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Serie Tv

STORIA DEL NUOVO COGNOME: il secondo capitolo de L’AMICA GENIALE di Saverio Costanzo

è terminata su Rai Uno Storia Del Nuovo Cognome, il seguito de L'Amica Geniale, con la regia di Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher

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Ecco, se ancora c’è qualcuno che dubita che la fiction italiana si stia evolvendo, abbiamo adesso qualcosa in più da mostrare per negare con veemenza: perché è appena passata sugli schermi Rai L’Amica Geniale: Storia Del Nuovo Cognome, traduzione in immagini del secondo capitolo (su quattro) del best-seller di Elena Ferrante. Una seconda serie che conferma e anzi alza il livello della prima, che aggiunge allo showrunner Saverio Costanzo l’indispensabile Alice Rohrwacher, che amplia e amplifica l’universo letterario come forse la prima non era stata in grado di fare.

L’Amica Geniale è un mix esplosivo di emozioni e colpi di scena, personaggi a tutto tondo e un universo intimo e personale (quello dell’autrice) che pur non svelando nulla della sua identità anagrafica mette a nudo, letteralmente, il suo mondo, senza sconti: Wildside, HBO, Rai Fiction ma soprattutto Saverio Costanzo hanno lavorato di fino, però, e sono stati capaci di mettere in scena una trasposizione fedelissima all’originale che non fosse però meramente calligrafica, una pura e semplice copia conforme, ma assumesse i contorni emotivi del “nuovo” autore, dell’amico geniale della Ferrante ovvero Costanzo.

Anche tra loro (Saverio ed Elena) sembra ci sia una rincorsa come tra le due protagoniste (Lila e Lenù): una rincorsa fatta di allitterazioni e punti di vista, tra universo femminile e maschile, tra modernità e passato, fra dramma e nostalgia, senza soluzione di continuità, tra sfumature minime che colmano le distanze più vertiginose, con un doppio approfondimento psicologico -giocato ora sui dialoghi, ora sull’immagine- che non fa altro che arricchire l’opera rendendola se possibile ancora più sfaccettata e tridimensionale.

Su tutto, una regia pulita e potente, semplice ma profondissima, senza sbavature pleonastiche per non allungare neanche di un secondo il ritmo, senza falsare neanche per una sequenza la bellezza dell’insieme. Storia Del Nuovo Cognome sa darsi continuità stilistica con L’Amica Geniale, eppure proprio come nella sigla cambia restando fondamentalmente sé stesso: e facendo un paragone (irriverente) con un film ora in sala –Gli Anni Più Belli-, è facilissimo notare come qua il ribaltamento privato/pubblico si fa spontaneo, perché le vite individuali dei personaggi si rispecchiano in maniera quasi incontrollata, spontanea e naturale nel percorso storico e politico dell’Italia, mentre lì la ricerca è faticosa, forzata, stiracchiata mentre si ferma ad una parrucca che vuole ingannare il tempo.

Il rione diventa allora la metafora più lucente e straziante di un microcosmo soffocante, un non-luogo che risucchia la vitalità e restituisce povertà e miseria, una prigione di sofferenza e violenza dalla quale Lila e Lenù si sentono irresistibilmente attratte e respinte quasi nello stesso momento: e intanto, l’aggiunta della Rohrwacher si fa preziosa perché questo Storia Del Nuovo Cognome cresce insieme alle protagoniste e si fa adolescente. Nel senso che si mette il punto su chi si è e su chi si è diventati alla ricerca di una propria individualità e identità; e che la materia filmica insegue il corpo e si fa carne, scoprendo insieme a loro due la sessualità e spostando la narrazione -come si diceva sopra- su un piano pubblico, politico e culturale, aggiungendo la considerazione del corpo femminile in una società involuta su sé stessa.

Ed è (anche) per questo che L’Amica Geniale, serie e libro, è un capolavoro: per la sapienza di Costanzo e miscelare i toni -addirittura aggiungendo tocchi di horror nelle inquadrature, spesso di fortissima intuizione visiva- e per un comparto tecnico di prim’ordine. E poi per quella sua capacità innegabile di essere popolare e altissimo, di parlare con sincerità invidiabile e insieme con un linguaggio spietato di come siamo noi, per parlare di ieri e riflettere sull’oggi. Creando dal nulla emozioni e contenuti, partendo da due ragazzine che scambiano le bambole e arrivando ad un trattato di sociologia che con la sua narrazione ampia e suggestiva copre il suo significante della Vita come fermento ingovernabile, da destreggiare con fatica. Un’opera controversa e bellissima, violenta e pulsante, e misteriosa.

E inafferrabile, come noi.

  • Anno: 2020
  • Durata: 450'