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Venezia .68: un cofanetto per onorare il Leone d’oro alla carriera Marco Bellocchio

Marco Bellocchio, uno dei pochi autori e registi italiani che può a testa alta fregiarsi del titolo di ‘maestro’, il 9 settembre alle 17.00 riceverà in Sala Grande da Bernardo Bertolucci, suo simile per spessore e autorevolezza, il Leone d’Oro alla Carriera.

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Rai Cinema celebra una delle figure di riferimento, tuttora pulsante e di una modernità formidabile all’interno del panorama cinematografico contemporaneo. Marco Bellocchio, uno dei pochi autori e registi italiani che può a testa alta fregiarsi del titolo di ‘maestro’, il 9 settembre alle 17.00 riceverà in Sala Grande da Bernardo Bertolucci, suo simile per spessore e autorevolezza, il Leone d’Oro alla Carriera.

E proprio per marcare visivamente questa importante data e questo significativo riconoscimento, Rai Cinema annuncia oggi l’uscita di Marco Bellocchio collection, un doppio cofanetto DVD, distribuito da 01 Distribution, contenente 8 titoli del regista piacentino. Divisi idealmente in due parti, condensano tappe filmiche di ieri e oggi, attraverso le quali penetrare l’essenza del fare cinema di Marco Bellocchio. Dal suo esordio folgorante ad appena 25 anni, I pugni in tasca (1965), che conserva tuttora la stessa forza e la stessa implacabile capacità di rottura nella denuncia di uno dei cancri più invisibili e letali per lo sviluppo della personalità di chi la subisce e ne rimare inesorabilmente intrappolato: la famiglia, alle vicende autobiografiche di Vacanze in Valtrebbia, per proseguire nelle esplorazioni viscerali nel mondo del melodramma con il documentario Addio del passato (2000), concepito in occasione dei cento anni dalla morte di Verdi, fino al lavoro frutto del laboratorio Fare Cinema che dal 1997 Bellocchio dirige in pianta stabile a Bobbio, il piccolo comune d’origine: Sorelle Mai (2011).

L’altro cofanetto marca la cinematografia del maestro in 4 pellicole esemplari: L’ora di religione (2002), Buongiorno Notte (2003), Il regista di matrimoni (2006), Vincere (2009). Tasselli preziosissimi, frutto di una consapevolezza alta e lucida nell’analisi-denuncia del potere e dei suoi meccanismi, corredata da una finezza stilistica densissima, emotivamente e tecnicamente. Che il cinema italiano, in un momento produttivo e creativo estremamente delicato, possa assorbire un’eredità così ricca e variegata. E che Bellocchio sia sempre il monito di una densità di sguardo e di coscienza per tutti gli occhi che incroceranno le sue visioni.

Maria Cera

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