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La bambola assassina: la tecnologia “da paura” del Chucky 2019

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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In un inizio di terzo millennio cinematografico che, tra un Nightmare di Samuel Bayer e un Halloween di David Gordon Green, si rivela giorno dopo giorno sempre più dominato da rifacimenti e reboot di pellicole e serie mitiche di paura risalenti agli anni Ottanta, non poteva certo sfuggire all’occhio attento dei produttori americani La bambola assassina, l’ormai classico diretto nel 1988 dal Tom Holland già autore di Ammazzavampiri e che ha finito per rivelarsi soltanto l’avvio di una saga costituita da sette capitoli (l’ultimo, datato 2017, è Il culto di Chucky di Don Mancini).

Infatti, finanziatori dei due tasselli che compongono il kinghiano It, Seth Grahame-Smith e David Katzenberg hanno pensato bene di rispolverare nel 2019 la vicenda del bambolotto killer Chucky affidandone la regia al norvegese Lars Klevberg che, in fatto di horror, già si era occupato di Polaroid.    

Dimenticate del tutto, però, il Tipo Bello nel quale, ferito a morte, s’incarnava il serial killer Charles Lee Ray alias Brad Dourif, in quanto, fin dall’apertura in cui l’Henry Kaslan interpretato da Tim Matheson parla di ultra-moderne apparecchiature, non solo sono evidenti i rimandi a Robocop di Paul Verhoeven (anche esplicitamente omaggiato, ad un certo punto, con l’entrata in scena di una macchinina della polizia), ma ad essere presa di mira è chiaramente una sempre più futuristica tecnologia che sembra ormai aver segnato il nostro presente.

Una tecnologia caratterizzata in particolar modo da congegni comandabili attraverso la propria voce e connessioni senza fili e nelle cui diavolerie, di conseguenza, rientra anche il Buddi potenziato dall’intelligenza artificiale che la Karen dal volto di Aubrey Plaza regala al figlio solitario Andy, ovvero Gabriel Bateman; senza immaginare che il giocattolo sia stato privato delle restrizioni di sicurezza e, quindi, facilmente destinato a diventare portatore di morte.

Perché, man mano che stabilisce un vero e proprio rapporto di amicizia con il ragazzino, che non manca neppure di coinvolgere nelle proprie giornate di spensieratezza altri coetanei, finisce per assorbire frasi e comportamenti degli esseri umani prendendo pericolosamente, però, tutto alla lettera.

Tanto che perfino una visione di Non aprite quella porta parte 2 di Tobe Hooper si rivela, a sua volta, a rischio di emulazione da parte di Chucky, in questo caso portato in scena grazie all’utilizzo di sette burattini animatronici forniti di braccia e teste intercambiabili e per il quale un po’ tutto può diventare un’arma letale, da una falciatrice da giardino a un drone, passando per una sega circolare e un’automobile a comando vocale.

Un campionario di oggettistica utile a garantire la tutt’altro che indifferente dose di splatter nel corso della circa ora e mezza che rappresenta questo nuovo La bambola assassina, reso disponibile in limited edition blu-ray da Koch Media, all’interno della propria collana Midnight Factory.

Con booklet incluso nella custodia amaray inserita in slip case cartonato e contenuti extra che, oltre al trailer italiano e al commento audio del regista, comprendono due ironiche clip promozionali, quattro minuti riguardanti la realizzazione di Chucky, tre sul tema musicale principale del film e quasi cinque di dietro le quinte.

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