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Festival di Roma

Festa del Cinema di Roma: Monsters and Men dell’esordiente Reinaldo Marcus Green, ennesimo film a tema della manifestazione

Un lavoro abbastanza inespressivo in tutti i suoi aspetti, i cui limiti evidenti sono probabilmente dovuti all’inesperienza del regista, che si è affidato all'esigenza personale di partecipare alla giusta voce che combatte contro le ingiustizie di questi tempi, senza che vi corrispondesse altrettanto impegno nel dare a quella voce una forma qualitativamente adeguata

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E così, giusto per cambiare, a dimostrare la varietà nella selezione, questa mattina, alla Festa del Cinema di Roma, è stato proiettato un film che tratta di discriminazione. Ancora. Pare addirittura paradossale dover argomentare contro la scelta di tematiche così attuali e fondamentali da valorizzare in questo particolare periodo, ma l’aver scelto in modo così impersonale e indiscriminato di presentare tutta una serie di film che avessero come denominatore comune qualcosa che, al di là della trattazione di un tema, prescinde quasi sempre dalle qualità cinematografiche ed esaurisce ciò che ha da dire nella didascalia di un messaggio fin troppo esplicito, ha fatto sì che anche una predisposizione apprezzabile e condivisibile, diventasse un calderone di materiale informe e ridondante che a un certo punto, lungi dal sensibilizzare lo spettatore dal coinvolgerlo, rischia di fare l’effetto opposto.

Monsters and Men, lungometraggio d’esordio di Reinaldo Marcus Green, è certamente sincero nelle intenzioni e, probabilmente, se non fosse stato l’ennesimo film a tema, con tanto tema e niente film, non sarebbe nemmeno risultato tanto indigesto, anche se non si può certo dire che si tratti di un lavoro memorabile. La storia è quella di un uomo di colore di buon cuore che una notte, in occasione di un controllo di routine, viene ucciso dalla polizia che gli spara mentre è disarmato, del tutto innocuo e circondato da sei agenti. Il racconto si sviluppa a partire da questo episodio, seguendo parallelamente la reazione indignata della comunità, che abita il quartiere della vittima, e quella più intima e personale di tre personaggi diversi, un amico della vittima, un poliziotto di colore e una giovane promessa del baseball. Il film procede mostrando, attraverso la quotidianità di questi tre personaggi, una realtà non certo sconosciuta in cui i neri vengono fermati per controlli molto più spesso rispetto ai bianchi, in cui il pregiudizio la fa da padrone, in cui il metro con il quale anche solo si pensa a certe situazioni è chiaramente a sfavore di chi ha la pelle scura. E allora c’è chi è rassegnato e non reagisce, pur essendo amaramente consapevole della situazione, chi lo fa con rabbia e disgusto, chi si unisce a chi ha creato dei gruppi attivi ma pacifici nei quali può identificarsi e individuare un senso di appartenenza e una coscienza comune.

Nessuno dei personaggi viene caratterizzato o approfondito in alcun modo, non vi è nemmeno una prerogativa, un connotato, una particolarità, sia fisica o della personalità di ciascuno di loro, che porti lo spettatore a costruire empatia nei suoi confronti o a seguire con interesse la sua storia. La sceneggiatura è piatta, priva di ritmo, la narrazione si trascina dall’inizio alla fine senza che vi sia niente che colpisca particolarmente. Anche la rappresentazione degli eventi che dovrebbero essere quelli cardine, come l’omicidio iniziale o le manifestazioni degli attivisti, è debole e di scarso impatto emotivo. Non vi è alcun espediente nella messa in scena che possa renderla stimolante, né visivamente attraente.

Insomma, un lavoro abbastanza inespressivo in tutti i suoi aspetti, i cui limiti evidenti sono probabilmente motivati dell’inesperienza del regista, che si è affidato all’esigenza personale di partecipare alla giusta voce che combatte contro le ingiustizie di questi tempi, senza che vi corrispondesse altrettanto impegno nel dare a quella voce una forma qualitativamente adeguata.

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  • Anno: 2018
  • Durata: 95'
  • Distribuzione: Videa
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Ronaldo Marcus Green