Il film Italo-francese 7 Minutes è un mélange di idee molto intuitive e al contempo di scelte trash degli autori , che hanno raccontato una storia molto interessante di una coppia di giovani omosessuali, ma sporcandola con un mondo degli adulti, in questo caso con il mondo paterno, andando a danneggiare la poesia che poteva esistere nel racconto.
Non si vuole dare un giudizio morale, ma in verità emerge nel film un mondo distopico senza nessuna necessità che questo possa essere collegato all’omosessualità.
Tutto accade quando i due giovani protagonisti muoiono in una stanza d’hotel, Kevin ha una crisi fatale per overdose e Maxime decide di suicidarsi.
Dopo il triste evento Jean, il padre di Maxime, un commissario di polizia, decide di indagare sulla loro vita e sul locale gay frequentato da molti giovani della piccola provincia francese.
Ci si aspetta un’indagine emotiva, paterna, legata all’amore e al non detto di un mondo a volte sconosciuto ai genitori, attraverso dialoghi e riflessioni; invece gli sceneggiatori scelgono di far emulare a Jean gli stessi percorsi esperienziali dei due trasgressivi ragazzi.
Si comprende l’intenzione di shoccare, ma sembra sia stata una scelta inadeguata quella di dipingere un padre morboso nel voler indagare su tutto, intrattenendo una relazione fisica con un amico del figlio, Fabien il proprietario del locale, il Bisou.
Le inquadrature del rapporto sessuale tra Jean e il sensuale ragazzo non shoccano, non ci impressionano, al contrario ci trasferiscono un senso di inutile e banale eccesso rispetto alla bellezza dell’amore di una coppia ribelle protagonista del lavoro del regista Ricky Mastro.
Il film avrebbe dovuto concentrarsi di più suo trascorsi della coppia, delle loro vite assurde e piene di vitalità, invece trasferisce il racconto su un’inutile particolare che risulta ridondante senza nessun effetto sullo spettatore, a cui non rimane nulla.
La figura del padre inizialmente interessante e ben recitata da un bravo attore francese, Antoine Herbez, viene sminuita a causa di questa pseudo trasgressivita’, che oggigiorno non fa più nessun tipo di effetto,- forse è servita a chi ha scritto pensando di riportare un mondo nascosto- ma non era questa la sede per farlo, visto che sembrava che si volesse raccontare la vita di due meravigliosi ragazzi alle prese con la loro libertà fisica e mentale.
Il film inizialmente molto ben curato si perde nella seconda parte e seppur ben girato e curato nei dettagli, non sortisce nessun effetto emotivo ma lascia molti dubbi sulle capacità della sceneggiatura di raccontare una storia vera senza voler ottenere un effetto sorpresa/trasgressione completamente decontestualizzato rispetto a un plot iniziale.
7 Minutes non convince, ma si apprezza la bravura del cast e l’intensità con cui gli attori hanno interpretato delle parti facilmente inclini ai cliché.