“È il primo blog movie italiano a finire sul grande schermo. Un film fatto di frammenti di adolescenza rubata: 70 ragazzi e altrettanti telefoni cellulari per raccontare i diciotto anni come in un diario personale”.
È il primo blog movie italiano a finire sul grande schermo. Un film fatto di frammenti di adolescenza rubata: 70 ragazzi e altrettanti telefoni cellulari per raccontare i diciotto anni come in un diario personale. Una maturità tra paure e incertezze, più o meno complicata, più o meno connessa, più o meno sfuggente. Ma a sorprendere nel film di Caccia è la libertà sperimentale lasciata “in mano” ai ragazzi, addolcita poi da un montaggio a volte impercettibile, lento e modulato, altre nevrotico, impaziente come i corpi dei giovani pronti a sbocciare. E non è tutto rosa e fiori. L’adolescenza fotografata e messa poi a fuoco, in pixel, appare quasi completamente svuotata di senso, cultura, obiettivi lontani, e preoccupata invece del bel culo, del gelato preferito, di un paio di occhiali alla moda o dello sballo del sabato sera. Addirittura qualcuno prova anche a filosofeggiare. Ci prova, ma il risultato è da pelle d’oca. A metà film si comincia ad aver paura di quanto si potrebbe ancora vedere. E il filtro dei cellulari rende il tutto più livido e desolante. Certo, le immagini non penetrano in nessun territorio davvero sconvolgente, ma turbano, danno un bello scossone emotivo allo spettatore. Ben venga allora il cinema blog, se per fotografar(ci) funziona.
Vedozero ha esordito lo scorso 17 settembre a Milano e da questo mese continuerà il suo tour anche a Roma e in altre città italiane. Andrea Caccia per realizzarlo ha coinvolto in prima persona i ragazzi dei licei di Monza, Vimercate e Rho.
Giacomo Ioannisci
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