Toccante ritratto del braccio della morte e delle sue allucinanti dinamiche, Dead Man Walking di Tim Robbins è un perfetto esempio di opera drammatica a tinte forti che riesce a toccare corde profonde. Oscar per l'interpretazione a Susan Sarandon e Orso d'argento al Festival di Berlino a Sean Penn
Dead Man Walking è un film del 1995 diretto da Tim Robbins, basato sull’omonimo romanzo autobiografico di suor Helen Prejean.
Riconoscimenti e premi per Dead Man Walking
In Italia il film non è mai stato distribuito in DVD, mentre nel giugno 2011 è stato pubblicato in Blu-ray. Il titolo, Dead man walking, è preso dall’espressione che comunemente usano i carcerieri americani per annunciare il tragitto che il condannato a morte compie fra la sua cella e la sala dell’esecuzione.
Con un budget di 11 milioni di dollari, la pellicola ne guadagnò circa 83 milioni, diventando così un gran successo al botteghino.
Numerosi anche i riconoscimenti a livello internazionale per il valore sociale e insieme artistico di questa pellicola. Susan Sarandon ha ottenuto l’Oscar come miglior attrice protagonista per il 1996. Nomination sono andate al regista Tim Robbins, a Sean Penn come attore protagonista e a Bruce Springsteen per la miglior canzone originale (Dead Man Walkin’). Al Festival di Berlino del 1996, oltre a tre premi secondari, è stato attribuito l’Orso d’Argento per il miglior attore a Sean Penn.
Da segnalare anche il David di Donatello come miglior attrice straniera a Susan Sarandon.
La trama
Dead man walking (uomo morto che cammina) è il grido con cui i secondini accompagnano il condannato alla sala dell’esecuzione. Matthew, accusato di stupro e omicidio, è in attesa di sentire quelle parole terribili, e chiede aiuto a Helen, suora laica cattolica, che accetta non senza perplessità il difficilissimo ruolo di assistente spirituale del condannato. La ricerca di una verità che redima invece di infierire sul condannato dà a Helen la lucidità per conciliare il senso di pietà e quello di giustizia e a Matthew la forza per pentirsi sinceramente.
La recensione
Toccante ritratto del braccio della morte e delle sue allucinanti dinamiche. Tratto dall’omonimo romanzo autobiografico di suor Helen Prejan, per anni impegnata nell’assistenza spirituale ai condannati.
Dead Man Walkingè un perfetto esempio di opera drammatica a tinte forti che riesce a toccare le corde di profondi sentimenti senza scadere nella retorica bieca. Poncelet è un personaggio negativo, al di là della sua colpevolezza. Eppure lo sguardo imparziale di Tim Robbins lo descrive senza mai giustificarlo, riuscendo nell’impresa non facile di far empatizzare il pubblico e di passare, pur veicolandolo attraverso il caso di un irritante criminale da strapazzo, un forte messaggio anti-pena capitale.
Straordinarie le interpretazioni di Susan Sarandon, premiata con l’Oscar e ottimamente diretta dall’allora compagno Tim Robbins, in grado di dare anima e corpo a una donna tormentata, alle prese con dubbi esistenziali e religiosi, e di Sean Penn, irriverente, odioso eppure alla fine umanissimo, Orso d’argento al Festival di Berlino come miglior attore.
Difficile non commuoversi in un finale che non si dimentica facilmente. D’eccezione la colonna sonora con pezzi di Johnny Cash, Patti Smith, Tom Waits, Eddie Vedder, Suzanne Vega e la canzone originale di Bruce SpringsteenDead Man Walkin’ nominata agli Oscar.
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