Prima di Band of brothers, The Pacific e Over there, c’era Tour of duty.
Nata nel 1987 sulle frequenze della CBS, e in onda fino al 1990 con due candidature agli Emmy ed una vittoria per il comparto audio, la serie era un dramma d’azione ambientato in Vietnam durante la guerra che seguiva le vicende del tenente Myron Goldman e del sergente Zeke Anderson, ma senza dimenticarsi del numeroso gruppo di soldati e ufficiali americani che li accompagnano nei combattimenti e nella nuova routine quotidiana.
Essenzialmente, Tour of duty era una vera e propria ricognizione in stile realistico sugli effetti e le aspettative che la guerra aveva prodotto sugli uomini che vi parteciparono, miscelando etnie e temi bollenti come il disagio, l’autodistruzione ed i problemi razziali.
Gli Stati Uniti non erano nuovi a serie di genere (ad esempio Combat!, che si svolgeva durante il secondo conflitto mondiale, e che aveva come protagonista Vic Morrow – padre di Jennifer Jason Leigh, morto tragicamente durante le riprese del film di Ai confini della realtà – era stato un programma amato dai telespettatori americani già diversi anni prima), ma Tour of duty cercava di catturare l’essenza drammatica e drammaturgica di una delle pagine più nere della storia della nazione, già materiale cinematografico ad alto respiro sociale e di denuncia, senza farsi mancare neanche parentesi propagandistiche come la famigerata pellicola Berretti verdi con John Wayne.
Per quanto la serie cerchi un approccio sincero nel trattare la vicenda ed i suoi personaggi, non dobbiamo dimenticarci che le limitazioni tecniche e narrative di un prodotto per la tv pubblica del 1987 sono ben più profonde di quelle presenti in lavori dello scorso decennio e destinate, inizialmente, a canali a pagamento: Tour of duty, se confrontato con i suoi discendenti, soffre, infatti, di una certa mancanza di quella crudezza necessaria a raccontare una guerra, così come sono spesso evidenti le ristrettezze subite nelle scene d’azione, con location riutilizzate o sequenze poco coinvolgenti.
Inoltre, durante la seconda stagione, la serie soffrì di una riscrittura delle storie e dell’introduzione di alcuni personaggi femminili, allo scopo di inserire sottotrame romantiche e catturare un pubblico più ampio: con la terza stagione e l’eliminazione di questi nuovi elementi, Tour of duty cercò di tornare allo stile degli esordi, senza riuscire però ad evitare la cancellazione, causata da una nuova fascia oraria ed un conseguente confronto impossibile con altre serie più gettonate.
L’ultimo difetto appuntabile alla serie è purtroppo esclusivamente legato alla sua edizione in dvd, dalla quale sono state tolte, per problemi di rinnovo dei diritti, tutte le canzoni dell’epoca che accompagnavano gli episodi; sostituire nell’introduzione Paint it black dei Rolling Stones con un mero e anonimo pezzo strumentale equivale a un crimine contro l’apprezzamento dell’opera, e tante altre sequenze risultano monche, piatte o, addirittura, insensate senza il sottofondo originale, tanto da costringere gli appassionati più puristi a reperire il prodotto in dvd bootleg.
Da scoprire se amate il genere, Tour of duty è acquistabile su disco in edizioni singole o cofanetto, ma sempre in edizione originale, poiché in Italia è disponibile solo una vhs difficilmente recuperabile con i primi due episodi condensati in film con il titolo Vietnam addio.
Francesco Massaccesi
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