È quasi scioccante assistere ai risultati dell’ultima follia creativa di Sacha Baron Cohen e diventare consapevoli, grazie alla materialità sfacciata dell’oggetto audiovisivo, della natura di certe realtà (non positive) radicate nel presente americano. Il merito della nuova serie dell’autore americano è infatti quella di costruire una comunicazione a forma di granata, capace di detonare a brucia pelo sulla coscienza dei suoi spettatori grazie a contenuti incredibili e a un formato altrettanto destabilizzante. Who is America? è un insieme di brevissimi stacchetti di impianto documentaristico, confezionati da una firma autoriale grottesca e trash, incentrati sulla presenza di un certo tipo di identità politico-sociale negli Stati Uniti contemporanei – soprattutto quella che costituisce l’elettorato di Trump – e ottenuti mediante un’analisi sul campo.
Che si voglia affrontare questo prodotto molto particolare corazzati di una serie di specifiche premesse nozionistiche (relative soprattutto al peso di certi personaggi intervistati nello show o anche del loro ruolo all’interno delle strutture sociali americane) o no, la dialettica di Cohen è comica oltre che satirica e quindi, pur essendo connessa in maniera intrinseca a realtà sociopolitiche ben precise, comprensibile anche da spettatori non informati sui dettagli dell’asse americano.
La trasversalità del linguaggio di Who is America? però non è solo dovuta all’elasticità di un pensiero comico capace di raggiungere un pubblico vasto ma anche all’importanza, all’urgenza dei contenuti comunicati dalla serie e alla modalità espressiva scelta da Cohen per presentare questi contenuti. La particolarità della sua azione documentaristica è costituita soprattutto dal fare le interviste en travesti: da ecologista convertitosi a una personale filosofia orientale, stilista italiano ossessionato dalla beneficenza, colonnello del Mossad convinto della necessità di armare i bambini nelle scuole e giornalista disabile combattente delle fake news in favore del trumpismo.
Attraverso il travestimento (gommoso ai limiti dell’irriconoscibilità) Cohen si insinua nello spettro riflessivo di una nazione che ha una precisa visione del mondo, senza però criticare per contro argomentazioni questa visione radicale ma utilizzando un metodo di ascolto “socratico” capace di lasciare emergere la natura ridicola di un angolo di prospettiva carico di odio sociale, razzismo e ipocrisia. Il risultato è non solo esilarante (e, viste le personalità coinvolte, talmente sconcertanti che è bene non fare rivelazioni) ma anche terrorizzante, reale e a suo modo lapidario.
I primi due episodi di Who is America? si dimostrano l’introduzione avvincente di un prodotto forse mai visto nel panorama seriale grazie all’intuizione scatenata dell’autore e alla natura straordinaria del materiale indagato: persone senza morale umanitaria, senza etica lavorativa, senza cultura, esempi di un’ignoranza abissale e inconsapevole, imbevuta di ambizioni pericolosamente deformi e di un egocentrismo profondo.
di Leonardo Strano