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Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Di che parla

Il film-simbolo degli anni '90. Imitatissimo, ha modificato la struttura narrativa classica del cinema di Hollywood

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Pulp Fiction, un film del 1994 scritto e diretto da Quentin Tarantino e interpretato, tra gli altri, da John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman e Bruce Willis.

La pellicola rilanciò John Travolta, ormai in ombra da anni, e consacrò la giovane e già quotata Uma Thurman. Le interpretazioni di entrambi meritarono una candidatura all’Oscar rispettivamente per miglior attore protagonista e miglior attrice non protagonista. Anche Samuel L. Jackson ricevette la candidatura come miglior attore non protagonista.

Il film si aggiudicò inoltre la Palma d’oro al festival di Cannes del 1994 e permise a Tarantino e Roger Avary di ottenere il premio per la miglior sceneggiatura originale agli Oscar del 1995, su ben 7 nomination, tra cui oltre a quelle già citate, quelle a miglior film, miglior regista e miglior montaggio.

Per quel che riguarda lo stile, Tarantino ammise di essersi ispirato a grandi registi come Hitchcock, ma anche a autori di spicco del cinema come Don Siegel o Jean-Luc Godard. In un’intervista, Tarantino ha dichiarato che secondo lui il motivo del successo di Pulp Fiction è rappresentato dalla scoperta che coglie di sorpresa lo spettatore. Più tardi affermerà infatti che: «Una delle cose che preferisco nel raccontare storie come faccio io, è dare forti emozioni: lasciare che il pubblico si rilassi, si diverta e poi all’improvviso… boom!, voglio trasportarli improvvisamente in un altro film». Con John Travolta, Samuel L. Jackson, Uma Thurman, Tim Roth, Harvey Keitel, Maria De Medeiros, Christopher Walken, Amanda Plummer.

Sinossi
Pumpkin e Honey Bunny decidono di rapinare la tavola calda in cui stanno mangiando. Vincent e Jules sono due gangster che devono eseguire un lavoro. Vincent è preoccupato perché deve tenere compagnia a Mia, la moglie cocainomane del suo capo. Butch, un pugile al servizio di Marsellus, non ha eseguito l’ordine del capo di perdere un incontro. Vincent e Jules sono nell’appartamento dell’inizio, hanno ucciso due balordi e tengono sotto tiro un terzo. Epilogo. L’azione torna nella tavola calda dell’inizio.

Pulp fiction è divenuto uno dei film-simbolo degli anni Novanta, è stato un evento culturale di notevole portata e può essere definito un capolavoro del post-moderno.

Tarantino ha lavorato soprattutto sullo stile, rinnovando il crime movie con un’inedita struttura narrativa dove le diverse vicende si sfiorano continuamente e a tratti confluiscono le une nelle altre, dando libero sfogo al proprio gusto citazionista, anche se i continui rimandi cinefili hanno una freschezza paragonabile a quella che si avverte nei primi film di Godard (che resta senz’altro uno dei numi tutelari di Tarantino, visto che la sua casa di produzione si chiama Bande a part e la famosissima scena del twist con John Travolta e Uma Thurman è un esplicito omaggio a una sequenza musicale del film omonimo di Godard del 1964).

Come il ricorso alla citazione non è mai gratuito, così il massiccio utilizzo di dialoghi stralunati e surreali non scade mai nel triviale, ma contribuisce all’originalità di molte sequenze, veri pezzi d’antologia che sono entrati nell’immaginario collettivo: fra le più memorabili, la visita al Jack Rabbit Slim, il ristorante popolato di sosia dei divi anni ’50, l’iniezione di adrenalina che salva il personaggio di Mia, il monologo delirante del capitano Koons (Christopher Walken) sull’orologio d’oro del padre di Butch, il sequestro dello stesso Butch e del boss Marsellus Wallace da parte del pazzo Zed, e tutte le scene in cui il killer Jules recita il passo biblico inventato Ezechiele 25:17. Pulp Fiction non è una semplice rivisitazione ironica degli stereotipi del cinema noir/gangster, ma una profonda e acuminata riflessione sul cinema stesso, il suo linguaggio, le sue convenzioni, i suoi tempi, le sue ellissi narrative, i suoi personaggi (con la loro morale e le loro gerarchie interne) e via dicendo.

Tutte le scene sarebbero da mandare a memoria, la musica è indimenticabile, così come il cast. Un’opera irripetibile, un affresco lucido, graffiante e iperrealista sulla cultura a stelle e strisce. La violenza indubbiamente c’è, ma per gli standard odierni non è eccessiva e non è compiaciuta come in certi sottoprodotti mal riusciti. Fra gli attori, una gara di bravura in cui risulta difficile scegliere i più memorabili: John Travolta e Uma Thurman furono candidati all’Oscar, ma molti loro colleghi non sono da meno. Palma d’Oro a Cannes, meritata anche se in concorso c’era l’altrettanto straordinario Film Rosso di Kieslowski (e fra i due non saprei quale scegliere) e un solo Oscar per la migliore sceneggiatura.

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  • Anno: 1994
  • Durata: 150'
  • Genere: Hard Boiled
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Quentin Tarantino