Ida, un film del 2013 diretto da Paweł Pawlikowski. Di produzione principalmente polacca, è stato scritto dal regista stesso e da Rebecca Lenkiewicz. Nel 2015 ha vinto il premio Oscar per il miglior film straniero. Il film è stato mostrato in anteprima il 7 settembre 2013 nella sezione “Special Presentation” del Toronto International Film Festival, dove ha vinto il premio FIPRESCI relativo alla sezione. In Polonia il film è uscito nelle sale a partire dal 25 ottobre 2013, dopo essere stato proiettato al Gdynia Polish Film Festival e al Warsaw Film Festival. In Italia è stato distribuito da Lucky Red e Parthénos dal 13 marzo 2014. Con Agata Trzebuchowska, Agata Kulesza, Dawid Ogrodnik.
Sinossi
Polonia, 1962. Anna, un’orfana allevata dalle suore di un convento, è una novizia. Prima di prendere i voti, però, desidera vedere Wanda, la sua unica parente in vita che le rivela di essere ebrea. Entrambe le donne intraprendono allora un viaggio teso non solo a scoprire la tragica storia della loro famiglia ma anche chi esse siano veramente e quale sia il loro posto, rimettendo in discussione le loro credenze e la loro religione.
Una bella sorpresa dalla Polonia con un film che non è esagerato definire uno dei migliori del 2013, diretto da Pawel Pawlikowski, polacco emigrato da molti anni in Inghilterra. L’Oscar per il miglior film straniero, per una volta, è stato assegnato con pieno merito. Il film racconta la vicenda di una giovane novizia negli anni Sessanta che incontra una zia, sua unica parente sopravvissuta, e scopre di essere in realtà Ebrea, e che i suoi genitori erano morti in tragiche circostanze. La giovane Ida sarà costretta ad interrogarsi su molte questioni, compresa la sua vocazione. Il film è girato in un bianco e nero espressivo che ha suscitato paragoni con la pittura di Vermeer, con immagini spoglie e nitide che rimandano al cinema di Dreyer e Bresson per la loro essenzialità. La macchina da presa è sempre fissa, tranne che nel finale, il linguaggio è depurato e rigoroso, in sintonia con il difficile tema trattato (non sono mancate polemiche in Polonia per i riferimenti alla partecipazione di molti polacchi alla strage di Ebrei perpetrata dai nazisti, come era già accaduto per il documentario Shoah di Claude Lanzmann). La sceneggiatura è strutturata come un insolito road-movie e dice molto sullo squallore degli anni dell’immediato post-stalinismo, con una convincente rappresentazione del rapporto di crescente fiducia tra le due donne, e le attrici sono entrambe intense e sottilmente espressive, soprattutto Agata Kulesza nella parte di Wanda. Fra le canzoni suonate nella scena della festa anche 24 mila baci di Celentano, che evidentemente era molto popolare nei paesi del blocco socialista (ce lo ricordò già Emir Kusturica). Film raffinato e intelligente che parla di tematiche “alte” con un ottimo sfruttamento delle risorse del linguaggio cinematografico.