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Documentari

Fellini Fine Mai, il documentario di Eugenio Cappuccio sul grande regista, a Venezia Classics

È un Fellini raccontato in prima persona da Cappuccio e che rivive attraverso la potenza delle immagini, dei suoni e delle fotografie custoditi da Rai Teche: frammenti di vita e di poetica del cinema, spesso sconosciuti, e svelati da chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui e di condividere la sua esperienza

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Quando i film non finivano mai. Accadeva con uno dei più grandi registi italiani, genio indiscusso anche a livello internazionale: Federico Fellini, di cui nel 2020 ricorrerà il centenario della nascita. Un personaggio che Rai Teche, Rai Cinema e Aurora Tv “riportano” alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – in concorso nella sezione “Venezia Classic. Documentari sul Cinema” – con un film doc firmato da Eugenio Cappuccio, già suo assistente: Fellini Fine Mai. Un titolo che fa riferimento proprio a quel grande schermo sul quale il regista non voleva mai vedere il “The End”.

È un Fellini raccontato in prima persona da Cappuccio e che rivive attraverso la potenza delle immagini, dei suoni e delle fotografie custoditi da Rai Teche: frammenti di vita e di poetica del cinema, spesso sconosciuti, e svelati da chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui e di condividere la sua esperienza come appunto Cappuccio che ricostruisce il percorso che lo ha portato a conoscere Fellini a Rimini quando era appena adolescente e poi, dopo aver studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, a collaborare come assistente sul set di Ginger e Fred. Attraverso materiali di repertorio e interviste, Cappuccio parte dai luoghi in cui Fellini ha iniziato a raccontare le sue storie, e si lancia verso nuove scoperte del suo “mondo segreto” che troverà la sua massima espressione nelle possibilità offerte da Cinecittà: una sorta di “rivelazione” su ciò che ha dato forma e vita a molti dei più bei film della storia del cinema, un viaggio personale e familiare intimo, ma anche uno sguardo agli “incompiuti” di Fellini per molti versi ancora più enigmatici. Per questo il film documentario ospita anche numerose testimonianze originali e preziose come quelle di Vincenzo Mollica, Antonello Geleng, Sergio Rubini, Francesca Fellini, Andrea De Carlo, Mario Sesti.

A questi si aggiunge la voce (e la matita) di un altro grande che negli ultimi anni di vita e lavoro di Fellini lo ha affiancato per dare forma e colore ai sogni del Maestro che l’industria cinematografica faticava a realizzare: Milo Manara. Proprio il rapporto tra Fellini e Manara è uno dei complessi e originali binari percorsi alla scoperta dei “segreti” di un uomo e di un cinema che sullo schermo non metteva la parola “Fine” al termine delle vicende raccontate. Da Viaggio a Tulum, in cui lo stesso Eugenio Cappuccio, allora giovanissimo assistente alla regia di Fellini, fu coinvolto in circostanze paradossali, fino a Il viaggio di G. Mastorna, film rimasti su carta, i cui disegni non sono mai diventati pellicola. Si scopre così che chiunque abbia avuto la fortuna di lavorare accanto al Grande Maestro non ha soltanto contribuito a realizzare dei capolavori e a partecipare a un’avventura culturale, figurativa, estetica, ma ha condiviso un mondo fantastico in cui la realità si intrecciava con la superstizione e in cui i segni del destino e le premonizioni erano fondamentali.

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