti per la storia ma lente nel complesso, cosa di cui il film risente molto specialmente quando, nella seconda parte, l’azione è eccessivamente concitata e resa frettolosamente, come se oltre che scappare dall’arrivo dei “cattivi” si debba correre dietro la pellicola che sta finendo.
Altro punto debole del film è la scelta del protagonista, Nicolas Cage.
Cage è passato da essere Attore, cioè colui che rappresenta qualcos’altro da sé, a Personaggio, cioè simbolo di un insieme di valori e caratteristiche particolari.
La sua presenza nel ruolo del mite professore poco si confà al suo fisico, dove meglio avremmo visto un fisico come Liam Neeson o simili; inoltre la presenza di Nicolas Cage in cartellone comporta anche un pubblico esigente e abituato a determinati movimenti scenici diversi e molto più concitati rispetto a quelli del film in analisi.
Probabilmente è anche per questo motivo che il finale presenta un ritmo quasi isterico, per correre ai ripari, includendo nelle mosse del fuggiasco due soluzioni che rimandano palesemente a due precedenti colpi “di scena” che hanno visto lo stesso Cage come protagonista, in una coppia di auto citazioni smaccate e fuori luogo.
Solo per Vendetta è, bisogna ammettere a malincuore, un film di serie B con una buona storia che prometteva molto bene, ma che è stata sacrificata per lasciare il posto a qualcuno, o a qualcosa, di sinceramente meno importante.
Giovanni Villani
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