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Killer beasts a go go con Zoombies, Ice sharks e Planet of the sharks

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Ricordate Wild beasts – Belve feroci (1984) di Franco Prosperi e Future animals (1977) di William Girdler, che portarono ai livelli massimi il sottogenere eco-vengeance inscenando una totale ribellione degli animali nei confronti dell’umanità?

Alla Asylum devono aver pensato bene di riabbracciare nostalgicamente quella tendenza, associandola, però, alla propria propensione nel confezionare mockbuster dal sapore demenziale.

Perché è guardando sì in maniera evidente alla saga di Jurassic park, ma anche al plot di Zombeavers (2014) di Jordan Rubin che sforna Zoombies (2016) di Glenn Miller, ambientato in un particolare zoo in cui un gruppo di visitatori selezionati viene guidato in un tour in anteprima destinato, però, a trasformarsi in un inferno.

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_Zoombies_Miller

Del resto, come il titolo stesso lascia intuire i protagonisti si trovano inaspettatamente a doversela vedere con fauna zombificata, in quanto un contagio che rende aggressivo morto vivente il bestiame si è sparso in seguito alla sperimentazione di una tossina su una scimmia senza vita.

E, di conseguenza, tra occhi cavati e un cranio schiacciato a mani nude da un gorilla, con consueti effetti digitali a basso costo e spargimenti di liquido rosso abbiamo in azione leoni, elefanti, giraffe, pappagalli e, addirittura, un koala; senza contare un’aquila che nidifica in una donna ancora viva.

Tutti al servizio di un mix di horror e humour, come da tradizione della label, che, raggiunto il grande successo grazie alla trashissimo franchise Sharknado, non può certo decidere di cessare la produzione di film incentrati su squali assassini, cui aggiunge sia Ice sharks (2016) che Planet of the sharks (2016).

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_Ice sharks_Smith

Con slitta e cani fagocitati in apertura, il primo dei due vede al timone di regia l’Emile Edwin Smith che, aggiudicatosi un Emmy per gli effetti visivi della serie tv Firefly, in fatto di pescioloni sbrana-uomini targati Asylum già aveva firmato Mega shark versus mecha shark (2014).

Qui l’idea di base sembra strizzare non poco l’occhio a Tremors (1990) di Ron Underwood, spostandone, però, l’ambientazione al gelo, in quanto abbiamo una nuova razza di pescecani pronti a solcare dal di sotto le lastre ghiacciate dell’Artico tramite le proprie pinne, con l’ovvio fine di attaccare poveri malcapitati.

Ma, con incluso un momento di tensione a bordo di una motoslitta, non si può fare a meno di intuire il tentativo di emulare La cosa (1982) di John Carpenter quando, andata distrutta la crosta ghiacciata vicino ad una stazione di ricerca, quest’ultima affonda nell’oceano costringendo gli occupanti a ricorrere ad armi improvvisate e a tutto il proprio ingegno per evitare di finire divorati, attuando una estenuante lotta per la sopravvivenza.

FrancescoLomuscio_Taxidrivers_Planet of the sharks_Atkins

Interpretato da Kevin Costner, invece, Waterworld (1995) di Kevin Reynolds è senza alcun dubbio il modello di riferimento per il secondo dei due titoli, diretto dal Mark Atkins che, fin dai tempi del suo esordio registico Evil eyes (2004), è uno dei più prolifici cineasti asylumiani.

Infatti, in maniera analoga a quanto accadeva in quella costosissima avventura in cui il compianto Dennis Hopper ricoprì il ruolo di villain, lo scenario è collocato in un futuro dove, ricopertasi di acqua il 98% della massa terrestre a seguito dello scioglimento dei ghiacciai, i pochi sopravvissuti vivono nel terrore dei predatori acquatici, prosperati e guidati da una mutazione di uno squalo alfa.

Lo stesso squalo alfa che, appunto, il manipolo di disperati cerca di eliminare per far sì che i mari tornino nuovamente ad essere sicuri; nel corso di oltre un’ora e venti di visione principalmente basata sull’assedio e sul caldo sempre più in aumento a complicare la situazione, ma non priva neppure di elicotteri grottescamente addentati al volo (del resto, la assurda moda era stata lanciata da Mega shark versus giant octopus) e di una gigantesca onda in agguato.

Tutti e tre i lungometraggi sono resi disponibili su supporto dvd italiano da Minerva pictures, in collaborazione con Dynit.

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